Molteplici sono le patologie cui è soggetto. Si va dalle disfunzioni motorie soprattutto ipocinetiche con ristagno di materiale alle ipercinetiche che alterano il meccanismo valvolare del cardias. Una ipocinesia cronica su base neuromuscolare esita nell’arresto della motilità fino all’atonia.
La conseguenza è il megaesofago in cui l’organo non può che dilatarsi con la stasi del contenuto alimentare; in questi casi il soggetto deve essere alimentato facendolo salire su un gradino con gli arti anteriori in modo che l’alimento scenda nello stomaco per gravità.
Altra patologia sono i diverticoli esofagei una sorta di “sfiancamenti” della parete che assomigliano ad una bolla sulla camera d’aria di un pneumatico. Detti diverticoli oltre a diminuire la capacità motoria risultano pericolosi in quanto nelle dilatazioni si accumula materiale che esita in infiammazioni anche gravi. Anche i corpi estranei sono importanti, soprattutto quelli acuminati che possono determinare perforazioni che anche se di modica entità possono degenerare in necrosi.
E ancora i tumori con incidenza di carcinomi, di natura maligna. Per ultima la patologia più frequente: il reflusso gastro esofageo, legato all’infiammazione dell’ultimo tratto dell’organo e della prima porzione dello stomaco. In tutte queste patologie il sintomo è sempre il vomito da modico a incontrollabile.
La diagnosi si basa esclusivamente su valutazioni radiografiche ed endoscopiche. La terapia medica offre un ventaglio di opzioni a seconda che la patologia sia organica o funzionale (la quale a volte è insoddisfacente). Rimane la parte delicatissima della chirurgia: il chirurgo che si trova di fronte ad una problematica esofagea frequentemente si può trovare con un intervento effettuato a regola d’arte ma vanificato dalle altissime probabilità di necrosi post operatoria dell’organo su cui anche gli antibiotici più efficaci possono non avere risultati.
L’esofago quindi per la sua delicatezza e per la sua funzione basilare rappresenta un organo a volte sottovalutato dal proprietario ma diviene una vera e propria sfida sia per il clinico che per il chirurgo.
Autore:
Dott. Federico Nota
Medico Veterinario
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