È ormai riconosciuto che l’antenato comune del cane è il lupo. Questa tesi è stata, anche, confermata dalle analisi del DNA, che hanno mostrato una similitudine tra le due specie del 99,8 per cento.
L’addomesticamento del cane è stato un processo molto lungo – durato circa 40.000 anni – che ha portato all’allevamento di questo animale, alla nascita e alla selezione di specifiche razze.
Perché si è creato questo legame così speciale tra uomo e cane e non con un altro animale? Prima di tutto, è bene rilevare che i gruppi sociali dell’uomo e del cane sono molto simili; infatti, analizzandoli nei particolari, sono formati entrambi da branchi o gruppi familiari che si stabiliscono su un territorio difeso, sono entrambi specializzati nella cattura di prede più grandi di loro, creano legami tra maschi e femmine, e affidano le cure dei piccoli al gruppo. Inoltre, sono caratterizzati da gerarchie dinamiche non rigide e piramidali. Infine, sia l’uomo sia il cane comunicano tramite linguaggi vocali e non molto complessi.
Com’è avvenuto l’incontro con il cane? È ipotizzabile pensare che il precursore cane si sia avvicinato ai villaggi, perché attirato dal cibo e dai rifiuti dell’uomo. È anche ipotizzabile che, inizialmente, i rapporti tra l’uomo e questi canidi non fossero idilliaci, ma probabilmente si era creata una competizione poiché cacciavano le stesse prede.
Per tale ragione, l’uomo potrebbe aver catturato i cuccioli di cane per eliminare un competitore o per scopo alimentare. Questi cuccioli possono essere diventati dei giochi per i bambini e, cresciuti fin da piccoli nel branco umano, possono aver socializzato con l’essere umano, gettando così le basi del rapporto uomo-cane.
In seguito, l’uomo si è sicuramente accorto della grande utilità che aveva questo animale nella caccia e nella pastorizia e, quindi, ha iniziato a impiegarlo nelle sue attività. Questa scoperta ha portato l’uomo a “selezionare” i soggetti più socievoli e utili, e a eliminare i soggetti timidi o aggressivi.
Dall’archeologia è emerso che le prime e più antiche razze sono Canis Familiaris Putjani (razza più antica, forse ancora selvaggia, che viveva attorno agli insediamenti umani); Canis Familiaris Palustris (aspetto simile agli spitz); Canis Familiaris Leineri (antenato dei levrieri); Canis Familiaris Inostranzewi (progenitore dei molossoidi); Canis Familiaris Metris-Optimae (antenato delle razze da pastore); Canis Familiaris Intermedius (antenato dei cani da caccia, compresi i barboni).
Il rapporto uomo-cane ha, quindi, dato il via all’allevamento di questo animale attraverso l’accoppiamento dei soggetti migliori e più idonei alle attività umane. È presumibile pensare che la selezione si basasse su comportamento e non sulle caratteristiche morfologiche e fenotipiche, anche se è altrettanto plausibile supporre che venissero presi in considerazione soggetti con varianti di mantello particolari e con caratteristiche neoteniche (tratti infantili).
Cosa s’intende quando si parla di neotenia? La neotenia è la permanenza di caratteri infantili nell’adulto, sia dal punto di vista morfologico sia dal punto di vista comportamentale. I cani adulti mantengono comportamenti tipici del cucciolo come, per esempio, il gioco, l’elemosinare il cibo, il piagnucolare, il leccare le labbra, ecc. Morfologicamente i caratteri neotenici sono testa tonda, occhi grandi e rotondi, orecchie cadenti, corpo tozzo e arti brevi, muso corto. Questi caratteri suscitano maggior interesse in chi li osserva, perché sono rassicuranti e piacevoli, e molto probabilmente hanno spinto l’uomo ad avvicinarsi al cane e in seguito a selezionare tali caratteri.
Questa teoria cerca di spiegare le grandi differenze che caratterizzano le molteplici razze canine che, pur avendo un antenato in comune, sembrano così distanti l’una dall’altra, sia nell’aspetto sia nell’attitudine e nel temperamento. Ciò è dovuto a mutazioni casuali del DNA, poi mantenuti attraverso la selezione artificiale attuata dall’uomo
La teoria della neotenia indica nelle diverse fasi di sviluppo – sia morfologiche sia comportamentali – del cucciolo di lupo possibili momenti di origine di alcune razze.
Infatti, se si considera il cucciolo di lupo a 4-5 settimane di vita, si può notare che è caratterizzato da muso tozzo, orecchie cadenti, testa tonda e occhi grandi. Dal punto di vista comportamentale, invece, si osserva che non si allontana dalla sua tana, ha poca curiosità per l’ambiente circostante e, se disturbato, si rifugia nel suo covo. Questo può essere l’identikit dei molossoidi, che in linea generale si presentano come cani generalmente territoriali, dipendenti dal loro territorio e non sono adatti ad attività che richiedono prontezza di riflessi e iniziativa.
Il cucciolo di lupo con più di 5 settimane, invece, è caratterizzato da un aumento della curiosità, del gioco, insegue tutto quello che si muove, è agile, veloce e molto stimolato dall’ambiente esterno. Questo è l’identikit di razze come labrador e golden, che generalmente sono poco territoriali, quindi, non adatte alla guardia e alla difesa poiché poco diffidenti verso gli estranei.
Il lupo di 5-6 mesi, invece, comincia ad assumere l’aspetto fisico più simile all’adulto, anche se continua a giocare. In questa fase, però, inizia anche l’istinto predatorio. In questo identikit si possono rivedere le razze da pastore, da ferma, segugi e levrieri.
L’ultima fase è quella dell’individuo adulto e questo è rappresentato dalle razze nordiche, che hanno uno spiccato istinto predatorio e di branco; sono socievoli, ma presentano un certo grado di indipendenza dal proprietario.
Per secoli il cane, quindi, ha rivestito ruoli importanti e specifici per l’uomo, affiancandolo non solo nelle sue attività (caccia, pastorizia, lavoro, guerra, ecc.), ma anche all’interno della società diventando un vero e proprio status symbol del potere, del rango e della posizione economica del proprietario.
Con la rivoluzione industriale si è assistito a un grande cambiamento; con l’arrivo delle macchine i cani hanno perso il loro ruolo principale e non sono stati più impiegati nelle attività umane. Questo ha portato a un surplus di animali, favorendo così la nascita delle prime manifestazioni con il solo scopo di premiare il cane migliore.
Nel diciannovesimo secolo sono nate, così, le prime mostre canine e in questo periodo si è assistito alla nascita della cinotecnica e degli standard di razza. Ѐ iniziata, di conseguenza, la seleziona artificiale per specifici caratteri e per creare nuove razze. Il cane, quindi, ha assunto il ruolo di cane da compagnia, ruolo che nella maggior parte dei casi tuttora ricopre.
È evidente che il rapporto tra uomo e cane si è molto modificato nel corso degli anni e si è trasformato in un legame molto profondo. Questo rapporto, come ormai è noto, è fonte di benessere sia per l’uomo che per il cane, ma in alcuni casi può incrinarsi e diventare fonte di malessere per entrambe le parti.
Infatti, può capitare che alcuni comportamenti normali del cane siano considerati inaccettabili nell’ambiente e nel contesto di vita in cui è inserito. Questo spesso può essere causa di errori di comunicazione e d’incomprensioni, che possono portare alla rottura del legame affettivo. In altre circostanze, si può creare tra uomo e cane un legame affettivo anomalo. Dopo la rottura del legame madre-cucciolo, in cui il cane comincia a essere indipendente, questo si può rinstaurare con l’uomo e può essere causa di problemi comportamentali come, per esempio, l’ansia da separazione.
Inoltre, alcune razze selezionate per specifici scopi e attività sono prese allo scopo di avere un cane da compagnia, ma questi soggetti continuano a mantenere comportamenti specifici e le loro esigenze spesso non sono rispettate. Ne risultano, quindi, aspettative disattese e una comunicazione errata, che possono portare a uno stato di uno stress con conseguente insorgenza di problemi comportamentali come, ad esempio, aggressività, ansia, paura, ecc.
In tutte queste situazioni, purtroppo, il legame affettivo può incrinarsi ed essere compromesso, portando alla cessione del cane o, nei casi più estremi, all’eutanasia.
Alla luce di quanto detto, è fondamentale che la scelta di accogliere in casa un cucciolo di razza non debba essere dettata dall’impulsività, dall’emotività o dalle mode del momento!