Il vomito è il risultato dello sforzo coordinato dell’apparato gastroenterico, del sistema muscolo-scheletrico e del sistema nervoso per espellere il cibo, fluidi o scorie dall’apparato digerente. Differente, invece, è il rigurgito, processo passivo di espulsione del contenuto esofageo: distinguere i due eventi è molto difficile, perciò tale compito spetta normalmente al veterinario, che dovrebbe seguire un approccio razionale basato su una buona comprensione degli aspetti fisiopatologici associata a un processo decisionale logico.
Il sintomo vomito si basa su un meccanismo complesso, suddivisibile in tre fasi: nausea, conati ed espulsione. Comprende, pertanto, sintomi prodromici (variazioni comportamentali, salivazione e ripetuti tentativi di deglutizione) seguiti da contrazioni addominali attive.
Questo complicato processo presuppone una coordinazione funzionale tra gli organi coinvolti, oltre ad un coordinamento centrale, quest’ultimo regolato a livello del midollo allungato da quello che è opportunamente definito “centro del vomito”. I recettori periferici sono localizzati in varie sedi: la maggior parte nel duodeno, definito “l’organo della nausea”, ma anche nella parete gastrica, lungo tutto l’intestino, nel peritoneo, nel pancreas, nel cuore, nell’apparato uro-genitale e nella faringe.
Dalla periferia gli stimoli afferenti viaggiano attraverso il vago e i nervi simpatici verso il centro del vomito; esistono anche recettori a livello dell’apparato vestibolare in grado di provocare il vomito (la cosiddetta chinetosi), oltre a una zona chemorecettoriale scatenante (CRTZ), situata anch’essa nel midollo allungato e sensibile al contatto con sostanze veicolate dal sangue (è il caso del vomito indotto, ad esempio, da farmaci).
Oltre alla comprensione del meccanismo fisiopatologico, ai fini del percorso diagnostico è opportuno distinguere tra vomito acuto e vomito cronico: solitamente il primo è quello insorto da meno di 5-7 giorni e può, talvolta, essere il primo segno di una patologia cronica gastrointestinale (ad esempio, l’IBD) o di una patologia grave coinvolgente altri apparati, quali ad esempio un’infezione uterina.
Ѐ necessario, infatti, tener presente che i fattori che causano il vomito sono molteplici e non sono ascrivibili soltanto a un organo o a un apparato; tra le cause, quindi, si deve differenziare tra quelle gastrointestinali e quelle extra-gastrointestinali.
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Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco