Come tutti gli animali, il cane esprime dei comportamenti dettati dalla genetica della sua specie come, ad esempio, l’organizzazione sociale, il comportamento predatorio e la difesa del territorio.
L’intensità con cui tali caratteristiche sono manifestate dipende dalle esperienze del singolo animale e proprio su queste l’uomo, in particolare il proprietario, gioca un ruolo fondamentale.
Talvolta, alcuni comportamenti possono essere inappropriati alla situazione o così forti da creare problemi di gestione dell’animale o, addirittura, di convivenza con l’uomo.
Per questo è importante che al proprietario siano fornite tutte le istruzioni necessarie per prevenire tali situazioni.
Comprendere il comportamento del cane è il primo passo per vivere un rapporto sereno con lui.
In generale, tutti i cani sviluppano legami affettivi con i loro proprietari, diventando così parte della famiglia: il loro ruolo dovrebbe essere quello di gregari, cioè di soggetti che seguono spontaneamente le indicazioni dei loro compagni umani. Ci sono regole che i cani rispettano molto facilmente e che sono dettate dalle persone spesso inconsapevolmente, altre che devono essere introdotte e fatte rispettare in modo meno naturale: per esempio, imparano facilmente a non saltare sui tavoli, mentre aspettare per avere il cibo o per giocare non è un atteggiamento così immediato.
Nel momento in cui il cucciolo è adottato, il ruolo di educatore passa dalla madre naturale ai proprietari, che pertanto dovranno insegnare le regole di convivenza “in famiglia” al nuovo arrivato.
Quando il cucciolo entra in casa, non è una “tabula rasa”, ha già il suo personale patrimonio di comportamenti, dettati in parte dalle caratteristiche genetiche e in parte dalle esperienze fatte nei primi mesi di vita. A seconda che sia molto vivace o molto tranquillo, può essere più o meno difficile insegnargli a controllarsi quando desidera qualcosa, soprattutto l’attenzione delle persone.
Dare delle regole non significa avere un atteggiamento rigido e impositivo, ma semplicemente far capire con coerenza ciò che è consentito e ciò non lo è. Per esempio, se la regola è “Non si abbaia” per ottenere un giocattolo oppure “Non si mordicchia o salta addosso” per avere attenzioni, occorrerà evitare di interagire con il cucciolo quando manifesta tali comportamenti. Un semplice accorgimento consiste nel chiedere al cane di sedersi tranquillo per avere ciò che desidera.
La strategia migliore da adottare è quella di premiare i buoni comportamenti e ignorare quelli sgraditi, evitando urla e punizioni perché potrebbero spaventare il cucciolo e renderlo più eccitabile e imprevedibile. Spesso, però, accade che le persone rispondano all’eccitazione dell’animale con un atteggiamento analogo, rischiando così di insegnare al cane, senza rendersene conto, che per ricevere delle attenzioni occorre agitarsi. Ѐ bene, quindi, interagire con il cucciolo quando è tranquillo ed evitarlo quando è agitato.
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A cura di Silvana Cavaglià e della Clinica Borgarello