Scopo dell’educazione del cane nella sua più moderna acquisizione e funzionale alla sua dimensione urbana è quello di fargli apprendere dei comportamenti che risulteranno utili, corretti e adatti alla realizzazione ottimale della sua vita sociale.
In questo modo, sarà soddisfatto il suo bisogno di organizzazione e collocazione all’interno del branco/famiglia.
L’APPROCCIO EDUCATIVO DI TIPO COMPORTAMENTALE
Per apprendimento s’intende, appunto, la possibilità per il cane di ricevere e accumulare informazioni che gli consentiranno successivamente di fornire una risposta corretta e adeguata.
Questo è il significato dell’approccio educativo di tipo comportamentale!
Fondamentalmente, questo si rifà alle regole del condizionamento operante: comportamento scorretto → nessuna risposta – comportamento corretto → gratificazione.
In altre parole, se una determinata azione non produce effetti, il cane proverà qualcos’altro. Se questa nuova azione – da noi ritenuta corretta – sarà corrisposta da una gratificazione, sarà conservata e potrà entrare nel suo repertorio comportamentale.
Viceversa, l’azione che non ha prodotto effetti tenderà a essere abbandonata.
Pertanto è previsto sicuramente il ricorso all’uso del rinforzo positivo, che connota una determinata azione e ha come conseguenza – come detto – l’aumento di probabilità di ripetizione della stessa azione.
Il rinforzo positivo più usato è il bocconcino-premio, che verrà poi alternato a semplici gratificazioni vocali (rinforzo secondario: BRAVO! – molto importante è il tono della voce più della parola stessa -) e fisiche (coccole-carezze).
Questo tipo di rinforzo, per altro, ci metterà nelle condizioni di evitare l’inghippo della ricompensa-esca. Anche il gioco può essere un ottimo rinforzo, oltre che uno stimolo! La frequenza cui si ricorrerà al bocconcino premio (dopo la prima fase in cui per favorire la comprensione è utile premiare sempre, avrà un tasso variabile: una si, 3 no e poi jackpot…a seconda del cane e della nostra sensibilità – mentre sarà sempre presente il rinforzo secondario in termini di lode e carezza gratificante). Cerchiamo di evitare situazioni di condizionamento e automatismi (cani bocconcino-dipendenti o che dettano le condizioni: “Mi sono seduto, mo’ mi devi dare il bocconcino), introducendo parecchie variabili.
I comandi che saranno veramente utili e funzionali a questa finalità educativa e con cui il cane dovrà familiarizzare attraverso l’esercizio, sono, di fatto pochi.
Ѐ importante che durante l’apprendimento, oltre ad essere chiari ed espliciti, si mantenga sempre – armandoci di santa pazienza e molta buona volontà – una calma olimpica!
I COMANDI PRINCIPALI
Abbiamo detto che i comandi fondamentali sono pochi, ma propedeutici e realmente utili. Sarà bene, quindi, iniziare molto presto a esercitare il nostro cucciolo: 1) SEDUTO! – Posizione rilassata del cane in attesa; 2) RESTA! – Proseguimento della posizione precedente, in attesa, eventualmente di un successivo comando di consenso, ad esempio OK! – VAI! – VIENI!. Prevede maggiore capacità di controllo per i tempi più lunghi e per la distanza da noi. Il TERRA! sarebbe così il compendio significativo del fatto che il cane abbia compreso quanto ci aspettiamo; 3)LASCIA! – Rinuncia al possesso; 4) NO! – Interruzione di una sequenza comportamentale.
MA COME SI FA?
Vediamo quindi come porre le basi per l’apprendimento di questi comandi, mediante semplici esercizi che proporremo al cucciolo quotidianamente per sessioni di circa dieci minuti, possibilmente dopo esserci garantiti la sua attenzione proponendogli qualche gioco: il nostro cane deve essere motivato!
LO STIMOLO CHE ATTIVA. Lo stimolo attivatore che utilizzeremo sarà un bocconcino stretto nel pugno, dopo aver stimolato il nostro amico peloso, che ci aiuterà a “suggerire” quanto gli stiamo chiedendo e diventerà – come previsto – l’eventuale iniziale rinforzo.
ATTIVARE LO STIMOLO. Terremo, quindi, la mano contenente il bocconcino all’altezza del nostro petto e scoraggeremo, spostandoci indietro e lateralmente, i tentativi del cane di conquistare il boccone con una modalità sbrigativa conosciuta: il balzo e la presa!
Dopo un certo numero di tentativi falliti, il nostro esuberante peloso, si concederà una pausa per valutare il da farsi e ci guarderà (eventualmente lo stimoleremo a farlo, emettendo un suono).
In certi cani fortemente ”iper” già questo step potrebbe meritare un premio (shaping = modellamento), altrimenti sposteremo la mano in avanti lungo la traiettoria visiva del cane, mantenendola alla stessa altezza e inclinandoci leggermente verso di lui. Anche in questo caso per certi soggetti potremo frazionare l’esercizio, premiando inizialmente la sola intenzione di sedersi.
IL PRIMO “SEDUTO”. Una volta che il cane raggiungerà il seduto, inizialmente, il premio dovrà arrivare immediatamente, unitamente alla lode che comunichi approvazione, compiacimento, ma non eccitazione (tono di voce suadente).
L’ASSOCIAZIONE. A questo punto potremo cominciare ad associare il comando verbale di SEDUTO al premio. Ѐ importante dare il comando una sola volta con tono di voce fermo, ma non duro, recuperando la posizione eretta con un movimento lento e tranquillo e solo dopo premiare il cane.
L’esercizio può ritenersi concluso, quando otterremo un seduto convinto e rilassato, mantenuto anche per un certo numero di secondi prima del premio (cominciamo a utilizzare anche la sola gratificazione verbale in alternativa al bocconcino).
DAL SEDUTO AL RESTA. Ottenuto il seduto, potremo iniziare il logico proseguimento dell’esercizio – il RESTA! – che grazie all’introduzione dei parametri distanza-tempo, insegnerà al cane a rimanere in attesa in uno stato di quiete e rilassamento, prima di un evento gradito e gratificante.
Poiché il cane, sociale per definizione, mal sopporta anche il solo presagio dell’abbandono, sarà fondamentale fargli capire che, comunque, a ogni allontanamento noi torneremo sempre. Per questo è importante osservare una rigorosa progressione nei tempi di attesa e nella distanza di allontanamenti.
Inoltre sarà importante gratificare sempre il cane al rientro. Secondo la tipologia caratteriale del cane, dovremo interrompere le sessioni di esercizio con una certa frequenza, dando al cane il comando liberatorio (OK! – VAI!) e farlo giocare in libertà.
COME INSEGNARE IL RESTA. Inizialmente, dopo aver premiato il cane per il SEDUTO, faremo un mezzo passo indietro per poi riavvicinarci e premiare il cane che, probabilmente, non si sarà mosso. Ripetiamo per un certo numero di volte e se il cane continuerà a mantenere la posizione di seduto, aumentiamo progressivamente il numero di passi indietro.
In questo esercizio è molto utile l’utilizzo della mimica: palmo della mano rivolto verso di lui a significare ALT!
Possiamo procedere con l’aumento del tempo di attesa prima del rientro nella posizione di partenza (all’inizio qualche secondo), avendo cura di anticipare con un NO! – RESTA! accompagnato dalla mimica della mano e immediato ritorno, l’eventuale intenzione del cane di alzarsi.
Inizialmente il comando RESTA! dovrà essere pronunciato immediatamente prima del nostro riavvicinamento al nostro amico, poiché, non conoscendolo ancora, potrebbe interpretarlo come un invito.
DISTANZA E TEMPO. Come detto, possiamo aumentare l’impegno e la difficoltà dell’esercizio giocando sui due parametri distanza e tempo: il consiglio è di non esagerare con il primo, la distanza, magari può essere più utile diversificare la nostra traiettoria di allontanamento e, al limite, interrompere il contatto visivo girando le spalle al cane, fino a scomparire per qualche secondo dalla sua vista.
Viceversa è più utile giocare sul parametro tempo, anche perché potrebbe capitare che il cane spontaneamente decida di sdraiarsi ottenendo così spontaneamente il TERRA! (che immediatamente assoceremo al comando vocale con una solenne gratificazione). Poiché il nostro vero scopo non è quello di far mantenere al cane una posizione precisa, questo – perché indicativo del fatto che lui ha raggiunto un maggior grado di rilassamento durante la fase di attesa – sarà sicuramente auspicabile!
Nel caso ciò non avvenga, per ottenere il TERRA sarà possibile ricorrere nuovamente allo stimolo attivatore rappresentato dal bocconcino (e a un piccolo aiuto “meccanico”). Partiamo dal SEDUTO! e lentamente accovacciamoci di fronte a lui. La mano destra stringerà il bocconcino all’altezza del muso del cane, la sinistra partendo dal contatto con la spalla destra del cane arretrerà posizionandosi qualche centimetro sopra la groppa del cane per creare un impedimento che, però, mai dovrà risolversi in una spinta verso il basso. A questo punto con la mano che stringe il bocconcino, descriveremo piuttosto rapidamente un movimento a L, prima verso il basso poi leggermente in avanti. Sulla carta il cane, per seguire il movimento della mano, abbasserà il treno anteriore (cosa cui immediatamente noi assoceremo il comando TERRA!). In realtà, molti cani inizialmente tenderanno ad alzare il posteriore mentre abbassano la testa.
Per una buona riuscita è importante il movimento della mano destra e capire quale sia la distanza giusta dal corpo. Potrebbero essere necessari più tentativi durante i quali saremo aiutati dall’ostacolo rappresentato dalla mano sinistra (ripeto mai premere: otterreste la risposta uguale e contraria). Non appena il cane abbozzerà l’abbassamento del posteriore, connoteremo la cosa con un bravo e, volendo, in termini di “modellamento” potremo già aprire la mano e concedere il premio. Successivamente, la mano si aprirà solo al raggiungimento della posizione completa e nel giro di un paio di lezioni, anche, la mano sopra il posteriore non sarà più necessaria e il cane eseguirà il terra in maniera spontanea.
Il LASCIA! rappresenta un comando indispensabile e altrettanto funzionale, poiché contrasta la tendenza del cane all’uso del morso e della presa, alla possessività, introducendo – attraverso il corretto insegnamento – valori sicuramente utili quali la cooperazione, la condivisione e lo scambio. Proprio in questi termini si dovrà procedere per avviare il corretto insegnamento, ovvero nei termini di uno scambio, in cui il cane spontaneamente rinuncia al possesso, a favore di uno scambio inteso a una condivisione che sarà premiante e motivante. Mai si deve innestare una modalità di contesa! Ecco perché una delle vie più utili e veramente cognitive per insegnarlo è quella di inserire il LASCIA! in una dinamica di gioco. Lo potremo fare con sicuri risultati nelle fasi iniziali del gioco di riporto della pallina, grazie allo stratagemma della seconda pallina. Vedendo comparire la seconda pallina che avremo cura di rendere particolarmente interessante, il cucciolo perderà interesse per quella conquistata su cui stava facendo istintivo esercizio di possesso, lasciandola cadere: ecco il momento di associare il comando verbale LASCIA! e premiare la scelta del nostro amico con il lancio della seconda pallina. In breve il cucciolo che anela a una possibilità relazionale con noi sarà incoraggiato a questa forma di scambio e il LASCIA! diventerà piuttosto naturale in quanto comportamento utile. Anche in altre situazioni il LASCIA! dovrà essere introdotto in una situazione di scambio e condivisione. Quando il nostro cucciolo si presenterà con qualcosa in bocca (magari proprio ciò che in bocca non dovrebbe avere), lo stimoleremo con un bocconcino per ottenere una spontanea rinuncia della sua “conquista” a favore di quanto noi gli proponiamo, associando sempre la sua azione con il comando vocale. Nel gioco del tira-molla, specialmente con una certa tipologia di cani dal carattere particolarmente forte, la condicio sine qua per praticare questo gioco affinché sia appagante (e lo è in alcune razze e in certi soggetti e, in questo senso è utile inserirlo in un contesto ludico), ma scevro da rischi di autostima e funzionale a ottenere un controllo su certe sue propensioni, sarà una convinta riuscita del LASCIA!
Il NO! e LA PUNIZIONE. Fino ad ora ho insistito molto sull’utilità del rinforzo inteso come strumento per incentivare la ripetizione di un comportamento valutato come corretto. Non ho mai alluso a un intervento correttivo inteso, viceversa, all’indebolimento o inibizione del ripetersi di un comportamento sgradito (risposta operante) o scorretto. Di fatto, questo concetto rappresenta la famigerata e tanto discussa PUNIZIONE (in realtà, questo non è del tutto vero perché la tecnica di ignorare il cane e l’interruzione del contatto rappresentano a tutti gli effetti una forma di PUNIZIONE NEGATIVA: sottraggo qualcosa di gradito).
In realtà, in certe situazioni e con certi cani, magari non più propriamente cuccioli, questo potrebbe non essere sufficiente o efficace dal punto di vista del modellamento comportamentale. Se il solo ignorarlo rappresentasse il modo per inibire un comportamento, il cane smetterebbe di mangiare, dormire o altre cose, durante le quali noi siamo ben lungi dal prestargli attenzione. Viceversa, il nostro Rott (che come nel caso di altre razze “toste” da noi volute e selezionate con certe attitudini – capacità e appagamento etologico nel morso- e che per tanto o eliminiamo – come vorrebbero alcuni – o, per uno spirito libertario ci teniamo, magari destinandole a proprietari dotati di maggiori capacità ed esperienza), probabilmente non farà una piega dovesse essere ignorato mentre è attaccato al braccio del postino (diversamente dal postino stesso che magari potrebbe cominciare ad avanzare qualche dubbio sull’efficacia di questa tecnica). Ecco perché il ricorso a TECNICHE CORRETTIVE a volte si rende necessario e, di per sé, non rappresenta niente di illecito, immorale o poco etico. Possono, e spesso lo sono, esserlo eventualmente i modi e i tempi in cui tale intervento si sviluppa e sicuramente l’equazione contestabilissima tra intervento correttivo e violenza gratuita, magari a prescindere (ogni riferimento a fatti o persone non è del tutto casuale!), ma qui entriamo nell’ambito del buon senso e dell’intelligenza che ritengo debbano essere prerogative NECESSARIE per chi voglia legare la propria vita a quella di un cane! Eh sì, perché l’evoluzione che dovrebbe – secondo alcuni – legittimare il NO! e l’eventuale pacchetta evocativa (etologica: la mamma stessa ne faceva uso nei confronti di cuccioli un po’ irruenti) può condurre – attraverso un excursus spontaneo e ineluttabile – alla violenza, alla coercizione e al maltrattamento. Ritengo, quindi, assolutamente lecito sdoganare l’uso di un buon, sano NO! come prima formula di intervento correttivo, utile ed efficace in un buon numero di situazioni. Ѐ evidente che il NO! dovrà assumere un reale significato nella mente del cane onde non diventi un suono a cui lui attribuirà scarsa importanza, privandolo di ogni efficacia.
Ecco alcuni suggerimenti per rendere il NO! maggiormente efficace: 1) IL TONO DELLA VOCE: dovrà essere, fermo, deciso, inequivocabile; capace cioè di esprimere al cane il nostro dissenso cosa che implicitamente dovrebbe penalizzarlo. 2) IL TEMPO: il comando dovrà essere dato nel momento in cui il cane manifesti l’intenzione di mettere in atto un determinato comportamento (fase appetitiva), onde bloccare il proseguimento della sequenza; 3) INTERDIZIONE: risulta utile far seguire al no l’interdizione o la sottrazione di quanto era nelle intenzioni del cane. Esempio: il nostro Rott – innamorato del postino – verrà bloccato dal NO! cui seguirà la chiusura piuttosto emblematica del cancello. Nel caso il cucciolo che stia manifestando l’intenzione di farla sul tappeto persiano, al NO! seguirà l’interdizione fisica mediante il sollevamento…e così via; ATTEGGIAMENTO: può essere utile far seguire il NO! dall’assunzione di un atteggiamento decisamente assertivo (in piedi, sguardo diretto, leggermente inclinati in avanti).
Se tutto questo funziona, il nostro peloso avrà ben recepito il messaggio (NO! = comportamento scorretto-non gradito) e, come risposta, cercherà di recuperare terreno assumendo una posizione di consenso (un bel seduto di fianco a noi…), che verrà connotata da un solenne BRAVO! e carezze gratificanti a compendio della riuscita della cosa! Se così non fosse, saremo noi a far seguire al NO! la richiesta dell’esecuzione di un comando (ottimale il SEDUTO!) e premieremo l’interruzione del comportamento sgradito a favore dell’esecuzione del comando e dello spostamento dell’attenzione nei nostri confronti.
Sono evidenti le implicazioni utili che un buon apprendimento di questi comandi possono avere in svariate situazioni urbane abitudinarie, quindi pazienza, positività e….buon lavoro!
Michele Raffaelli
Dottore in Scienze del comportamento animale
Educatore cinofilo e consulente comportamentale