Intelligenza animale
21 giugno 2013
3 min

Intelligenza animale

etologia
Chi è più intelligente: l’uomo, la scimmia, il cavallo, un elefante o il cane? Dipende dal compito che deve svolgere. Gli studiosi di cognizione animale, negli ultimi dieci anni, stanno mettendo in discussione l’idea che gli esseri umani occupino un posto unico dell’universo in materia d’intelligenza e quozienti intellettivi.

Aristotele aveva un’idea di una scala della natura che implicava una gerarchia delle forme di vita. In questa gli esseri umani erano più vicini agli angeli. Per il filosofo Cartesio – quello del “pensa quindi sono” – gli animali erano automi senza anima. Nel XX secolo lo psicologo B. F. Skinner parte da questa teoria, sostenendo che gli animali rispondono solo agli stimoli, forse capaci di imparare ma non in grado di pensare e sentire. Diverse ricerche dimostrano, invece, che abbiamo sottovalutato la portata dell’intelligenza animale.

Purtroppo molti esperimenti erano concepiti e impregnati da antropocentrismo. Esperimenti che andavano bene per gli esseri umani venivano sottoposti gli animali: le risposte erano, quindi, falsate da questo antropocentrismo e dalla non conoscenza dell’animale in questione. Ora finalmente gli scienziati iniziano a trattare gli animali per quelli che sono.

Gli elefanti erano ritenuti incapaci di utilizzare strumenti: di fronte a del cibo in un posto irraggiungibile gli scienziati mettevano un bastone in terra che loro però non toccavano neanche. Gli elefanti, invece, afferrano gli oggetti con la proboscide e la usano anche per prendere il cibo e soprattutto annusarlo e toccarlo. La vista è successiva. Se l’elefante raccoglie il bastone, i passaggi nasali sono ostruiti, quindi il bastone non può rappresentare una soluzione al problema. Altri ricercatori hanno messo gli elefanti nella stessa condizione, aggiungendo però una cassetta quadrata. Ebbene l’elefante in questione ha iniziato a spostare la cassetta, prendendola a calci e utilizzandola come soluzione per arrivare al cibo.

Ci credevamo gli unici in grado di riconoscere i nostri simili grazie al riconoscimento facciale! Invece, nuovi esperimenti sugli scimpanzé ci hanno posto di fronte ad un risultato che si riteneva incredibile fino a dieci anni fa: gli scimpanzé sono in grado di riconoscere le immagini dei loro simili e anche di indicare, attraverso ritratti sullo schermo, quali fossero i figli di quali femmine. E non siamo neanche l’unica specie che si preoccupa del benessere dei suoi simili.

Un recente esperimento sui ratti li ha visti liberare un loro simile intrappolato anche se accanto a lui c’era un contenitore pieno di cibo. Prima venne liberato il compagno intrappolato e poi i ratti divisero il cibo assieme. L’etologo Frans da Waal sostiene che il senso morale è impresso nella nostra biologia. Lo dimostrano scimpanzé capaci di essere compassionevoli e giusti.

Se gli studiosi iniziano a considerare gli animali in grado di pensare e di prendere decisioni complicate, se gli etologi ci parlano di animali in grado di provare compassione e senso di giustizia, allora perché molta gente continua a pensare che il loro cane di casa sia stupido? Perché molte persone permettono che il loro cane venga strattonato o picchiato? Quando siamo con i nostri animali cerchiamo, quindi, di tenere a mente tutti gli errori del passato e sforziamoci di valutarli nel rispetto e nella ricchezza della loro diversità. Ci sono tante forme di intelligenza presenti sulla nostra Terra, che non c’è bisogno di andarle a cercare nello spazio.