Le proteine sono sostanze nutritive fondamentali, sono indispensabili per il rinnovamento di organi e tessuti, il funzionamento del sistema immunitario e ormonale. Nel cane, in particolar modo, sono utilizzate come fonte energetica ed è per questo che l’esercizio fisico ne aumenta il fabbisogno. Inoltre, gli amminoacidi sono costituenti essenziali degli enzimi, che insieme a minerali e vitamine sono necessari per un corretto metabolismo.
A differenza di quanto avviene per carboidrati e lipidi, l’organismo del cane non ha la capacità di immagazzinare scorte proteiche, nonostante le proteine rappresentino circa il 19 per cento del peso del cane con variazioni riguardo alla razza, al peso e all’età. Le proteine sono soggette a un continuo processo di sintesi e demolizione, che va sotto il nome di turnover proteico; questo mette a disposizione sempre nuovi amminoacidi che, unitamente a quelli introdotti con l’alimentazione, sono utilizzati dall’organismo per la sintesi di nuove proteine in funzione delle sue necessità fisiologiche. Per questo è necessario fare attenzione alla qualità e alla natura degli amminoacidi introdotti ogni giorno con la dieta.
Gli amminoacidi più comunemente presenti negli alimenti sono circa venti, di questi dieci sono essenziali nel cane, cioè non possono essere prodotti dall’organismo a partire da altri amminoacidi, ma devono essere introdotti con la dieta: arginina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina. Le proteine della carne (o di origine animale in genere) sono definite proteine nobili per il loro contenuto di amminoacidi essenziali. Gli amminoacidi che generalmente mancano nelle proteine vegetali sono metionina, lisina, triptofano e arginina.
Nel caso si alimenti il cane con una dieta casalinga è sempre necessario, quindi, introdurre nella razione una fonte proteica di origine animale. Occorre, però, fare attenzione ad alcuni accorgimenti. L’albume dell’uovo somministrato crudo, ad esempio, contiene l’avidina, una glicoproteina che impedisce l’assorbimento di biotina (vitamina del gruppo B). La cottura distrugge l’avidina. Ѐ sempre meglio, quindi, separare l’albume dal tuorlo nel caso si somministri l’uovo crudo al cane.
Il latte, inoltre, va dato solo a cani abituati al suo consumo, in caso contrario è causa d’intolleranza. Il cane, infatti, non secerne la lattasi, l’enzima deputato alla digestione del lattosio, cioè lo zucchero presente nel latte. Si può ovviare a questo inconveniente, abituando il cane al consumo di latte fin da piccolo o anche da adulto, somministrandogliene una quantità pari a una tazzina da caffè, nel suo pasto, per 10-15 giorni. In questo modo, il suo organismo si adatterà all’alimentazione e riprenderà la secrezione di lattasi. Va detto che questo sistema non funziona con tutti i cani: se dopo l’intervallo di tempo indicato il cane continua a fare feci molli, è meglio lasciar perdere.
La carne di maiale, infine, non va somministrata cruda, perché può essere causa di parassitosi.
A cura della Clinica Borgarello