A quaranta giorni dalla nascita, il cucciolo, finito lo svezzamento materno, può finalmente entrare di diritto a far parte della famiglia. Ѐ questo il momento in cui il proprietario è assalito da miriadi di dubbi e incertezze, che spaziano dalla sfera affettiva a quella comportamentale e soprattutto medica, in particolare sulle responsabilità del suo “modus operandi”. Alla luce di ciò, ci si rivolge al veterinario per avere consensi ma anche per acquisire al meglio le conoscenze necessarie.
Il profilo alimentare riveste un’importanza determinante: il cucciolo ha una crescita veloce, con dei fabbisogni nutrizionali molto esigenti. Un corretto approccio al problema non deve mai seguire la regola del “più” o del “molto”, ma un giusto equilibrio di elementi come carboidrati, proteine, vitamine e sali minerali, perfettamente bilanciati e adeguati non solo all’età ma anche alla taglia del soggetto. L’alimentazione tradizionale (ed esempio, carne o riso soffiato) non è da considerarsi sbagliata, ma è molto empirica nel momento in cui il proprietario si deve improvvisare alchimista, integrando la razione alimentare con calcio, sali minerali o altro che funzioni come complemento. Più pratico e soddisfacente utilizzare mangimi preconfezionati, perfettamente bilanciati con adeguati fabbisogni. L’industria mangimistica in tal senso va sempre più perfezionandosi, orientando la sua produzione attuale ai fini della razza specifica.
Presumendo che il cucciolo sia in buona salute, le attenzioni del proprietario dal punto di vista medico devono essere centrate soprattutto sulla prevenzione, in poche parole occorre munire il cucciolo di una “corazza” tesa a impedire che il contatto con l’ambiente ricco di virus, batteri e parassiti possa nuocergli. In primis, deve essere fatta una verifica parassitologica. La valutazione degli ectoparassiti (parassiti esterni) è effettuata visualmente: piuttosto facile è, infatti, il riscontro di parassiti cutanei come pulci o pidocchi che possono annidarsi tra cute e pelo. Per quanto riguarda gli endoparassiti (parassiti interni), la verifica più probante è sostenere un esame delle feci microscopico, che mostri eventuali vermi o protozoi.
Il secondo passo è quello delle vaccinazioni sempre e soltanto dopo il 40° giorno dalla nascita (fino a tale data, sono presenti in circolo gli anticorpi che la madre trasmette al cucciolo tramite il colostro). Le vaccinazioni “di base” contemplano la parvovirosi, il cimurro, l’epatite infettiva, la leptospirosi che portano il titolo anticorpale a livello adeguato. Tali vaccinazioni vanno richiamate almeno una volta l’anno. Ritornando alle parassitosi, giova ricordare la filariosi e la leishmaniosi: dove sono presenti in forma endemica (dove hanno un’ampia diffusione) danno origine a forme letali per il soggetto, il quale una volta infettato può diventare serbatoio della malattia. Hanno bisogno, quindi, di un’adeguata profilassi. Non ultima la zecca, considerata dai più solo come parassita esterno, ma in grado di trasmettere un protozoo, il piroplasmosi, che può essere per letale per il cane.
La gestione del cucciolo, quindi, non è né banale né impegnativa. L’importante è che non ci siano remore nel chiedere delucidazioni: una richiesta e un chiarimento tempestivo mettono sia il proprietario sia lo stesso veterinario nelle condizioni ideali per una gestione ottimale del nuovo piccolo amico.
A cura della Clinica Borgarello