Chi mi conosce sa che sono un tipo un po’ strano, che vive in una casa solitaria in mezzo alla natura con un sacco di animali, che adoro, e per i quali da trent’anni compio rinunce e scelte difficili.
Sono una scrittrice, ma non ho scritto la saga di Harry Potter, quindi non sono più ricca della regina d’Inghilterra. Quindi non posso nutrire i miei amati con scatolette che costano come i brillanti di Cartier.
Amo i miei pelosi più del resto del genere al quale appartengo e ci tengo che vivano felici e sani, il più a lungo possibile. Ho lo studio in casa, quindi mentre scrivo cucino. Anche perché negli ultimi anni scrivo quasi esclusivamente di cucina…
L’equazione è semplice: ho un sacco di animali + cucino + ho tempo + ho pazienza = cibo casalingo.
Negli anni ho conosciuto una serie infinita di imbecilli, che davano al loro cane ogni avanzo della cucina, dalla pasta all’arrabbiata al pollo al curry, alla casoeula con verza e cotechini.
Confesso che qualche volta l’ho fatto anch’io: risotto alla parmigiana, pezzi di bollito, il petto del pollo allo spiedo comperato al mercato (lo odio, è troppo stopposo).
In generale, quando cucino per i miei cani (e di questo – miei cari lettori – vi riparlerò, perché lo ritengo di fondamentale importanza) preparo riso o pasta con verdure e carne bollita, con qualche aggiunta, tipo formaggio magro, yogurt, una spolverata di parmigiano, ecc.
Un giorno ho cucinato un risotto con bricioline di speck per un amico e ne ho dato una porzione al mio cane piccolo, la mitica Morgana, che da anni è una star su Facebook. L’amico mi ha detto: “Vorrei mangiare anch’io tutti i giorni come il tuo cane”. Ed ho avuto un’illuminazione.
Non sono i miei cani a mangiare da umani, sono io che mangio da cani…