[…] Va anche considerato che, poiché i riflessi sono attivi entro le 6-9 settimane di età e lo sviluppo neurologico viene completato nei pochi mesi successivi, non si deve sottovalutare il ruolo assunto dal gioco nella comunicazione. Da studi approfonditi si è visto infatti che i cagnolini provenienti da cucciolate soggette a molti morsi non inibiti inferti da altri cani, sono predisposti ad essere socialmente meno gregari nei confronti degli altri cani e delle persone. Inoltre, tali esemplari, tendono a giocare meno con i giocattoli nelle successive fasi della loro vita. Questo è da mettere in relazione al ruolo rivestito dal gioco nell’incoraggiare i cani ad apprendere le basi della vita sociale e di gruppo. Per quanto concerne il gioco e i canidi selvatici, si è visto che il licaone, un carnivoro altamente sociale che vive e caccia in gruppo, ha un sistema sociale poco complesso sotto il profilo gerarchico. In questo canide il comportamento sociale ruota soprattutto sul reciproco rigurgito di cibo tra gli individui del branco. La comunicazione tramite la mimica facciale e le posture del corpo riveste un ruolo secondario rispetto a quanto avviene, ad esempio, nel lupo. Nel licaone, il punto fino al quale il gioco possa essere coinvolto in questo sviluppo precoce, non è stato identificato. Alcuni autori ritengono che i cani domestici inselvatichiti siano solitari. Tale comportamento sarebbe da porre in relazione alla disponibilità del cibo: la distribuzione dei rifiuti sul territorio urbano non sarebbe probabilmente sufficiente a mantenere più di un cane alla volta. Ma esistono anche altri studi che dimostrano che, talvolta, anche tra i cani inselvatichiti si osservano gruppi sociali strutturati. Ma a tal riguardo non esistono dati disponibili sulle prime fasi di sviluppo del gioco e del ruolo da questo assunto nel favorire la formazione di gruppi sociali strutturati. Studi riguardanti l’etogramma dei cani inselvatichiti dimostrano che la maggior parte dei comportamenti sociali di questi esemplari si attua in sequenze predatorie. Ma tornando alle caratteristiche salienti del gioco, va ricordato che il comportamento giocoso si osserva per la prima volta nei cuccioli durante il periodo di transizione, quando comincia a svilupparsi una forte tendenza all’approccio e i cuccioli prendono a rivolgersi zampate giocose e morsi. Per quanto concerne questi ultimi, va ricordato che i cuccioli dall’età di 3 settimane cominciano ad affermarsi con la bocca reciprocamente, soprattutto per la testa. Esiste una spiegazione scientifica a tale comportamento: i nervi della regione craniale sono quelli maggiormente mielinizzati nel giovane cucciolo; per tale motivo chi morsica e chi viene morsicato ottiene il massimo input sensorio dal gioco che coinvolge la testa. A 4 settimane i cuccioli sono in grado di infliggere morsi dolorosi ai fratelli di cucciolata ma in questa maniera le violente reazioni di questi ultimi, ed in particolare della madre, insegnano loro ad inibire la forza del morso. I problemi insorgono quando i cuccioli vengono allontanati troppo presto dai fratelli di cucciolata e possono, una volta adulti, avere problemi a rapportarsi con gli altri cani ( vedi il mio libro ). Proprio in considerazione del fatto che i cuccioli svezzati precocemente o gli orfani non imparano ad inibire il morso, un ruolo fondamentale lo deve svolgere il proprietario: è quest’ ultimo che deve punire i morsi dolorosi (però in maniera moderata e non eccessivamente violenta). A tal proposito va ricordato che il peggior servizio che il proprietario può fare al proprio cucciolo, quando gioca con lui, è quello di usare dei guanti spessi durante l’attività ludica: in tale maniera il cane non imparerà a giocare delicatamente o ad essere sottomesso all’uomo. In particolare, al posto delle mani del proprietario, dovrebbero essere usati giochi masticabili sicuri.
[continua]