L’applicazione in campo veterinario della floriterapia in generale, non soltanto è possibile, ma costituisce un potente mezzo terapeutico proprio dove altre terapie, convenzionali e no, non riescono ad arrivare, agendo sullo stato d’animo dell’animale e permettendogli di liberarsi da quei tantissimi sentimenti negativi (paura, tormento, abulia, conseguenze da traumi, attaccamento eccessivo, aggressività….) che spalancano le porte alla malattia.
L’applicazione dei Fiori è possibile sia sugli animali d’affezione, che su quelli d’allevamento. Non ci sono limiti di specie e neppure d’età o di stato fisico.
Proprio perché la terapia è ad personam, il meglio di sé la floriterapia lo dà aiutando gli animali che possiamo comprendere individualmente: animali d’affezione (anche cavalli che rispondono molto bene ai Fiori, proprio per la loro caratteristica sensibilità) e soprattutto quelli “urbanizzati” che vivono all’interno delle nostre case. L’ambiente urbano è particolarmente snaturante e questo, unito allo stretto contatto fisico del proprietario con l’animale (col quale convive negli stessi locali, spesso anche in spazi estremamente ristretti), provoca inevitabilmente la strana realtà di branco costituito da specie diverse. In questo contesto l’animale diventa di fatto “membro della famiglia”. Esso riempie nelle persone uno spazio affettivo che diventa progressivamente sempre più grande e che non può e non deve essere sottovalutato nella sua portata emotiva.
Una delle realtà più significative della città è la promiscuità. In questo vivere ciascuno per proprio conto, ma in definitiva tutti insieme entro uno spazio che acquista una dimensione del tutto particolare, ci sono anche gli animali. La conseguenza non può che essere quella di una vicinanza anche affettiva che diventa un legame fortissimo e che influenza in modo globale le emozioni e i comportamenti di persone e animali.
Ecco così che un cane, più bambino che cane, con natura e individualità distorta o frustrata, diventa un soggetto problematico impossibile da lasciare da solo, portare in mezzo alla gente o al parco perché troppo pauroso, o geloso, o aggressivo. I problemi possono insorgere a qualunque età e non sono sempre conseguenze di terribili traumi. Anche nello scorrere normale degli eventi, quando adottiamo un animale modifichiamo i nostri ritmi e le nostre abitudini; se la loro presenza stravolge la nostra vita, come possiamo credere di non fare altrettanto nei loro confronti?
Dal momento in cui entrano nella casa, ecco che cerchiamo di cambiarli, di renderli il più simile possibile al nostro ideale e tentiamo di dar loro la “forma” che più ci piace. E loro cercano di accontentarci, chiedendo a noi solo attenzione e affetto , anche se il nostro è nei ritagli di tempo, discontinuo, lunatico. Si crea così una corrente emozionale a doppio senso che si rinsalda aumentando nel tempo. E’ qui che si genera qualche “difetto di trasmissione” che causa spesso ripercussioni tali da sfociare in disturbi comportamentali e fisici anche di notevole entità. La partenza consiste in disturbi degli affetti, del sentimento in genere.
Si possono risolvere ovviamente rimuovendo l’ostacolo ove sia possibile (atteggiamenti sbagliati dei proprietari, errori nella routine giornaliera, alimentazione non idonea, ecc…) e poi con i mezzi che il dottor Edward Bach e Ian White ci hanno indicato: 38 Fiori di Bach e 69 fiori Australiani capaci di far ritrovare la pace, la serenità e la salute.
La Floriterapia è costituita da più elementi terapeutici: il colloquio, la presa di coscienza delle problematiche, l’uso dei fiori, il lavoro sugli animali viene fatto attraverso diverse discipline.