Se la nostra comunicazione si basa molto sulla parola (e non solo!), quella canina fa essenzialmente uso del linguaggio no n verbale. In particolare, per evitare che comportamenti aggressivi e non ritualizzati possano mettere in forte discussione l’equilibrio e la cooperazione con gli altri cani, Fido ha sviluppato un linguaggio universale capace di calmare se stesso e i destinatari del messaggio (sia che siano umani o canini) nei momenti in cui potrebbero scatenarsi un conflitto: si tratta dei “segnali calmanti”, che servono non solo a interrompere possibili liti, ma anche a prevenirli e ad attenuare il nervosismo.
A studiare questi segnali particolari è stata, per una vita, la norvegese Turid Rugaas, definendoli “calming signals”. I segnali calmanti vengono utilizzati da Fido fin da cuccioli. Da uno studio dell’Università di Southampton è emerso, però, che i cani più simili al lupo (come le razze “nordiche”) ne utilizzano una gamma più vasta e – si legge in un articolo pubblicato su targatocn.it – possiedono una maggiore abilità nella comunicazione. La scelta e l’uso di questi segnali è soggettiva.
I segnali calmanti sono diversi: leccarsi il muso, distogliere lo sguardo, abbassare la testa o girarla, guardare altrove, sbattere le palpebre velocemente, voltarsi di lato o di spalle, sollevare una zampa, sedersi, mettersi a terra, sbadigliare, grattarsi, schioccare le labbra, ignorare l’altro soggetto, rallentare i movimenti, immobilizzarsi sono solo alcuni.
Non solo Fido, ma anche noi – una volta appresi – possiamo utilizzarli in certi momenti per calmare il nostro cane. Ad esempio, alla presenza di un quattro zampe esuberante potremmo provare a muoverci lentamente, mentre con uno timido e timoroso, per rassicurarlo, potremmo provare a distogliere lo sguardo.