… Abbiamo visto precedentemente che gruppi di lupi vaganti staccatisi dal branco e gli individui solitari devono prestare particolarmente attenzione a non entrare nel territorio occupato da un altro branco perché in tale circostanza rischiano di essere uccisi se non sono in grado di fuggire dal territorio del branco residente. Per quanto riguarda l’estensione del territorio di un branco di lupi, questo può raggiungere i 2000 Km quadrati ( ad esempio in America oppure in territori inospitali o deserti dove vi sia carenza di prede). In Italia, invece, i branchi occupano mediamente un territorio di 100-200 Km quadrati ( ad esempio in Abruzzo ). L’ estensione dei territori occupati dipende dalla numerosità delle prede presenti sui medesimi. Gli unici territori non occupati dai lupi sono rappresentati dalle giungle tropicali e dai deserti. La diffusione del lupo, invece, è concentrata soprattutto nelle regioni dell’emisfero boreale. I lupi solitari vivono negli spazi tra i territori dei branchi. Un buon territorio si distingue oltre che per l’abbondante presenza di prede, anche perché dotato di zone indisturbate dove i lupi possono ritirarsi e riposarsi. Il territorio viene difeso da invasori, nonché da lupi non appartenenti al branco ed altri predatori. Al fine di prevenire scontri, il territorio viene segnalato in maniera chiara attraverso le comunicazioni acustiche ( ululato ) e attraverso i segnali olfattivi: marcatura con feci e urine. Per quanto riguarda l’ordinamento gerarchico presente all’interno del branco,va ricordato che esiste una gerarchia rigidissima che prevede una graduatoria maschile, una femminile ed una tra cuccioli dell’anno facente capo ai due leader. All’ interno del branco esiste quindi un ordinamento gerarchico di dominanza di tipo lineare: l’individuo A domina su B il quale domina su C. Quindi, in ultima analisi, anche A domina C e tutti i restanti individui componenti il branco. All’interno del branco esiste una coppia leader ( coppia alfa ) costituita dal maschio e dalla femmina dominanti. Questa è quella che può aver dato origine al branco con la propria progenie di uno o più anni. Il vero e proprio capobranco è solitamente un maschio. I due individui che costituiscono la coppia alfa sono solitamente i soli che si riproducono. Possono verificarsi, in branchi molto numerosi, casi di più femmine partorienti. Ciò tuttavia non costituisce la regola, ma un eccezione imputabile al verificarsi di condizioni di destabilizzazione all’interno del branco conseguenza di scomparsa o morte dei 2 soggetti leader. Il periodo dei calori è concentrato sul finire dell’inverno, e può variare parzialmente a seconda della latitudine alla quale vive il branco. La femmina si riproduce e partorisce già dal secondo anno di vita. Il maschio, pur essendo a sua volta già fecondo a questa età, non si accoppia fino al quarto anno di età. In prossimità del parto la femmina scava una tana, ma spesso ne utilizza una già pronta ( a volte anche per parecchi anni ). Tuttavia, in caso di pericolo, le tane vengono abbandonate e cambiate. I cuccioli, una volta nati, possono venire allevati da tutto il branco. Infatti gli altri componenti del medesimo si occupano di nutrire la partoriente ed eventualmente i suoi cuccioli. Le giovani femmine non accoppiatesi fungono da “ zie “ riuscendo ad allevare i cuccioli nel caso di morte della madre. Il periodo dei calori, all’interno del branco, è un periodo di grande confusione e nervosismo. La femmina dominante, durante questo periodo, è continuamente impegnata a impedire alle altre femmine di accoppiarsi. Chi fosse interessato ad approfondire questo argomento può farlo consultando il mio libro. NELLA FOTO CUCCIOLI DENTRO ALLA TANA. CONTINUA …