Il vomito rappresenta un sintomo, non una malattia. Ѐ un riflesso che presuppone un’eliminazione attiva di materiale dallo stomaco e/o intestino in seguito a un’azione coordinata coinvolgente l’apparato gastroenterico, il sistema muscolo-scheletrico e il sistema nervoso.
Si definisce vomito cronico il vomito persistente, intermittente o continuo di durata superiore ai dieci giorni. La cronicità non è sempre sinonimo di causa sottostante “occulta e duratura”: talvolta può semplicemente derivare dalla “mancata risposta” a una terapia approntata per risolvere un problema acuto.
Le cause che possono portare a vomito cronico possono essere schematicamente suddivise in tre categorie:
– ostruzione a livello del tratto gastroenterico: per corpo estraneo, stenosi pilorica, ipertrofia della mucosa dell’antro gastrico, mal posizionamento gastrico cronico (GDV), “cicatrice” a livello intestinale, patologie infiltrative non neoplastiche, intussuscezione, polipi adenomatosi (nel gatto), neoplasie;
– infiammazione gastrointestinale o peritoneale: malattia infiammatoria intestinale, colonizzazione batterica del piccolo intestino, infezione da Helicobacter spp, ipersensibilità alimentare, intolleranza alimentare, gastrite cronica (con/senza ulcerazione), sindrome del vomito biliare, parassiti (es. giardia spp, dirofilariosi felina), virus (es. FIV, Felv, FIP), colite cronica, peritonite cronica, pancreatite cronica, colecistite;
– cause extraintestinali: disturbi endocrini (ipoadrenocorticismo, ipertiroidismo, diabete mellito), disturbi metabolici (insufficienza renale, patologia epatobiliare, ipercalcemia), tossine (piombo, zinco, tossine vegetali, uva), neurologiche (epilessia limbica, neoplasia, meningite/encefalite), aumento della pressione intracranica, idrocefalo, patologia vestibolare, ernia iatale, ritardo di svuotamento gastrico di origine idiopatica, iperalimentazione.
L’approccio diagnostico…continua
Articolo a cura della Dr.ssa Martina Chiapasco