Consigli cinofili per una serena e gioiosa convivenza
6 dicembre 2011
21 min

Consigli cinofili per una serena e gioiosa convivenza

Gli errori commessi dai nuovi padroni, spesso in perfetta buona fede, sono molti. Alcuni sono facilmente correggibili, ma altri possono segnare il cane così profondamente da rendere difficoltoso il suo recupero. Lungi dall’esaurire tutti gli argomenti relativi alla questione, questo articolo intende offrire al lettore un breve prontuario di piccoli, ma importanti accorgimenti per favorire un buon rapporto con il cane, per la sua educazione e per il corretto sviluppo del carattere e delle capacità del cane di crescere felicemente “in società”.

1. Non sottrarre mai un cucciolo dalle cure della madre prima dei 60 giorni di vita.
Per essere più scrupolosi, secondo gli studi di autorevoli esperti, il momento più favorevole per l’adozione di un cucciolo si collocherebbe al compimento delle nove settimane di vita (63°giorno).
Il cucciolo, fino a tale periodo, oltre alle cure parentali ha bisogno anche degli insegnamenti che la madre impartisce ai suoi piccoli fin dalla loro tenera età; fondamentale è l’importanza che riveste il rispetto di questa necessità del cucciolo per un ottimale sviluppo psichico e comportamentale e una crescita emotiva stabile ed equilibrata. Anche la compagnia dei fratelli di cucciolata è indispensabile e insostituibile per il cucciolo, poiché all’interno del suo nucleo d’origine, il piccolo comincia a sperimentare le prime forme di comunicazione sociale tra consimili. Mancando di rispettare questa regola, il cane in seguito potrebbe sviluppare problemi comportamentali come sindrome da iperattività, ipersensibilità, sociopatie, ecc. 
Importante: “Il cucciolo che hai deciso di prendere deve avere l’età giusta per essere adottato”.
 
2. Se scegli un cane di razza, scegli la razza che per temperamento e predisposizione attitudinale è più affine al tuo stile di vita.
A chi vuole optare per un cane di razza va ricordato che le razze canine sono state selezionate nei secoli soprattutto per fissare, negli individui che la compongono, il carattere e le particolari inclinazioni a svolgere un determinato compito. Non tenere conto della predisposizione caratteriale e attitudinale innata di una razza potrebbe generare poi difficoltà nella gestione quotidiana del cane.
Affidarsi alle mode o al mero gusto estetico nella scelta del nostro amico a quattro zampe potrebbe rivelarsi un’imperdonabile leggerezza. 
Importante: “La razza fa la differenza”.

3. Ogni cane è un individuo a sé.
Sebbene i cani di una determinata razza abbiano caratteristiche morfologiche, caratteriali e attitudinali comuni, all’interno di ogni cucciolata ciascun cane ha una propria individualità soggettiva. L’osservazione del comportamento del cucciolo rivelerà a un occhio esperto i suoi tratti e le sue tendenze caratteriali preminenti. Questo vale anche per i cani meticci.
Importante: “Appartengono alla stessa razza, ma non sono tutti uguali”.

4. Non decidere da solo.
Non decidere arbitrariamente di adottare un cane, ma, se vuoi condividere parte della tua vita futura con Fido, consultati con la tua famiglia e accertati che tutti i componenti aderiscano al tuo desiderio. Accogliere un cane in casa è un evento gioioso, piacevole ed entusiasmante, tuttavia prendersi cura di un cane comporta soprattutto responsabilità, dedizione e impegno quotidiano, perciò tutti i componenti della famiglia dovranno essere contenti di assumersi questo compito. Se così non fosse, successivamente potrebbero derivare notevoli disagi per tutti.
Importante: “Assicurati che tutti i componenti della tua famiglia siano d’accordo con la tua scelta”.

5. Dagli il tuo tempo.
Assicurati di avere tempo a sufficienza da poter dedicare alle necessità psico-fisiche del tuo cane. Il cane ha bisogno di cure, dedizione e attenzioni, come d’altronde ogni altro animale domestico.
Oltre a questo, però, il cane richiede anche di più! Infatti, essendo Fido un animale sociale, avrà bisogno oltre che di buon cibo, di cure veterinarie e coccole anche di adeguato movimento, di stimoli specifici per arricchire la sua mente e per aumentare le sue competenze, di gioco, e soprattutto di contatti frequenti con i suoi simili. Un cane, per essere equilibrato e sereno, deve poter correre, giocare, fiutare, esplorare….ma anche e principalmente DEVE poter frequentare i suoi simili affinché possa comunicare, socializzare, informarsi, confrontarsi ; insomma… per potersi sentire CANE. Questo vale per tutti i cani, siano essi cani da lavoro o da compagnia, meticci o di razza, piccolo o grandi. Questo punto solleva spesso qualche obiezione da parte di certi proprietari che asseriscono di avere un cane che non ama passeggiare e che quando è fuori non vede l’ora di rientrare a casa. La risposta a queste obiezioni viene data loro dal cane stesso, il quale mostrando un’importante scostamento dal normale comportamento canino, invia al proprietario un rilevante messaggio di disagio da non sottovalutare. Indagando le cause di questa anomalia, spesso si scopre che il cane con un simile atteggiamento, nella primissima infanzia è stato deprivato degli stimoli fondamentali per una crescita equilibrata (non è stato correttamente socializzato con l’ambiente esterno) oppure, pur avendo avuto in età precoce una corretta socializzazione, via via crescendo è stato disabituato ad avere un normale rapporto esplorativo e curioso col mondo esterno, per colpa di uscite poco frequenti e brevi (esistono cani che escono sotto casa soltanto due volte al giorno e giusto il tempo per fare i bisogni). In tutti e due i casi nella formazione del problema, oltre alla disinformazione, può risultare determinante la mancanza di tempo da dedicare al cane.
Importante: “Valuta bene quanto tempo potrai dedicare al tuo cane”. 
 
6. Scegli dove prenderlo.
Se lo prendi al canile, oltre a fare un’opera buona, chi si rivolge al canile per l’adozione di un cane potrà scegliere se prendere un cucciolo oppure un cane adulto. Ai proprietari inesperti o alla loro prima esperienza cinofila consiglio di adottare un cane adulto, facendosi consigliare dai gestori del canile. In questo modo si potranno avere informazioni precise e particolareggiate sulle predisposizioni caratteriali di ciascun ospite, su pregi ed eventuali carenze, su particolarità specifiche, nonché sull’idoneità del cane a essere inserito in questa o quella tipologia di famiglia.
La scelta in questo modo sarà più facile e mirata, non presenterà sorprese e permetterà di evitare di gestire le fasi più delicate nello sviluppo del cane ossia l’infanzia e l’adolescenza. L’adozione di un cucciolo, invece, specialmente se orfano, è una faccenda molto più delicata che andrebbe riservata soltanto a persone esperte o a coloro i quali saranno disposti a farsi seguire da un “addetto ai lavori” durante l’intera crescita del cucciolo. In ambedue i casi sarà data la possibilità a delle creature innocenti e sfortunate di godere del calore e dell’amore di una famiglia e di ricambiare questo gesto con infinito affetto. Se lo prendi dall’allevatore, accertati scrupolosamente che l’allevamento dove intendi prendere il tuo cucciolo sia serio, di comprovata fiducia, che lavori assolutamente nel rispetto del cane. In alcuni casi e in alcuni allevamenti (previo precedente accordo) alcune settimane prima dell’adozione è anche possibile recarsi sovente a fare visita al cucciolino che si è scelto. Così facendo, il piccolo comincerà a riconoscere i componenti della sua nuova famiglia umana e non subirà un eccessivo disagio al momento di portarlo a casa.
Importante: “Non scegliere a caso”.

7. Parola d’ordine: ”Socializzare”.
Quando il cucciolo sarà arrivato a casa, dovrai innanzitutto preoccuparti di esporlo alla presenza di molti stimoli diversi, in maniera particolare:
cani (cuccioli, adulti, grandi, piccoli, di razze diverse, caratteri diversi ma equilibrati, ecc.);
altri animali (gatti, animali domestici, animali da fattoria, ecc.); 
persone (adulti, bambini, con divise, con vesti inusuali, con barba, con cappelli, con bastone, di etnie diverse ecc.); 
ambienti (strade trafficate, parchi, metropolitana, stazioni, mercati, ascensori, scale, ecc.);
superfici (erba, asfalto, cemento, sabbia, piastrelle, linoleum ecc.).
Il periodo che va dalla terza alla dodicesima/sedicesima settimana di vita, non a caso, viene chiamato periodo di socializzazione. Infatti, questo è un periodo molto importante per il cucciolo, durante il quale egli impara a riconoscere cosa è familiare e cosa non lo è. Quindi, tutto ciò con cui il cucciolo si relazionerà positivamente in questo breve lasso di tempo verrà riconosciuto come “cosa amichevole” e in seguito non sarà temuto, né sarà fatto oggetto di aggressioni o fobie da parte del cane. Passato questo periodo, il cucciolo perde la capacità di percepire amichevolmente l’ambiente circostante. Dalla mancata socializzazione, prevedibilmente deriverà un danno al futuro sviluppo comportamentale del cane. Tale danno potrebbe risultare addirittura catastrofico, tanto da dover poi costringere cane e proprietario a sottoporsi a estenuanti sedute di riabilitazione per cercare il recupero psico-emotivo del cane. Una corretta socializzazione aumenta significativamente le possibilità del cucciolo di diventare un individuo fiducioso, sereno, equilibrato e aperto al mondo. La socializzazione corretta, perciò, non è uno scherzo e tutto ciò andrà fatto certamente con criterio! Non occorrerà inondare il cucciolo con una marea di stimoli diversi tutti in una volta, ma sarà necessario esporlo gradatamente e con criterio al mondo in cui si troverà a vivere, avendo cura di non causargli disagio o stress.
Importante: “Il corretto sviluppo psichico e comportamentale del tuo cucciolo, ovvero il futuro psico-emotivo del tuo cane è nelle tue mani”.
 
8. Educazione? Sì, grazie.
Per vivere ed essere accettati in società, noi tutti abbiamo il dovere di rispettare le regole di vita in comune. Anche il cane, vivendo per forza di cose in una società umana, per essere più facilmente accettato da tutti, dovrà sapersi adeguare alle elementari norme di buona convivenza. Fin da subito, quindi, dovrai insegnare al cucciolo che cosa è permesso e che cosa invece non lo è! L’educazione del cucciolo (ma anche del cane adulto) dovrà effettuarsi principalmente ricompensando i comportamenti corretti (dando al cane premi quali carezze, lodi o gratificazioni ogni volta che si comporterà bene), e togliendogli attenzione quando si comporta in maniera sgradita (esempio: ignoro il cane se fa la questua a tavola).Ricompense e correzioni dovranno essere tempestive e somministrate immediatamente dopo il comportamento esibito dal cane. Il cane, infatti, non è in grado di associare premio/correzione a un suo determinato comportamento, se la gratificazione o il castigo avvengono dopo 0,5 secondi dal fatto stesso. Quindi, un premio o una correzione, se dati in ritardo, risulteranno incomprensibili al cane. Dovrai essere sempre coerente col cane (per esempio, il NO di oggi non può diventare un SÌ domani) e ricorda che se vieti una cosa o un comportamento sgradito oggi, lo dovrai vietare SEMPRE. Inoltre, dovrai assicurarti che tutti i componenti della famiglia abbiano lo stesso modo coerente di rapportarsi col cane. Se inibisci un comportamento al cane, dovrai subito indicargli il comportamento alternativo corretto da premiare. Educa il cucciolo gradatamente a rimanere da solo. Dovrai insegnargli a non avere paura a staccarsi da te, favorendo la sua crescita psico-emotiva. Ricorda, però, che il cane non può essere lasciato da solo per troppe ore, poiché è un animale sociale che ama stare in compagnia. L’educazione del cucciolo, come del cane adulto, è molto importante e articolata; un buon corso di educazione ti fornirà gli strumenti utili per imparare ad educare il tuo cane.

Il primo passo è “Non si può far pipì dappertutto!” 
Come prima lezione, il cucciolo dovrà imparare a eliminare in un luogo adeguato. Innanzitutto, stabilisci fin da subito dove vuoi che il cucciolo faccia i suoi bisogni, tenendo presente che il piccolo, una volta che si sarà abituato a un certo tipo di substrato ove depositare le deiezioni, in seguito difficilmente si orienterà verso un altro tipo di superficie. A questo proposito, occorre dire che spesso i proprietari, per comodità o per questioni logistiche, abituano il cucciolo a evacuare in casa sopra fogli di carta di giornale oppure su appositi panni assorbenti che si trovano facilmente in commercio. Spesso, però, succede che poi, quando il cucciolo è già cresciutello e la sua cospicua produzione organica di scarto imporrebbe un drastico e repentino cambiamento di abitudini senza ulteriori proroghe, si incontrano grandi difficoltà a insegnare al cucciolo a sporcare fuori casa. Quindi, il consiglio migliore che mi sento di dare è quello di indirizzare fin da subito il cucciolo verso l’esterno per fare pipì (strada, giardino, parco). Comunque avrai scelto, per ottenere che Fido impari a sporcare in un determinato luogo, dovrai osservare attentamente il cucciolo nell’arco della giornata, facendo molta attenzione a scorgere i piccoli segnali che egli invia prima di fare i suoi bisogni (annusare per terra, accucciarsi, girare su se stesso). Non appena il cucciolo manifesta l’intenzione di fare pipì, afferralo dolcemente giralo a pancia in su (con questa manovra si provoca la chiusura degli sfinteri) e portalo nella zona o nel luogo deputato all’evacuazione. Appoggialo sullo strato prescelto e aspetta con pazienza che il piccolo faccia i suoi bisogni, associando la parola “pipi” o qualunque altro segnale tu abbia scelto per la funzione. Quando il cucciolo avrà finito di fare i bisogni, lodalo con molta enfasi e con molta convinzione. Ripeti questo per molte altre volte nelle settimane a venire senza scoraggiarti. Alla fine, in breve tempo, il cucciolo imparerà a sporcare dove vuoi tu. Per facilitare il compito dell’individuazione del momento propizio onde effettuare tutta la manovra, è utile sapere che un cuccioletto fa la pipì all’incirca ogni due tre ore secondo l’età, inoltre, appena sveglio, dopo mangiato o bevuto e dopo il gioco. Osserva il tuo cucciolo e imparerai a vedere i “segni premonitori” dell’evacuazione. Può succedere, però, che non si riesca sempre a tenere sottocchio il cane, perciò capiterà più di una volta che Fido ti deponga una “sorpresina” sul pavimento. Niente di trascendentale; non arrabbiarti, ma limitati a pulire senza farti vedere dal cucciolo usando prodotti specifici o lisoformio. Non usare ammoniaca o candeggina che trattengono gli odori, provocando un effetto attraente per il cucciolo il quale poi preferirà tornare a sporcare proprio in quel punto.

Non punire mai il cucciolo.
Vecchi sistemi di educazione, tanto stupidi quanto crudeli, suggerivano di immergere il musetto de cane nei propri escrementi. Questo sistema, che ancora oggi trova qualche sparuto sostenitore, risulta essere non solo inutile allo scopo (il cane non è in grado di capire un tale gesto, inoltre non è in grado di associare due eventi che, per relazione temporale, non siano strettamente contigui.) ma anche deleterio, perché distrugge la fiducia del cane nel suo proprietario, genera confusione e paura e induce il cucciolo a cercare alternative fittizie che innescano comportamenti molto più preoccupanti. Naturalmente le deiezioni del nostro cane andranno raccolte e depositate negli appositi cassonetti. Le strade, i marciapiedi, i parchi, i giardini, le aree cani, vanno lasciate pulite.
Oltre ad essere segno di civiltà, questa buona abitudine aiuta i cinofili a risultare ben accetti anche alle persone che non vedono di buon occhio i cani.
Importante: “Parti sin da subito col piede giusto, non scoraggiarti, abbi pazienza, calma e costanza e otterrai risultati sorprendenti !”
 
9. Miti da sfatare.
Il mio cane capisce tutto quello che dico = sbagliato!
È bene sapere che il cane NON capisce il linguaggio umano astratto, viceversa è in grado di capire benissimo una o più parole, purché associate a un gesto, un oggetto o un evento. Quindi per farti capire da Fido usa poche parole, semplici, chiare e sempre in associazione al gesto, all’oggetto o all’evento che vuoi far diventare rilevante per il cane. È inutile e diseducativo inondare il cane continuamente con fiumi di parole, vezzeggiamenti e gridolini, illudendosi che egli capisca il senso di tutto ciò che gli vien detto. In questo modo, Fido invece rimarrà sempre più confuso e non essendo in grado di decifrare il lessico del suo proprietario, imparerà ben presto a fare orecchie da mercante ogni volta che quest’ultimo apre bocca, per non dare retta a un tizio che non lo interessa minimamente e che gli reca fastidio.
 
Piccolo lessico familiare.
La signora Maria, al rientro dal lavoro, con le borse della spesa e con voce zuccherina -“Ciao-tesoro-di-mamma-sono-andata-al-supermercato-ho-fatto-la- ila-ho-incontrato-la-zia-Guendalina-che- ti-manda-tanti-baci-ha-detto-che-domani-viene-a-trovarti-e-io-ti-ho-comprato-la-pappa-che-ti-piace-tantoooooo-sei-contento.”!?!?!?
Scodinzolante e con l’aria felice, Fido saltella di qua e di là, allettato dalla vocetta garbata, acuta e cantilenante della sua padrona, tentando, perché no? Un timido attacco ai sacchetti di plastica a portata di zampe e fauci. “Eh lo so, lo so che hai capito!“ Sì, sì, bravo! Dopo-ti-preparo-la-pappa-adesso-lascia-stare-i-sacchetti- che-li-rompi-stai-giù-da-bravo-che-dopo-ti-apro-la-scatoletta-della-pappa-quella-buooooona-che-ti-piace-tanto. Poi rivolgendosi al marito, che nel frattempo non aveva smesso di leggere il giornale: “Ma lo sai Ugo che quando gli parlo Fido capisce tutto?”. Sarebbe un peccato togliere quest’illusione alla signora Maria! Se non fosse che Fido è un cagnetto che non la ascolta e non le ubbidisce minimamente! Confidando nella fortuna, in un discorso simile, l’unica parola che Fido può aver capito di tutto questo sciorinare è: ”pappa”
Già, perché nell’arco del tempo di vita in comune, Fido ha imparato ad associare la parola “pappa” con l’offerta di cibo. Tutto il resto è per lui assolutamente irrilevante. Ma non solo. Le parole “fiume”, oltre a non rivestire importanza per il cane, poiché escludono la possibilità di essere capite, generano in lui la convinzione che il proprietario non è un individuo degno di attenzione e rispetto.
Il cane, quindi, non è motivato a seguire le direttive di un tipo che la maggior parte delle volte dice cose senza senso. Quindi per farti comprendere dal tuo cane: “poche parole, sempre in associazione stretta con qualcosa di comprensibile per il cane come un oggetto, un evento o un gesto”. Importante: “Non parlare a vanvera!”

Il cane deve stare in giardino= sbagliato!
Contrariamente al luogo comune, il cane per essere felice (anche di taglia grande) non ha bisogno di abitare in grandi spazi. Come detto sopra, il cane è un animale sociale che ha bisogno di frequenti e strette interazioni con i suoi correlativi. Va detto subito e senza indugio che è molto più fortunato un cane tenuto in appartamento, ma che vive intense e frequenti interazioni col suo proprietario e che fruisce di regolari passeggiate e movimento fisico adeguato, del cane tenuto in un ampio giardino ma che viene lasciato in balia di sé stesso con scarsissime possibilità di interazione con l’uomo. Il primo è un cane affettivamente ed emotivamente ricco, il secondo un cane interiormente povero. Molti proprietari adottano l’alibi del “tanto il mio cane lo tengo in giardino” per eludere l’impegno di portare il cane a relazionarsi col mondo esterno. Il giardino non è la panacea degli oneri che ci impone il rispetto del cane. Se fai vivere il cane in giardino, tieni fede comunque all’impegno quotidiano che hai verso il cane cioè: ti relazionerai spesso con lui, lo porterai fuori, lo farai incontrare con altri cani, con altre persone, giocherai insieme a lui e farai attenzione che il vostro rapporto sia di affetto, fiducia e cooperazione. Diversamente ti troverai ben presto ad avere un cane depresso, annoiato, frustrato, triste o rassegnato, che via via perderà la su capacità di relazionarsi in maniera corretta con i suoi simili e col mondo. I sostenitori del “cane da giardino” dovrebbero orientarsi nella scelta verso quelle rare razze selezionate nei secoli per la guardia solitaria agli armenti; (pastore maremmano-abruzzese) in quei soggetti, la vita isolata, (benché non consigliabile) produce meno disagio psichico che in altri cani.

Un paragrafo a parte va dedicato ai “cani da capannone, da ditta o da zona industriale”
Questi poveri cani sono adibiti fin dalla tenera età all’ingrato quanto illusorio compito di “deterrenza per mariuoli!”, quindi lasciati soli senza contatti (perché “così diventa cattivo e fa la guardia”) a languire per tutta la loro vita fra quattro mura di cinta, con l’unico contatto umano del padrone che una volta al giorno gli porge la ciotola del cibo, e con l’unico pensiero di tener d’occhio l’apertura del cancello per scappare in paese. “Oh! uomo moderno, che peccato non sfruttare le recenti tecnologie, che con le loro molteplici applicazioni specificatamente adatte per tale scopo, (vedi antifurti) offrirebbero al cane da capannone un’aspettativa di vita molto più appagante”.
Importante: “Se vuoi arredare il giardino, compra una fontana, una statua o i nanetti con Biancaneve! Ma non comprare un cane”.
 
10. Capita anche nelle migliori famiglie!
Il mio cane è pazzo! Capita spesso di sentire pronunciare questa frase da proprietari delusi e scoraggiati dagli inopinati cambiamenti comportamentali del proprio cane. Lo scontento per quel tradimento traspare da ogni loro parola e la luce che fino a poco tempo fa, se parlavano di Fido accendeva il loro sguardo, si è spenta. Profondamente rattristati nella loro convinzione di aver subito un torto, vivono il cane come un problema dal quale distaccarsi e prendere le distanze.
Altri invece, al contrario, accettano di vivere situazioni veramente al limite della sopportabilità, conducendo una vita priva di relazioni, misurata e scandita dalle intemperanze e dalle bizzarrie dell’animale. Nell’uno e nell’altro caso si verifica la condizione in cui il rapporto tra cane e proprietario subisce un grave squilibrio assolutamente infruttuoso per entrambi, inoltre può capitare che questa defaillance, col passare del tempo, si incancrenisca producendo un nuova relazione perversa del tutto diversa da quella iniziale.

Non aspettare! Se vedi che il tuo cane:
– incomprensibilmente diventa aggressivo, verso persone o animali;
– ha paura di cose che prima considerava del tutto normali;
– fa i suoi bisogni in casa nonostante avesse imparato a farli fuori casa;
– abbaia e distrugge tutto quando rimane solo in casa;
– è distruttivo in tua presenza;
– abbaia in maniera eccessiva;
– non ubbidisce;
– ha un comportamento caratterizzato di ipersessualità;
– ha comportamenti ossessivo-compulsivi (si lecca ossessivamente o si rincorre la coda, ecc..).
Non farti prendere da immotivati pudori ma cerca al più presto l’aiuto di un professionista serio e competente.

Molti proprietari, rinunciano ad avere o a riconquistare una relazione sana e appagante perché non sanno che certi problemi si possono risolvere e/o perché sperano che il problema “passi da solo”.
Purtroppo questi problemi, quando insorgono, hanno bisogno dell’intervento di un esperto. Aspettando il problema potrà solo peggiorare. Rivolgiti ad una persona di fiducia per farti aiutare e non avere vergogna.
Importante: “Fatti aiutare a risolvere i disagi del tuo cane”.


LE ELEMENTARI NECESSITÀ DI FIDO 

Fido ha bisogno di sentirsi utile.
I cani sono stati selezionati nei secoli secondo le loro doti caratteriali e le loro qualità di utilità per l’uomo. Fido, quindi, secondo la sua propensione innata, ha voglia di fare qualcosa per l’uomo.
Sarà tuo compito capire cosa piace fare al tuo cane e incanalare la sua energia verso il giusto sbocco (uscite, gioco, attività sportive, attività di utilità sociale, ecc.). Diversamente ti ritroverai ben presto con un cane annoiato che facilmente si inventerà qualcosa (non necessariamente gradita all’uomo) per autogratificarsi o con un cane che potrebbe addirittura generare problemi gestionali. Al cane non bastano due uscite giornaliere per fare pipì, a meno che il cane sia anziano, malato o debilitato o ormai rassegnato.
 
Fido ha bisogno di una figura di riferimento di cui fidarsi.
Dovrai essere tu quella guida sicura e affidabile a cui farà riferimento il tuo cane. In mancanza di una figura autorevole, essendo vacante il ruolo di “referente”, sarà il tuo cane che sentirà il dovere ancestrale di accollarsi, suo malgrado, l’onere di guidare il gruppo. Puoi immaginare facilmente cosa succede in un branco- famiglia dove le direttive le stabilisce il cane. Come deve essere un buon proprietario? Responsabile, affidabile, responsabile, affettuoso, premuroso, leale, coerente, paziente, calmo, sicuro, sereno ma anche fermo, propositivo, carismatico, interessante, deciso e autorevole.
 
Fido ha bisogno di stabilità.
Il cane è un animale abitudinario, quindi nei limiti del possibile, mantieni invariata la sua routine quotidiana (pasti, uscite, bisogni sempre agli stessi orari). Anche l’ambiente famigliare dovrà essere possibilmente sereno e privo di scossoni emotivi.
 
Fido ha bisogno di privacy.
Provvedi a fornire al cane un posto tutto suo nel quale possa ritirarsi qualora senta il bisogno di appartarsi, magari da una famiglia momentaneamente divenuta troppo chiassosa o vivace.
 
Fido ha bisogno di rispetto.
Impara a riconoscere le reali necessità di Fido (chiedi agli esperti, frequenta corsi cinofili, leggi libri, riviste specializzate), dopodiché RISPETTALE! Fido non è un pelouche ma un essere vivente con sue precise esigenze a volte anche molto lontane da quelle umane; insegna ben presto anche ai tuoi bambini a rispettarle.
 
Fido ha bisogno di cure.
Cibo di buona qualità e adeguato alle sue esigenze nutrizionali e al suo dispendio energetico, acqua fresca sempre a disposizione, visite regolari dal veterinario, igiene e cure del caso, un luogo di riposo accogliente, caldo d’inverno e fresco d’estate (pericolosissimi i colpi di calore). Ma soprattutto Fido ha bisogno di te! Non dimenticarlo mai.

Carmen Pasquali