Collare a strozzo? No, grazie!
9 novembre 2012
2 min

Collare a strozzo? No, grazie!

addestramento

Occorre essere consapevoli degli strumenti che usiamo per la gestione del nostro cane e la prima cosa da prendere in considerazione, nell’utilizzare la strumentazione, è il benessere sia fisico sia psicologico del nostro animale. Per esempio, è necessario sapere che, se usiamo un collare a strangolo per il nostro cane, è come se gli mettessimo un cappio vero e proprio al collo. Vediamo adesso quali sono sia i danni fisici sia i danni psicologici che un collare di questo tipo può causare al nostro amico a quattro zampe. Da uno studio condotto da Asetra (Associazione di studi etologici e tutela relazioni con animali) emerge che: 1) dal punto di vista fisico, impedisce il passaggio corretto dell’aria, sottoponendo il cane a un forte disagio e dolore che gli provocano paura e sofferenza, lesione ai vasi sanguini dell’occhio, danni alla trachea e all’esofago, svenimenti, paralisi temporanee agli arti anteriori, alterazioni alla colonna vertebrale e danni permanenti ai nervi; 2) dal punto di vista psicologico, compromette la relazione fra cane e proprietario, poiché forti stati d’ansia e stress-inibiscono l’animale, provocando paura e mancanza o addirittura perdita totale di fiducia nel proprio padrone. Ciò è quanto emerso da questo studio, ma ne esistono molti altri che prendono in esame gli effetti che provoca il collare a strozzo. Anche a livello di apprendimento il cane non ne trae alcun beneficio, perché le uniche cose che gli vengono tramesse tramite lo strattone, che in teoria dovrebbe servire a correggere l’animale quando manifesta comportamenti sgraditi, sono inibizione, paura, insicurezza e stress. In questo modo, quindi, il cane non impara a modulare e a gestire le proprie emozioni, ma imparerà solo a reprimere i propri stati d’animo. Per quanto tempo ne potrà essere capace? Con quest’articolo non desidero giudicare chi usa il collare a strozzo, ma sollecitarvi a pensare e a  documentarvi sui metodi di educazione che ci propongono sia educatori sia istruttori o di cui abbiamo sentito parlare in giro. Soprattutto, occorre valutare gli effetti che possono avere sul nostro amico a quattro zampe, perché lui si fida e si affida a noi. Noi, quindi, abbiamo il dovere di tutelarlo e rispettarlo. Per me, “niente è peggio del rispetto basato sulla paura”.