I tricocefali sono parassiti intestinali appartenenti alla classe dei nematodi. Sono vermi tondi, l’adulto è lungo 4-7 cm con una parte caudale spessa e una parte cefalica lunga e filamentosa. Gli ospiti definitivi sono cani e volpi di qualsiasi età. Trichuris vulpis è diffuso nei climi caldi ed è, perciò, piuttosto comune nei paesi dell’Europa meridionale. Questa parassitosi non segue l’andamento tipico della toxocariasi o dell’anchilostomiasi, in cui i cuccioli in crescita risultano gravemente ammalati, mentre gli animali adulti sviluppano una condizione di immunità. L’infestazione da Trichuris può insorgere a tutte le età; occasionalmente, anche nei cani anziani, il numero dei parassiti presenti può essere abbastanza elevato da determinare l’espulsione di feci diarroiche e rivestite da uno strato di muco e sangue fresco. L’infestazione è più diffusa nei cani dei canili: questo perché i recinti all’aperto con fondo terroso o erboso forniscono un buon ambiente per lo sviluppo delle uova. Inoltre, le uova infestanti possono causare una notevole contaminazione ambientale: il controllo può, quindi, essere difficoltoso, poiché i cani tendono a reinfestarsi se rimangono nello stesso ambiente.
CICLO
Le uova sono espulse con le feci dei cani infestati. In condizioni ottimali (25°C), entro 15 giorni si sviluppa una larva di primo stadio all’interno dell’uovo. Lo sviluppo è rallentato in condizioni climatiche con temperature più basse; con temperature inferiori ai 4°C non si verifica alcuno sviluppo. Le larve sopravvivono per mesi nell’ambiente, poiché sono protette dal guscio dell’uovo. L’infestazione nel cane avviene per ingestione di uova larvate e nell’arco di 24 ore nell’intestino tenue si liberano le larve. Le larve si annidano nella mucosa duodenale per dieci giorni circa prima di emergere e spostarsi nell’intestino crasso, dove si sviluppano i vermi adulti. Il periodo prepatente è compreso tra le 8 e le 16 settimane e i cani infestati possono continuare a espellere uova anche per un anno.
SEGNI CLINICI
I parassiti sono ematofagi e le infestazioni di lunga durata possono determinare la comparsa di anemia. Per questo, dal punto di vista clinico, l’infestazione da Trichuris costituisce un problema cronico, che spesso non determina la comparsa di manifestazioni enteriche clinicamente evidenti, ma solo un calo della forma e delle prestazioni dell’animale. Bassi livelli d’infestazione sono ben tollerati e sono rilevati identificando le uova nei campioni fecali. Un’infestazione pesante provocherà diarrea sanguinolenta, feci mucose e, alla fine, l’animale non sarà più in grado di compensare e presenterà una patologia acuta. Indagini ematochimiche evidenzieranno disturbi metabolici quali iponatremia.
DIAGNOSI
I vermi adulti sono facilmente distinguibili per l’estremità posteriore ingrossata e quella anteriore sottile. Tuttavia, poiché la parte anteriore è annidata nella mucosa dell’intestino crasso, se il verme non è raccolto delicatamente, può rompersi durante la raccolta lasciando solo la parte posteriore disponibile per essere esaminata. Le feci possono essere esaminate utilizzando la flottazione per la ricerca delle uova. Queste sono leggermente più pesanti delle altre uova e alcuni suggeriscono che possano richiedere l’uso di un liquido di flottazione più denso rispetto alla soluzione satura, utilizzata per la routinaria flottazione.
TERAPIA
Per la terapia antielmintica nei confronti di Trichuris possono utilizzarsi principi attivi. quali febantel, milbemicina, fenbendazolo e praziquantel. Per un efficace controllo dell’infestazione occorre non dimenticare di allontanare il cane dall’ambiente contaminato.
A cura della Clinica Veterinaria Borgarello