Per chi conosce i cani c’è un abisso tra una manifestazione aggressiva e una di gioco, ma tanti neo-proprietari non sanno distinguere. Il mezzo principale per poter operare questa distinzione è l’esperienza (che a loro manca), a essa va unita la capacità di leggere l’atteggiamento generale del cane (che loro non hanno). A discolpa dei neofiti aggiungo che in realtà il ringhio è sempre un segnale di minaccia: equivale un po’ a frasi come “Vieni qui che ti spacco la faccia”, o “Se continui ti faccio a pezzi!”. È chiaro che c’è una bella differenza tra le stesse frasi pronunciate da due amici che stanno scherzando o tra due sconosciuti che stanno litigando sul serio: le frasi sono identiche, quello che cambia è il contesto. Nel primo caso la persona che pronuncia la frase sarà rilassata e starà sorridendo, mentre nel secondo avrà espressione, postura, cipiglio aggressivi. Lo stesso succede con i cani: ma se ancora non sappiamo capire che faccia fa un cane rilassato piuttosto che uno nervoso, andremo poco lontano.
Consiglio numero 1: leggersi qualche buon libro sul linguaggio del cane, la sua mimica facciale e corporea, i segnali che invia. Consiglio numero 2: imparare a distinguere il cosiddetto growl, cioè il ringhio a bocca chiusa (o a bocca piena, perché il cucciolo lo emette giocando quando ha in bocca un manicotto o uno straccio) dallo snarl, il ringhio a bocca aperta. Mentre il primo può essere un semplice avvertimento (“Basta, son stufo”; oppure “Non venire più avanti di così”, o “Non toccarmi, non gradisco”) o un’espressione di gioco (l’equivalente del “Ti faccio a pezzi” umano pronunciato per scherzo), il secondo è sempre e solo un ringhio di seria minaccia, che può essere seguito dall’aggressione vera e propria. Ci sono anche gradi intermedi tra il growl e lo snarl: il cane – anche nel giro di pochi secondi – può cominciare a ringhiare a bocca chiusa e denti coperti, poi sollevare le labbra scoprendo i denti, infine aprire la bocca e passare alla minaccia più consistente.
Che cosa scatena l’aggressività?
In un adulto possono esserci moltissime motivazioni: la competitività sessuale o gerarchica, la territorialità, la difesa della prole, la predatorietà ed altre ancora. Un cucciolo o un cucciolone, però, sono ancora incapaci di provare la maggior parte di questi impulsi: quindi i casi di aggressività (o per meglio dire i primi accenni di aggressività) sono quasi sempre legati a tre soli fattori: l’autodifesa, la possessività e la difesa del cibo, che è sempre una forma di possessività ma più profondamente radicata nel corredo genetico di qualsiasi animale, perché dal cibo dipende la sopravvivenza.
Leviamoci subito dalla testa che un cucciolo ci ringhi “perché è dominante”: il concetto di dominanza e di gerarchia NON ESISTE PROPRIO in un cane che abbia meno di tre mesi (la fase di ordinamento gerarchico nel branco non inizia neppure prima di questa età) è ancora molto nebuloso nel cucciolone di quattro-sei mesi, che può pensare di sfidare un umano solo se questi ha dimostrato di essere proprio un completo incapace come capo. Anche se pensa di dare la scalata alle gerarchie, comunque, è quasi impossibile che un cucciolone metta la cosa sul piano fisico, perché sa benissimo di non essere abbastanza maturo per sostenere un confronto con qualcuno che è più grosso di lui. Se sfida può esserci, sarà più sul piano psicologico: si potranno avere disobbedienze e mancanze di rispetto (per esempio, appropriarsi della poltrona o delle pantofole del capo), ma non si arriva MAI alla minaccia/attacco per motivi gerarchici.
Vediamo i veri motivi per cui un cane molto giovane può minacciare il morso.
LA DIFESA DEL CIBO
Si manifesta con il classico ringhio sulla ciotola, se si cerca di toccarla-spostarla, o sull’osso. Il cucciolo ha tutte le ragioni del mondo per comportarsi così, perché sta difendendo la sua stessa vita (almeno dal suo punto di vista): quindi, se è lecito fargli capire che non deve ringhiare/mordere, è anche giusto fargli capire che non deve farlo perché non è necessario!
Il modo migliore per convincere il cane che non intendiamo privarlo del suo cibo è quello di toccare la ciotola solo per aggiungere altro cibo: quindi, fin dai primi giorni, mettiamo nella ciotola solo metà della porzione prevista e, quando il cucciolo ha cominciato a mangiare, aggiungiamo un po’ alla volta il resto, facendogli prima vedere/annusare la mano con il cibo, poi deponendolo nella ciotola, poi spostando un pochino la ciotola, poi infilandoci la mano dentro, eccetera…ma senza toglierla veramente finché non è vuota. Nel giro di pochi giorni il cucciolo capirà che mano in avvicinamento non significa arriva altra pappa: quindi, non avrà più nessun motivo per minacciarci, perché a sua volta non si sentirà minacciato. Semplice, lineare e facilissimo da mettere in pratica. I cuccioli abituati a vedere la mano che aggiunge cibo, e non che lo sottrae, scodinzolano felici quando tocchiamo le loro ciotole.
Con i cuccioloni che già manifestano aggressività sulla ciotola (ma anche con i cani adottati in età adulta, specie se provengono da canili in cui la competitività sul cibo è sempre molto spinta) dovremo partire da più da lontano, mostrando in modo plateale la mano che porge il nuovo cibo: non piantiamo la mano direttamente nella ciotola, ma facciamola arrivare lentamente verso di essa, in modo che il cane abbia il tempo di capire quello che succede (altrimenti potremmo rischiare il morso). Se il cane è molto difensivo, diamogli la ciotola vuota e riempiamola con la mano un po’ alla volta, abituandolo così al concetto di “mano che dà” e che non toglie.
Altri accorgimenti utili:
a) utilizzare ciotole multiple: mentre il cane sta mangiando in una, noi mettiamo il cibo nell’altra.
b) insegnare i comandi “ASPETTA” e “PRENDI” (o altri termini a vostra scelta: NON ANCORA per l’attesa, MANGIA, OKAY o altro come comando liberatorio.) Come sempre, per il cane la parola non significa nulla, finché non viene condizionato ad abbinarla a un’azione.
Questi trucchi servono a far capire bene al cane (cucciolo o adulto che sia) che siete voi a gestire le risorse (cibo, lodi, carezze, giochi…) e che, quindi, siete il capo. Date il comando ASPETTA ogni volta che gli porgete qualcosa (ciotola, gioco, osso: qualsiasi cosa): piegatevi verso il cane con l’oggetto in una mano e stendete l’altra mano verso il muso del cane, pronunciando la parola ASPETTA. Qualsiasi cosa faccia il cane (saltare, abbaiare, saltare…)ignoratela completamente.
A un certo punto il cane sicuramente si siederà o, comunque, si calmerà: solo a quel punto dategli ciò che avevate in mano, con il comando liberatorio (io uso PRENDI, ma vanno bene anche OKAY, MANGIA o quello che preferite). Ripetete ogni volta che dovete dargli qualcosa, con calma e pazienza.
c) Se il cane impazzisce letteralmente alla vista del cibo si può, per qualche giorno, eliminare la ciotola e dargli da mangiare dentro un kong, il giocattolo-distributore da cui le crocchette escono un po’ alla volta, man mano che il cane trova il sistema per farle uscire. L’uso del kong costringe il cane a riflettere mentre mangia e, quindi, spegne gradualmente l’eccitazione eccessiva da cibo.
IL SENSO DEL POSSESSO E L’AUTODIFESA
Il senso del possesso: con l’osso o i giocattoli che il cucciolo pensa di dover difendere perché sono suoi ci si deve comportare nello stesso identico modo. La mano che sottrae deve dare sempre qualcosa in cambio: un bocconcino, un altro gioco, qualcosa che sia sempre molto gradito al cane. PRIMA si dà il nuovo e POI si toglie il vecchio.
Valeria Rossi