La comunicazione non verbale come la comunicazione in generale (dal latino cum = con, e munire = legare, costruire e dal latino communico = mettere in comune) è l’insieme dei fenomeni che comportano uno scambio di informazioni bidirezionale, cioè tra un emittente e un ricevente. Il concetto di comunicazione, quindi, comporta la presenza di un’interazione tra soggetti diversi ed è un’attività che presuppone un certo grado di cooperazione.
Nei processi di comunicazione, però, la presenza del ricevente non implica necessariamente l’assunzione corretta dell’informazione. A volte, infatti, il messaggio ricevuto è diverso da quello inviato. Questa “distorsione” dipende dall’efficacia del canale di comunicazione ma, soprattutto, da un’interpretazione errata da parte del ricevente a causa della conoscenza del linguaggio (codice) utilizzato da entrambe le parti e dell’insieme di fattori che le influenzano (contesto).
Codice e contesto sono i punti fondamentali della comunicazione. Se vogliamo comunicare con il nostro cane dobbiamo assicurarci di riuscire a utilizzare un linguaggio da lui conosciuto, cioè la comunicazione non verbale, e tenere conto del contesto in cui lo stiamo usando per evitare possibili “distorsioni”.
Il linguaggio–codice, però, non comprende soltanto l’insieme di parole che usiamo per comunicare verbalmente, bensì comprende anche un insieme di segnali comunicativi (gesti e mimica facciale) che trasmettono espressioni emotive non verbali. Perciò anche se i cani “non parlano”, sono comunque in grado di comunicare in modo efficace non solo tra loro, ma anche con noi nello stesso modo.
Nell’interazione con altri cani e con l’uomo, il cane si serve in primis della comunicazione visiva e olfattiva, meno della comunicazione acustica e tattile. Di conseguenza, da acuto osservatore il cane sfrutta il nostro linguaggio non verbale come fonte principale d’informazione e comunicazione. Capace di leggere perfettamente le nostre espressioni facciali e d’interpretare i minimi segni mandati dai nostri movimenti e posture, non dovrebbe stupirci che il nostro cane sembri anticipare le nostre intenzioni in tante occasioni.
Questa capacità del cane di interpretare il nostro linguaggio (tante volte senza che noi stessi ce ne accorgiamo) sembra derivare dal processo di addomesticamento, che ha fatto sì che il cane consideri l’uomo come il suo punto di riferimento. Un cane in difficoltà guarderà il suo proprietario in cerca di un segnale che lo aiuti. Di conseguenza è fondamentale, per sviluppare una buona intesa con il nostro cane, non solo imparare a riconoscere e interpretare i segnali che ci invia, ma anche a controllare adeguatamente quelli che gli mandiamo noi con i nostri gesti, posture e movimenti. Ad esempio, se in un certo contesto il nostro cane si sente a disagio e guardandoci vede un’espressione preoccupata sul nostro viso, va da sé che concluderà che, effettivamente, c’era da preoccuparsi, tale è il segnale che riceve da noi.
Davanti ad un cane meglio stare attenti a cosa facciamo, piuttosto che a cosa diciamo!