LA STORIA
L’intuizione del valore terapeutico degli animali risale all’antichità e nel corso dei secoli ha assunto sempre più importanza, trova oggi una strutturazione metodologica e impieghi mirati a specifiche patologie. Infatti, durante il processo di addomesticamento iniziato 12000 anni fa, si è instaurata, tra l’uomo e l’animale, una forte intesa affettiva ed emotiva.
BORIS LEVINSON
1953 – Lo psicoterapeuta Boris Levinson scopre fortuitamente l’azione positiva di un animale su un bambino autistico e inizia le prime ricerche sugli effetti positivi degli animali da compagnia in ambito psichiatrico.
1961 – Nasce la «terapia con gli animali» come s’intende oggi. Levinson per la prima volta enuncia teorie plausibili e verificabili, che spiegano i benefici della compagnia degli animali e che egli applica nella cura dei suoi giovani pazienti. Inventa per la nuova cura il termine di Pet-Therapy, termine che utilizza nel suo libro “The dog as Co-Therapist” (Il cane come co-terapeuta).
1969 – Levinson elabora la «Pet-Oriented Child Psichotherapy» (psicoterapia infantile orientata con l’uso degli animali), che descrive in una sua nuova pubblicazione.
1975 – I coniugi Samuel ed Elizabeth Corson, due psichiatri americani, adattano le teorie di Levinson per curare adulti con disturbi mentali ed elaborano la «Pet facilitated therapy» (terapia facilitata dall’uso degli animali da compagnia). Negli Stati Uniti iniziano i primi programmi di Pet-Therapy nelle carceri e nei manicomi criminali.
1981 – Nasce negli Stati Uniti la «Delta Society», associazione che studia la relazione uomo-animale e gli effetti terapeutici legata alla compagnia degli animali.
1987 – Al convegno interdisciplinare su «Il ruolo degli animali nella società odierna» (Milano 6 dicembre).
1990 – Nasce il C.R.E.I. (Centro di Ricerca Etologica Interdisciplinare per lo Studio del Rapporto uomo-animale da compagnia), che unisce eminenti studiosi di varie discipline inerenti la salute umana e animale, l’ambiente e il comportamento.
1991- Convegno internazionale «Antropologia di una passione» (Milano) sul tema del rapporto uomo-animale.
1996 – Primo programma di terapia presso la fondazione Robert Holmann di Cannero (Verbania).
2002 – La Carta Modena, realizzata nel 2002, è una carta di valori e di principi che regolano l’attività di Pet-Therapy all’interno di requisiti posti a tutela del fruitore, del benessere animale e della salvaguardia del registro relazionale, col patrocinio del ministero della salute e promossa dal FNOVI (Federazione Nazionale Ordine Veterinari Italiani).
2003 – Accordo del Ministro della Salute Sirchia, con la Conferenza Permanente Rapporti Stato regioni del 6 febbraio 2003, che definisce la finalità e scopi della Pet-Therapy, legittimando anche l’uso degli animali, i programmi di ricerca e la sperimentazione.
L’istituto Zooprofilattico di Teramo ha ricevuto il compito dal Ministro della Sanità di sperimentare l’attività con gli animali per verificarne sia l’effetto sull’uomo che le conseguenze per gli animali (aderendo alla carta Modena).
Il C.N.B. è un’istituzione che nasce nel 1990 e si occupa della riflessione bioetica del vivente in generale e non solo di quello umano; infatti, pone l’attenzione sia alla bioetica ambientale, che a quella per e con gli animali.
Il C.N.B. ha stilato vari documenti importanti:
1 – 1997: «Sperimentazione sugli animali e salute dei viventi»;
2 – 2001: «Bioetica e scienze veterinarie»;
3 – 2001: «Benessere animale e salute umana»;
4 – 2003: «Macellazione rituale e sofferenza animale»;
5 – 2005: «Problemi bioetici relativi all’impiego di animali in attività correlate alla salute e al benessere umani».
L’ESPERIENZA DELLA REGIONE VENETO
Particolarmente significativo è l’interesse che la Regione Veneto ha dimostrato in questo campo:
disposizioni sulle terapie complementari (terapia del sorriso e Pet-Therapy) – legge Regione del Veneto n. 3 del 03 Gennaio 2005;
interventi assistenziali e terapeutici che prevedono il coinvolgimento di animali – linee guida – Regione del Veneto 2006 e il manuale operativo del 2010.
Il Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali istituisce nuovi centri di referenza nazionali nel settore veterinario. Tra l’altro, stabilisce che presso la sede territoriale di Verona e Vicenza dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie sia attivato il «Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti dagli animali – Pet Therapy»:
a) si occupa della promozione della ricerca per la standardizzazione di protocolli operativi per il controllo sanitario e comportamentale degli animali impiegati nei programmi di I.A.A. (Interventi Assistiti con gli Animali);
b) il potenziamento delle collaborazioni fra medicina umana e veterinaria per individuare sinergie operative e di ricerca in grado di garantire un miglioramento dei risultati delle attività svolte nel settore di interesse;
c) il miglioramento delle conoscenze circa l’ applicabilità di tali interventi in determinate categorie di pazienti;
d) l’organizzazione e gestione di percorsi formativi;
e) la raccolta di dati e la diffusione di informazioni alla comunità scientifica internazionale.
LE ATTIVITÀ ASSISTITE DALL’ANIMALE (A.A.A.) sono «interventi di tipo ricreativo e/o terapeutico, che hanno l’obiettivo di migliorare la qualità di vita. L’intervento non richiede particolare programmazione, è comunque prevista la presenza di un assistente sanitario.
LA TERAPIA ASSISTITA DALL’ANIMALE (A.A.T.) è un «intervento che ha obiettivi specifici predefiniti, in cui un animale, che risponde a determinati requisiti, è parte integrante del trattamento. Ai programmi di A.A.T. partecipa un team di professionisti che definisce un intervento terapeutico che soddisfa determinati parametri.
LE ATTIVITÀ EDUCATIVE CON L’ANIMALE (A.A.E.), invece, sono «interventi di tipo ludico, ricreativo, educativo, finalizzati a migliorare la qualità di vita. Non richiede particolare programmazione e non è obbligatoria la presenza di un assistente sanitario, ma basta la presenza di un educatore sociale.
AMBITI D’INTERVENTO
A.A.A.
Gli interventi possono essere svolti in centri sociali, case di riposo, centri diurni, ospedali e le attività possono essere rivolte a un solo utente o a un gruppo di utenti con problematiche simili, i gruppi non devono mai essere composti da più di otto persone. Ѐ possibile utilizzare più animali, a patto che siano compatibili tra loro. Le utenze in attività sono preferibilmente malati terminali, anziani, immunodepressi, persone con disturbi psichiatrici.
T.A.A.
I programmi di terapia generalmente sono richiesti da strutture ospedaliere, in quanto il team deve essere formato da psichiatra, geriatra, fisiatra, oncologo, infermiere, operatori sanitari, veterinari, conduttore e animale, può essere necessario in alcune strutture l’approvazione del direttore sanitario generale. Le utenze in terapia sono decisamente singole persone (persone con disordini dello sviluppo, autismo, persone in stato confusionale, persone con disabilità fisiche, persone con disturbi della parola dell’udito della vista, handicap grave, schizofrenia, disturbo dell’attenzione e iperattività) e si cerca di mantenere sempre lo stesso animale, ma anche la stessa equipe operativa.
A.A.E.
Le attività educative, invece, sono richieste principalmente da scuole elementari medie o superiori e partecipano persone o bambini singoli o in gruppo, ma tutti normo dotati o al massimo con ritardi scolastici.
Gli animali impiegati in Pet-Therapy sono molteplici: cani, delfini, cavalli, maggiormente, ma anche gatti, conigli, uccelli.
La scelta dell’animale da utilizzare deve soddisfare, quindi racchiudere in sé, le caratteristiche peculiari più adatte al fruitore (esigenze psicologiche, fisiche, e relazionali dell’utente).
L’ANIMALE ADATTO E CAPACITÀ
Affinché una coppia cane-conduttore venga considerata idonea a partecipare ad attività di Pet-Therapy, occorre che sussistano determinate condizioni di base, che non dipendono dalla preparazione specifica che il cane può raggiungere tramite un semplice training educativo, ma che risultino delle attitudini generali del soggetto.
Per ottenere il reale grado di idoneità e per lo sviluppo del progetto di Pet-Therapy vengono presi in considerazione i seguenti parametri:
tolleranza a essere avvicinato e toccato da sconosciuti/o;
tolleranza a essere toccato inaspettatamente da una o più persone;
tolleranza a essere accarezzato e manipolato in modo anche brusco;
tolleranza a essere abbracciato sulle spalle e trattenuto da un estraneo/i;
tolleranza nei confronti di persone/a che si muovono in modo inusuale;
tolleranza nei riguardi di persone/a che parlano ad alta voce con toni anche alterati;
tolleranza a essere condotto a guinzaglio tra la folla ed essere toccato da varie persone/a;
tolleranza ai rumori improvvisi;
tolleranza alla vicinanza di oggetti particolari;
tolleranza alla vicinanza di altri animali/e, conspecifici/o ed eterospecifici/o presenti nella stesso ambiente;
corretta condotta al guinzaglio e gestione in braccio con sconosciuti/o;
il cane deve a comando e con comandi anche occulti, sedersi, mettersi a terra, restare fermo, riportare oggetti e rispondere al richiamo.
I CINQUE REQUISITI FONDAMENTALI PER IL CANE
AFFIDABILITÀ: ciò significa che il comportamento deve essere pressoché lo stesso in situazioni analoghe fra loro. Essa può migliorare con l’educazione.
PREVEDIBILITÀ: significa che il comportamento, in circostanze specifiche può essere previsto.
CONTROLLABILITÀ: significa che il comportamento può essere limitato, guidato o gestito.
IDONEITÀ: essere idoneo significa essere adeguato o qualificato per uno scopo. Lo scopo, in questo caso, è rappresentato dagli obiettivi specifici che il terapista ha stabilito per la seduta.
CAPACITAÀ DI ISPIRARE SICUREZZA
IL RUOLO DEL CONDUTTORE
Possedere un animale, avere la passione per cani e animali vari e tanta buona volontà non è sufficiente per iniziare a svolgere attività di Pet-Therapy. Occorre selezionare gli animali più idonei e ricordare che non sono «strumenti» di lavoro, ma piuttosto «compagni» che vanno rispettati e compresi.
Occorre, quindi, monitorare e mantenere in primo piano sempre il benessere dell’animale dentro e fuori dalla seduta di Pet-Therapy, per il conduttore è importante:
impostare l’intervento in modo serio senza trascurare alcun particolare (set, strumenti, equipe, clima, abbigliamento);
l’abilità da parte del conduttore a mediare l’incontro tra utente e animale, mantenendo l’animale tranquillo
accertarsi che il cane sia sempre pulito e che sia controllato sanitariamente;
deve assicurarsi che il proprio animale non lavori sotto stress e se necessario fare pause o interrompere l’attività;
usare una terminologia in attività sempre adeguata;
deve prevenire i comportamenti inappropriati dell’utente, soprattutto se questi mettono in pericolo l’animale stesso;
deve avere il controllo totale del proprio animale durante tutta la durata dell’attività;
tenere un diario di monitoraggio sull’animale per tutelare il suo benessere e migliorare là dove l’animale è meno preparato.
IDEE PER IL DOMANI
Approfondimenti e ricerche sulla tutela degli animali coinvolti sia dal punto di vista sanitario sia comportamentale.
Approfondimenti sul training di lavoro per gli animali coinvolti.
Valutare la possibilità di inserire nei progetti animali ospitati da rifugi o canili sanitari, dopo opportuna selezione e adeguata preparazione.
Valutare i reali benefici derivati dagli I.A.A. attraverso studi di ricerca che ne comprovino la reale efficacia.
Inserimento nelle scuole di percorsi di zooantropologia didattica come materia di studio.
Uniformare con una legge nazionale le varie normative espresse a livello locale in materia di Pet-Therapy .