Queste riflessioni mi sono arrivate, quando leggendo un articolo di Valeria Rossi “Ti presento il Labrador” i miei occhi si sono fermati su questa frase:…“e poi è strepitosamente bravo nella discipline di utilità sociale, dalla pet therapy, …”.
Sì è proprio vero, il Labrador è un cane strepitoso in tutte le sue manifestazioni: è dotato di strepitose qualità che, comunque, “devono” essere sfruttate affinché lui possa diventare un cane felice…di diffondere la sua scodinzolante gioia “lavorando”.
Già, perché non dobbiamo dimenticare mai quello che Valeria Rossi scrive a lettere cubitali: il Labrador “non è un cane da compagnia, non è un simpatico giocattolo vivente, non è un nano da giardino e non è uno status symbol da sfoggiare con gli amici…è un Retriever, ovvero un cane da lavoro….”.
E la pet therapy, vi posso assicurare, è un vero e proprio lavoro che possono svolgere solo quei cani dotati di requisiti che solo in apparenza possono sembrare elementari: equilibrio, educazione e abitudine a vivere in un ambiente urbano e soprattutto a stretto contatto con le persone; chi vuole intraprendere la meravigliosa strada per diventare operatore di pet therapy, dovrà avere un cane che fin da piccolo sia educato ai comandi di base: seduto, resta, terra, abituato a interagire con il proprio educatore per soddisfare le richieste degli utenti con i quali andranno a lavorare; e, secondo la mia modestissima opinione, è proprio in questo che sta la strepitosa grandezza di questa razza: la felicità sempre manifestata, di lavorare per compiacere il proprio compagno di vita…..e se poi durante le sedute di pet therapy riusciamo a introdurre degli esercizi nei quali il nostro amico può praticare quello per cui è stato selezionato, ovvero “il riporto”, riusciremo a fare del nostro quattro zampe il cane più felice del mondo.
Con quanto scritto sopra non voglio assolutamente dire che il Labrador sia un cane “facile”. Anzi, non è assolutamente un cane adatto a tutti; è un cane al quale occorre dedicare molto tempo, molta pazienza e sempre molto molto amore che lui saprà restituire quadruplicato. D’altra parte, quando inizio un percorso di educazione e collaborazione con qualsiasi essere vivente, “non chiedo che sia semplice, ma voglio che ne valga la pena” e, quando si parla di Labrador, sono convinta che ne valga sempre la pena.
PS: vorrei dedicare queste poche righe alla mia Pepi, una labradorina di otto anni che mi ha lasciato qualche mese fa e alla quale devo tutta la passione che mi è venuta per la meravigliosa disciplina che è la pet therapy , perché sono convinta che avere un Labrador e non diffondere tutta la gioia che è in grado di donare a chi ne ha veramente bisogno sia quasi un peccato;