La sincope (svenimento) è definita a livello medico come una breve perdita di coscienza spontanea e reversibile, conseguente a una perfusione cerebrale inadeguata. Un’interruzione nell’apporto ematico cerebrale di 8-10 secondi o più determina una perdita di coscienza e nei casi gravi la morte del paziente. La sincope non è una malattia, ma un sintomo che può verificarsi in molti disturbi e malattie. Le cause di sincope possono essere di origine cardiaca o di origine extracardiaca. La sincope di origine cardiaca è causata da aritmie o ostruzioni dei tratti di efflusso ventricolari, difetti congeniti con cianosi, come pure cardiopatie che determinano una riduzione della gittata cardiaca con inadeguata perfusione. Le cause più comuni per la sincope sono la stenosi aortica e quella polmonare, come anche le cardiomiopatie dilatative e l’insufficienza mitralica grave. Le cause extracardiache che determinano crisi convulsive, ma non una sincope, sono ipoglicemia, ipocalcemia, shunt portosistemico, malattie del sistema nervoso centrale e insufficienze respiratorie con ipossia grave.
ANAMNESI
Con una specifica anamnesi è possibile identificare in molti pazienti la causa della sincope. Ѐ importante porre una serie di domande al proprietario per differenziare una sincope da un’epilessia. Di fronte a una crisi convulsiva, il proprietario spaventato difficilmente riesce a descrivere in modo obiettivo il malessere provato, soprattutto i dettagli della durata dell’attacco. Per questo bisogna evitare di formulare domande che possano suggerire una risposta. Importante è sapere l’ora in cui si è verificata la crisi convulsiva. Di solito gli attacchi epilettici avvengono spontaneamente oppure durante il sonno, mentre la sincope cardiaca è spesso causata da fattori scatenanti caratteristici, come ad esempio uno sforzo mentale o fisico. La “sincope da tosse” si verifica durante o dopo la tosse, mentre le altre crisi convulsive di origine extracardiaca sono indipendenti dalla situazione. Caratteristici dell’epilessia sono i movimenti tonico-clonici, della durata di oltre venti secondi, con ripresa più lenta e accompagnata da crampi e disorientamento. La sincope dura non più di venti secondi e dopo il suo verificarsi i pazienti riottengono la posizione eretta entro pochi secondi. Importanti informazioni per la diagnosi differenziale sono date dal colore delle mucose e dalla frequenza della respirazione durante la crisi convulsiva.
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Articolo a cura della dott.ssa Daniela Ferrari, Clinica Veterinaria Borgarello