Giorni fa entrò in ambulatorio un nuovo cliente con un cane meticcio di circa due anni di nome Bobby, molto timido e spaventato. Era la prima volta che li vedevo. L’uomo, all’apparenza abbastanza distinto, iniziò a parlarmi di Bobby. Come sempre durante il colloquio mi colloco in piedi in posizione neutrale rispetto al cane e al suo proprietario. Il signore, invece, iniziò a conversare e tendeva sempre più ad avvicinarsi, parlandomi a una spanna dal viso e continuando compulsivamente a toccarmi il braccio o la spalla mentre colloquiava con me, come per sottolineare e rafforzare ciò che stava dicendo. Io difendevo strenuamente il mio “spazio” indietreggiando lentamente sempre di più, fino a trovarmi letteralmente con le spalle al muro. Provvidenzialmente Il telefono dell’ambulatorio squillò e riuscii a divincolarmi dall’angolo per arrivare alla scrivania e rispondere. Mi ero letteralmente sentito infastidito dal modo di porsi del proprietario di Bobby.
La distanza interpersonale e i rapporti spaziali tra le persone e l’ambiente giocano un ruolo fondamentale nel sentirsi a proprio agio o disagio in una certa situazione. In effetti, come gli animali abbiamo un nostro territorio e lo stabiliamo in ogni luogo in cui ci troviamo: da casa nostra, al nostro ufficio, al nostro banco a scuola o alla nostra scrivania sul lavoro fino al compartimento sul treno o allo spazio che circonda l’ombrellone quando siamo in spiaggia. Per i cani l’uso dello spazio ha un’importanza sociale elevatissima, e costituisce uno strumento di comunicazione fondamentale.
Dobbiamo immaginare di costruire quattro grandi bolle di sapone intorno ad un individuo, cane o uomo che sia, e ognuna di questa rappresenta un preciso spazio con uno specifico ruolo comunicativo. Le bolle non sono perfettamente circolari, poiché, in effetti, un individuo che si mette al nostro fianco ci reca molto meno fastidio piuttosto che averlo di fronte alla medesima distanza. La bolla più grande delimita la distanza pubblica, dalla quale è possibile notare l’altro, raccogliere informazioni ma senza interagire. La seconda bolla circoscrive la distanza sociale, dove inizia l’interazione, ma senza alcun contatto fisico. A questa segue la bolla individuale, dove possono iniziare i primi approcci di contatto, sempre osservando accuratamente le reazioni dell’altro. Infine, la bolla più piccolina e quella che è definita intima, dove avviene il contatto, e solo chi è confidente è autorizzato ad addentrarsi in questo spazio.
L’ampiezza di queste distanze dipende da molti fattori, ad esempio dalla taglia del cane e dal suo bagaglio comportamentale; inoltre può variare secondo l’ambiente e lo stato emotivo del soggetto. Iole, la mio Labrador più anziana, è una cagna assertiva dominante con un’altissima autostima, si posiziona sempre al centro delle stanze ed emette chiari segnali di disapprovazione quando qualcuno, in modo errato, invade i suoi spazi. Un cane ben educato, infatti, nell’avvicinarsi a un suo simile procederà a semicerchio, emettendo chiari segnali di comunicazione e soprattutto osservando le reazioni che l’altro mostra con il suo linguaggio del corpo. L’intero processo permette, a ciascuno dei due, di fornire e ricevere informazioni sull’altro cane e sulle sue intenzioni di approvazione o disapprovazione prima di arrivare al contatto.
Non tutti i cani hanno rispetto per gli spazi altrui, e seppur amichevolmente si avvicinano in fretta e in modo diretto, scatenando una reazione nell’altro cane che viene spesso definita dai proprietari “improvvisa e ingiustificata”. Lo stesso pericolo si presenta per i bambini. Oltre agli ovvi consigli di non disturbare mai il cane mentre mangia e dorme, consiglio sempre ai proprietari di assegnare una giusta posizione alla cuccia del cane dentro l’abitazione. Per il cane, infatti, nulla deve essere imprevedibile, quindi mai porre la sua cuccia nei pressi di una porta ma collocarla invece in modo che possa controllare ogni via di entrata. Inoltre, quando ci sono bambini, faccio applicare delle strisce di scotch colorato a cerchio con un raggio di due metri di distanza dalla cuccia del cane. Invito i proprietari a insegnare ai figli di non oltrepassare mai questa linea e quando si ha intenzione di interagire con il proprio cane mettersi al limite del tracciato, accovacciarsi e chiamare gentilmente il nostro amico a quattro zampe. Sarà un grande segno di rispetto nei suoi confronti e non potrà certo declinare l’invito del bambino a giocare con lui.