Gli ornitorinchi hanno dei magnocettori per rilevare i campi elettrici, i pipistrelli riescono a orientarsi tramite sonar, i cani possiedono una vera e propria intelligenza olfattiva, i barbagianni hanno una disposizione asimmetrica delle orecchie in modo tale da avere un vero e proprio udito stereoscopico. Ogni animale ha la propria peculiare finestra mondo.
Spesso mi ritrovo a pensare a quanti diversi mondi si nascondono in quella che noi definiamo realtà! Per questo motivo, l’altro giorno al parco guardavo con totale scoramento questa scenetta: c’era una pallina rossa sul prato verde che giaceva immobile e il proprietario di un cane che diceva a un altro: «Che razza di imbecille! Non riesce proprio a vederla?». La risposta corretta sarebbe stata che, essendo il cane un predatore, ha una visione migliore del movimento e meno del colore. Il nostro amico a quattro zampe, infatti, ha una minore percezione dei dettagli (chi è un po’ miope come me, può capire benissimo questi animali) e rispetto all’essere umano una maggior visione notturna.
Il discorso sarebbe potuto proseguire, spiegando che la natura – come dire, andando al risparmio! – ha dotato noi, primati onnivori, di un apparato visivo composto da maggiori coni dei cani. I pelosetti, invece, hanno più bastoncelli. Questo perché, dovendo scegliere la frutta, abbiamo bisogno di fotorecettori deputati, per l’appunto, alla visione dei colori. Il cane, invece, essendo un carnivoro (anche se non proprio in senso stretto come il gatto) ha fotorecettori che sono più sensibili al movimento e che sono utilissimi alla visione al buio.
Naturalmente Fido, dopo qualche secondo, aveva già trovato la sua pallina e correva via lontano con il suo proprietario, che gli urlava di lasciarla. Questa scena, lo ammetto, in fin dei conti mi ha strappato un sorriso: «Ognuno ha la usa finestra mondo», ho pensato.
Marina Grossi