Addomesticamento del cane (3/5)
7 gennaio 2009
3 min

Addomesticamento del cane (3/5)

….. Tra un cane ed un uomo, invece, si può stabilire un empatia talmente alta che, se un cucciolo viene allevato in una famiglia in cui tutti sorridono parecchio, da adulto finirà per imitare questa espressione di soddisfazione, atteggiando le labbra e la muscolatura orale a una sorta di sorriso obliquo. Questa particolare espressione facciale non si osserva mai nei lupi selvatici. Ciò può essere spiegato analizzando le motivazioni che “ guidano “ la devozione di un cane verso il padrone. Secondo Konrad Lorenz la devozione di un cane verso il suo padrone trae origine da due sorgenti istintive ancestrali: l’attaccamento dei cuccioli ai genitori che, transitorio nelle forme selvatiche, diviene perenne nell’animale domestico trasferendosi sul padrone ( infantilismo da domesticazione ) e la fedeltà verso il capo del branco, anch’esso identificato nel padrone. La parola “ infantile “ è in realtà la chiave di volta per capire come il lupo abbia potuto trasformarsi in quella creatura, per certi aspetti diversa, che è il cane. Il cambiamento va attribuito infatti alla conservazione, nell’animale adulto, di caratteri giovanili o addirittura fetali. Per fare un esempio, in una razza come il pechinese, la regione facciale accorciata, il cranio spazioso, i grandi occhi, le zampe corte, la coda arricciata e il pelo morbido sono dei caratteri che nel lupo si ritrovano solo allo stadio fetale, ma che nell’animale selvatico vengono perduti completamente prima della nascita o comunque prima che sia completato il periodo di crescita. Anche per quanto concerne il comportamento del cane, vi è da ricordare che la spiccata predisposizione al comportamento giocoso e sociale, presente in tutte le razze di cani, in natura ( nel lupo ) scompare con il sopravvenire dell’età adulta. Questa caratteristica prende il nome di neotenia. Ripercorrendo le possibili tappe che hanno portato all’addomesticamento del cane si può ipotizzare che, qualche volta, dei cuccioli di lupo fossero accolti nelle comunità di cacciatori umani. Alcuni di questi venivano sicuramente mangiati, come dimostrano i ritrovamenti di ossa di canidi spezzate in alcuni importanti siti archeologici risalenti al periodo Neolitico. Altri cuccioli morivano o scappavano, ma talora un cucciolo particolarmente tranquillo e sottomesso sopravviveva e finiva per diventare un lupo adulto che riconosceva nel gruppo umano il proprio branco: in altre parole, rimaneva addomesticato e socievole per tutta la vita. Del resto, recentemente, sono stati in molti a dimostrare come sia abbastanza semplice allevare dei cuccioli di lupo e mantenerli in uno stato di docilità fino all’età adulta. Popolazioni nordiche, come gli Inuit o Eschimesi, lo hanno sempre saputo: non solo incrociavano i loro cani con i lupi per migliorarne la resistenza, ma in qualche caso giunsero ad inserire qualche lupo nelle loro mute di cani da slitta. Tuttavia non si deve dimenticare che esiste una grandissima differenza tra un lupo addomesticato e un cane domestico. ( NELLA FOTO UNA VOLPE ARTICA ) CONTINUA ….