Divertiamoci insieme: l’importanza e il valore del gioco
9 gennaio 2013
12 min

Divertiamoci insieme: l’importanza e il valore del gioco

gioco

Il gioco riveste un’importanza etologica fondamentale nella vita del cane: nel cucciolo rappresenta una palestra formativa comportamentale, ma anche nel cane adulto rimarrà un bisogno imprescindibile. Sarà una di quelle prerogative fondamentali, attraverso la cui gestione potremmo introdurre elementi educativi e di apprendimento. Inoltre, ci darà la possibilità di rispondere al bisogno di attività del cane, inserendo all’interno delle sue dinamiche, oltre che direttamente quella ludica, più elementi in contemporanea (attività fisica, attività esplorative, attività sociali, attività intellettive e cognitive), utili a risolvere la formula teorica di attività generale. In questo senso, è il miglior rimedio nei confronti di quell’insidia – la noia – di cui è vittima la gran parte degli “urban dogs”. Soprattutto, rappresenta la possibilità di garantirci l’occasione, reciprocamente soddisfacente, di migliorare la qualità del nostro rapporto attraverso una situazione ottimale per poterci relazionare con lui divertendoci insieme!

FUNZIONI DEL GIOCO

Il cane è sicuramente un animale sociale. Attraverso la sua storia selettiva (domesticazione e, più recentemente, familiarizzazione), la sua dimensione sociale vive un dualismo: quello intraspecifico (con gli altri cani) e quello interspecifico (quello con l’essere umano). Entrambe queste condizioni possono e devono trovare nel gioco una possibilità relazionale, di confronto e adattamento. Per tanto, la mancanza di una non potrà e non dovrà essere sostituita dall’altra.

Per coerenza espositiva, in questa breve rassegna saranno presenti voci che rimandano alla dimensione intraspecifica, ma in questa sede mi limiterò ad accennarle, salvo approfondirle in una prossima occasione quando ci occuperemo in particolare di socializzazione.

Ecco una serie – magari incompleta – delle innumerevoli funzioni cui il gioco può assolvere: formare il comportamento sociale dell’adulto; stimolare i comportamenti che determinano coesione degli individui e facilitare l’interazione sociale; stabilire relazioni sociali precoci e salde; migliorare la coordinazione motoria; potenziare la destrezza fisica e mentale; fornire la possibilità di esercitarsi; fornire ai cuccioli un’opportunità per apprendere circa i ruoli sociali e la loro previsione; fornire, soprattutto ai cuccioli, un’opportunità per l’esplorazione (attività istintiva che anche gli adulti non disdegneranno); fornire un’opportunità sicura per risolvere problemi di crescente complessità; nel cane anziano, giochi che lo stimolino anche solo a livello intellettivo contribuiscono a mantenerlo giovane dal punto di vista psicologico; il gioco può stimolare i cani dotati di scarso temperamento (ipo) o insicuri, garantendogli coinvolgimento e acquisizione di sicurezza e autostima.

La maggior parte dei normali comportamenti del nostro cane domestico è appresa durante il periodo di gioco.

Il gioco è piacevole e può, quindi, essere appagante anche da solo, qualsiasi sia il suo significato.

IMPARIAMO A GIOCARE

Non dimentichiamoci mai che, se il nostro primo obiettivo è di fare in modo che il cucciolo si diverta, lui sta comunque imparando, sperimentando e migliorando a livello relazionale la qualità del suo rapporto con noi in termini di fiducia, stima e affiatamento; di fatto si sta allenando, per diventare un adulto socialmente ben integrato.

LE REGOLE DEL GIOCO

Il gioco – inteso come oggetto e mezzo per l’interazione (palline, manicotti, riportelli, corde, nodi, frisbee o altro che sia) – non dovrebbe mai essere lasciato a disposizione del cane, ma comparire nella fase relazionale ludica in cui noi siamo la parte fondamentale, in quanto suoi ispiratori e suoi motori (ciò ci metterà, tra l’altro, nell’auspicabile condizione di diventare per il cane fonte di interesse e attenzione). Il giocattolo deve necessariamente rappresentare il tramite relazionale, ma il vero interesse, l’oggetto dell’attenzione e del desiderio del cane dobbiamo essere e rimanere noi! Il rischio è di avere un cane molto condizionato, per esempio pallina-dipendente, cosa che potrebbe rivelarsi utile in un ambito di addestramento competitivo, ma non certo in sede di education.

Non lasciare mai che il cane possa utilizzare il gioco da solo: altra cosa sono quelli che preferisco definire passatempi anti noia/stress, in altre parole supporti lasciati a disposizione del cane per mantenerlo impegnato dal punto di vista psico-fisico in nostra assenza, utili anche a distoglierlo da atteggiamenti distruttivi nei confronti di mobilio e quant’altro. Mi riferisco a ossi da masticare e ai vari tipi di kong e affini. Non diamo mai al cane, nemmeno al cucciolo, la possibilità di giocare mordendo parti del nostro corpo, pena l’interruzione temporanea di ogni relazione e comunicazione con lui. Sarebbe opportuno che, anche, indumenti e altri oggetti di nostra proprietà non fossero mai utilizzati come strumento di gioco, onde non indurre pericolose e dannose confusioni (il cane non è in grado di riconoscere il valore di una vecchia ciabatta da quella di una scarpa costosa).

Gestione, inizio e fine: come per le altre prerogative del cane (cibo, contatto sociale), anche nel caso del gioco dovremo sapere praticarne una gestione corretta e funzionale dal punto di vista dell’acquisizione e rafforzamento del nostro status di persona di riferimento (leader), cioè colui che sa organizzargli la vita, garantire la soddisfazione delle sue necessità psico-fisiche pur ponendo, nel fare questo, alcune regole. In pratica, non dovremo mai consentire al cane di prendere in mano la conduzione del gioco né in termini d’iniziativa, né in quelli delle modalità. Qualora il cane introducesse, soprattutto inizialmente, nelle modalità di gioco una propria tendenza di suo gradimento più “famigliare” e non si mostrasse incline alle nostre eventuali sollecitazioni intese a proporre una dinamica alternativa determinata da noi, dopo un certo intervallo in cui gli concediamo la possibilità di scelta, è consigliabile interrompere il gioco allontanandoci dal luogo del “misfatto” (esemplificherò in maniera compiuta e pratica questo concetto quando descriverò il corretto svolgimento del gioco della pallina). Dovremo essere, dunque, noi a dettare i tempi, stabilendo un inizio e ponendo inserire una fine del gioco in relazione alle risposte del cane. Questo è funzionale a rafforzare in maniera naturale e semplicemente significativa il nostro status e non rappresenta niente di irrispettoso o brutale, ma corrisponde a evidenze etologiche osservate all’interno delle cucciolate. Inoltre, sarà opportuno verificare lo stato di attivazione e il livello di eccitazione del cane (detto con un termine anglosassone piuttosto di tendenza “arousal”): un livello troppo elevato implica perdita di controllo, scarsa capacità di concentrazione e, quindi, interruzione temporanea e ripristino di una situazione media. Viceversa, un livello basso è indicativo di apatia, svogliatezza, deficit di attenzione e richiede un intervento inteso a una stimolazione motivazionale.

A ciascuno il suo (il gioco in relazione al tipo di cane e alle nostre aspettative): i cani non sono tutti uguali! In funzione della tipologia morfologica, attitudinale, ma soprattutto delle doti caratteriali e del repertorio comportamentale (etogramma), ci saranno giochi più indicati, altri meno, altri ancora del tutto sconsigliabili. Ѐ evidente che un Golden saprà eccellere nei giochi di riporto, si divertirà un mondo: ottimo, ma probabilmente nelle sue dinamiche di gioco potremo inserire ben poco a livello educativo. Nel caso di cani dal carattere forte e dotati di tempra sviluppata, un gioco come il tira-molla comporta dei rischi e dovrà, eventualmente, venire gestito con estrema attenzione. Inoltre, dovremo considerare quanto ci aspettiamo in previsione dal nostro cucciolo, nonché la possibilità di fare del gioco un supporto terapeutico a fronte di eventuali problematiche psico-comportamentali.

Quando dire basta: è fondamentale che il gioco rappresenti per il cane una situazione altamente motivante, coinvolgente, eccitatoria e, perché no, gioiosa. Ѐ importante, quindi, stabilirne la fine nel momento in cui il cane manifesti i primi segni di disinteresse e stanchezza.

QUALI GIOCHI: ALCUNI ESEMPI

La possibilità di proporre giochi al nostro peloso sono innumerevoli e, al di là di quelli “istituzionali”, la nostra fantasia potrà sbizzarrirsi per elaborarne di nuovi o proporre varianti di quelli già conosciuti. Abbiamo detto che un “buon gioco” è quello che permette al cucciolo di corrispondere alle sue tendenze etologiche e che al contempo, mediante l’introduzione di alcune regole, ci permetta di farne uno strumento di supporto educativo e apprendimento comportamentale, quando non addirittura di terapia di sostegno.

In questo senso molto utili e facilmente praticabili sono i giochi che potremmo ascrivere a due categorie:

GIOCHI DI RIPORTO: in questo caso, quello che inizialmente stimola il cucciolo è la possibilità di rincorrere e conquistare un oggetto che gli è lanciato, come una semplice pallina. Etologicamente è qualcosa che rimanda a una modalità di inseguimento della trasposizione di un’ipotetica preda! Quello che accade nella maggior parte dei casi – Retrivers esclusi, per cui la modalità riporto è ben inserita nell’etogramma selettivo – è che, una volta conquistata la preda, il cucciolo provi soddisfazione nel godere della sua conquista (fuga con la palla in bocca, masticazione della stessa…), concentrando su di essa la sua attenzione e dimenticandosi di noi! Non corretto da un punto di vista educativo, ma anzi disfunzionale! Come già detto, noi dobbiamo rimanere l’obiettivo dell’attenzione del cane (questo è veramente propedeutico e fondamentale nella gestione abitudinaria).

Cosa assolutamente da non fare sarà quella di raggiungerlo e tentare di estorcergli la pallina dalla bocca: stimoleremo la contesa e lo indurremo a fuggire da noi, esattamente ciò che non è auspicabile! Ed ecco il colpo di genio: una seconda pallina identica alla prima che estrarremo dalla tasca e che inizieremo a palleggiare mostrando sommo divertimento. “Guarda un po’ cosa mi combina questo”, penserà il cane! La sua attenzione sarà richiamata dalla seconda pallina e, quindi, attraverso questa su di noi: il gioco è più o meno fatto! Dopo una fase d’indugio e imbarazzo sul da farsi, in funzione delle caratteristiche del cucciolo e della nostra capacità di essere “motivanti”, il nostro amico, perdendo interesse per la prima pallina, la lascerà spontaneamente cadere (cosa che noi con un timing esemplare assoceremo alla parola/comando “Lascia!”) per dirigersi verso di noi: vittoria! Ѐ il momento di far partire la seconda pallina, introducendo il comando “liberatorio” (“Ok!” o “Vai!”), di cui già avremo fatto uso in altre situazioni. Se ciò non dovesse verificarsi (situazione assai rara nel caso del cucciolo, che auspica una possibilità relazionale con noi), lo lasceremo a godersi la sua pallina. Molto probabilmente, subito questa perderà ogni tipo d’interesse e il cucciolo ci seguirà. Ѐ probabile che un secondo tentativo sortisca già l’effetto desiderato!

In questo modo otterremo indirettamente tre effetti assolutamente significativi: la pallina perderà la sua valenza di “oggetto” del desiderio”, la motivazione sarà trasferita alla dinamica del gioco che saremo noi a gestire e, inoltre, potremmo introdurre dei comandi. Di fatto, dopo poche esperienze, la dinamica del gioco sarà ben chiara e soddisfacente per il cucciolo, poiché gli garantirà l’interazione relazionale, la collaborazione e lo scambio con noi! Questo farà in modo che, una volta conquistata la pallina, l’interesse del cucciolo divenga (magari ci vorrà un po’ di tempo e perfezionamento) quello di riportarla, consegnarla in maniera da dare seguito a un gioco “alternativo”, ma, se saremo bravi, molto più coinvolgente e sicuramente utile e funzionale a forme di apprendimento e correzione comportamentale. La pallina è molto pratica nelle prime fasi, ma poi potrà essere sostituita, anche in funzione della tipologia e delle caratteristiche del cane, da altri oggetti: dummies, riportelli, fino ai frisbee, il cui utilizzo rappresenta una nuova realtà agonistica.

GIOCHI DI FIUTO E DI RICERCA: tutti siamo a conoscenza dell’importanza del fiuto nel cane, è proverbiale! Di fatto il suo cervello è predisposto a ricevere, elaborare e utilizzare informazioni che gli derivano da questo senso. Non tutti ci poniamo nella condizione di poterlo valorizzare e stimolare. Facendolo, viceversa, garantiremo al nostro Fido un sicuro appagamento di tipo psico-etologico e cognitivo, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini del suo benessere. Tutti i giochi che possiamo ascrivere a questa categoria ci permettono di poterlo fare!

LA PISTA

Il punto di partenza è una pista molto elementare (inizialmente potremo allestirla anche in casa). Distribuiremo una serie di bocconcini in linea e a poca distanza tra loro fino a un punto d’arrivo connotato da un maxi premio (jackpot: una serie di bocconcini o qualche tipo di ghiottoneria). Mettiamo il cane in posizione di attesa (“Seduto!”, “ Resta!”), prima di dargli il via con l’abituale comando. Durante la sua ricerca assoceremo il momento immediatamente precedente al raggiungimento di ogni singolo bocconcino con il comando “Cerca!”, seguito da un bel “Bravo!”. L’evoluzione dell’esercizio comporta semplicemente il complicare la pista, inserendo cambi di traiettoria e aumentando la distanza tra i bocconcini. Si potrà poi passare a svolgere l’esercizio all’esterno, prima in superfici dove il bocconcino non sei facilmente individuabile (erba, ghiaia…), poi la pista si potrà ottenere semplicemente strofinando alcuni punti con cibo umido o formaggio morbido, fino al premio finale indicativo della fine della ricerca.

IL CERCA-TROVA

In questo caso il premio (particolarmente gustoso) dovrà essere nascosto magari sotto un recipiente (un vaso o una ciotola, aggiungendo un altro elemento al gioco: individuato il premio, il nostro amico dovrà anche trovare il modo di raggiungerlo) e dovremo stimolare (“Cerca!” con tono incoraggiante) il cane alla sua ricerca. Inizialmente, lo porremo in una posizione in cui sia facilmente individuabile, se dovesse indugiare troppo o, successivamente, quando il nascondiglio sarà meno accessibile, collaboreremo con lui orientando la sua ricerca.

ATTIVAZIONE MENTALE

I giochi di fiuto o ricerca possono essere facilmente associati a quelli di attivazione mentale e solving games: il premio dovrà essere individuato attraverso il fiuto tra più oggetti in serie, uno solo dei quali cela il premio (vasi con fori, scolapasta, bicchierini bucati alla sommità…) e/o inserito in un contenitore, che impegni il cane anche a livello intellettivo per poterlo raggiungere.

 

Michele Raffaelli

Dottore in Scienze del comportamento animale

Educatore cinofilo e consulente comportamentale