L'importanza del microchip
13 gennaio 2016
2 min

L'importanza del microchip

Il microchip è un trasponder di pochi millimetri del tutto innocuo, che la legge rende obbligatorio applicare al cane e ha diverse funzioni. Non si tratta per niente di un sistema di geolocalizzazione e nemmeno di un navigatore satellitare canino, come qualcuno potrebbe pensare.

Il microchip consente, attraverso il rilevamento con un apposito lettore del codice univoco cui è associato e con il quale il cane è registrato presso l’anagrafe canina regionale, di risalire al nome e alla residenza del proprietario. È indispensabile nel caso di cani abbandonati o per identificare quelli smarriti e restituirli alla loro legittima famiglia umana. Inoltre, permette di combattere i furti e i rapimenti, poiché il cane identificabile non è rivendibile. E permette di identificare un quattro zampe anche nel caso, per esempio, di vaccinazioni contro la rabbia.

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Il microchip viene applicato attraverso un’iniezione sottocutanea – non particolarmente terribile! – nella zona laterale del collo, a sinistra, tramite delle siringhe monouso sterili. Va inserito esclusivamente da un veterinario abilitato in ambulatorio e di solito quest’operazione ha il costo di una semplice visita. Altrimenti, ma solo entro il secondo mese di vita, è applicabile o gratuitamente o dopo pagamento del solo costo base del microchip dai Servizi Veterinari dell’Asl di residenza.

Per far applicare il microchip al proprio cane occorre essere maggiorenni, essere incensurati ed essere residenti nella regione di competenza del veterinario. Il cane, invece, non deve avere un altro microchip o avere il tatuaggio, almeno che questo non sia illeggibile. Inoltre, il microchip deve essere messo entro il secondo mese di vita. Dopo può essere applicato ma, se l’Asl lo ritiene opportuno, può essere fatta una multa al suo proprietario.