L’aggressione con morso è avvenuta durante la solita passeggiata serale di una giornata piovosa. In quell’occasione Chester sfoggiava un nuovo cappottino impermeabile, che s’infila dalla testa e si aggancia sul dorso. Durante la passeggiata il cane sembrava molto irrigidito nei movimenti, tanto che la proprietaria aveva sganciato la clip per togliere il cappottino ed è proprio in quel momento che è avvenuta l’aggressione con morso. Il morso non è stato preceduto da nessun segno di minaccia, come ringhio, espressione offensiva, sollevamento delle labbra o altri segni; Chester ha solo morso, lasciando segni evidenti dei suoi denti sulla mano sanguinante della proprietaria. Da quel momento la proprietaria è molto spaventata, non “riconosce” più il suo cane e l’imprevedibilità delle sue reazioni le crea molta ansia.
A questa età le aggressioni improvvise e inspiegabili possono rientrare nella categoria di iperaggressività del cane anziano. Questo tipo di aggressione avviene, infatti, in cani di età superiore ai 9- 10 anni, soggetti che hanno dei deficit cognitivi facilmente dimostrabili e a volte, come nel caso di Chester, gli episodi di aggressione si fanno frequenti e immotivati. Spesso assistiamo a una disorganizzazione della sequenza comportamentale e il cane può mordere senza dare segnali premonitori né tanto meno appagarsi dopo averlo fatto. Verso i 10 anni di età molti cani iniziano ad avere dei deficit uditivi e visivi e ogni stimolo che prima era neutrale ora può rappresentare motivo per spaventarsi e avere reazioni esagerate e improvvise.
Queste patologie del cane anziano sono purtroppo progressive, invalidanti e compromettono la relazione uomo-animale proprio nel periodo in cui il cane avrebbe maggiori necessità di attenzioni e cure. Ho consigliato alla proprietaria di comunicare correttamente con Chester, non impartendo punizioni anche se ha reazioni violente e improvvise e impostare azioni routinarie chiare, semplici e costanti. Non si deve forzare il contatto con il cane soprattutto durante il riposo. Occorre sempre fare in modo che sia lui a venire verso noi e mai il contrario. Ѐ bene stimolarlo con odori a lui gradevoli, ma mai con rumori e urla improvvise. Il guinzaglio e il cappottino devono essere sempre ben in vista, in modo che il cane possa dissociarli dal concetto di uscita. Queste sono le misure comportamentali di base da mettere assolutamente in atto e in molti casi, come per Chester, occorre aggiungere una terapia farmacologica.
Sono passati alcuni mesi dall’inizio della terapia, Chester è ancora più sordo, i peli bianchi sono aumentati, ma la relazione con la proprietaria si è perfettamente rinsaldata ed è questo il risultato più importante.
Marco Catellani
Medico Veterinario Comportamentalista
Etologo
Ambulatorio Veterinario Via Vecchi 1/1 Reggio Emilia – Viale Matteotti 19/3 Rubiera
Tel. 349.1536299 – catellanivet@gmail.com