Morso una volta...
31 agosto 2015
9 min

Morso una volta...

L’aggressività molto spesso è “l’ultima spiaggia” su cui approda un cane spaventato! Il problema comportamentale che spaventa maggiormente le persone è l’aggressività del cane nei confronti di altre persone, poiché, anche se ciò non è un grosso problema per il cane in sé (a differenza di fobie e ansia da separazione), sicuramente è un grave problema da affrontare per il proprietario.

Solitamente l’aggressività nel cane è anche uno dei principali problemi comportamentali per cui si trovano molti cosiddetti “esperti del settore“ (tanti autodidatti), che danno i più svariati consigli su come risolvere la situazione, a volte raccomandando tecniche pericolose per il proprietario da seguire, se non dannose nei confronti dell’animale affetto dal problema.

Se guardiamo all’aggressività del cane nei confronti di persone da una prospettiva emozionale, possiamo capire meglio tale reazione, prevenirla e, avere maggiori etiche ed efficaci idee su come trattarla.

Prima di tutto dobbiamo smettere di etichettare i cani con l’aggettivo “aggressivo”, poiché tale titolo da “giornale scandalistico” porta a una cattiva gestione del problema.

Se pensiamo al cane come a un essere “aggressivo e cattivo”, la logica ci porta a pensare che possiamo fare qualsiasi cosa vogliamo per cambiare il comportamento di “questa bestia maligna”, poiché in tal caso il risultato “giustifica i mezzi”. Questo è dimostrato dai numerosi show televisivi, dove tutto si basa sul dramma e sui conflitti con l’animale, anziché su di un appropriato e duraturo programma di riabilitazione.

Sarebbe più opportuno pensare a questo essere come a un essere che, in date circostanze, usa “l’aggressività” per uscire da una situazione che ritiene minacciosa; quindi aggressività come reazione a un’azione o situazione più che caratteristica dell’animale.

L’aggressività è un sintomo, non è un tratto della personalità di un cane, quindi non si parla di come sia un cane ma di come si comporta in quel dato momento.

La stessa cosa potrà dire di noi stessi, personalmente non mi ritengo una persona aggressiva ma sicuramente ci sono state situazioni in cui mi sono comportata con “aggressività”, a causa di persone o eventi che mi hanno toccato. Come per tutti gli altri comportamenti, l’aggressività non è altro che un sintomo di un’emozione. Tutto ciò che facciamo, ogni risposta che diamo a ogni interazione non è altro che il risultato di come ci sentiamo in quel momento. Più forte è l’emozione che proviamo in certe situazione, più forte sarà l’espressione di tal emozione.

Se cammino in una strada buia, tardi la sera, in una zona poco frequentata, l’emozione dominante dentro di me sarà la paura, se qualcuno mi toccasse all’improvviso (anche per sbaglio) la mia risposta sarà un urlo tanto forte quanto la paura che provo in quell’istante.

mordere

Reazioni Estreme

Per i cani vale la stessa cosa e dobbiamo tenerlo a mente anche quando trattiamo con problemi comportamentali quali l’aggressività. L’aggressività non è altro che una reazione estrema a un’emozione estrema; nella mente del cane tale risposta è sempre giustificata anche se noi non riusciamo a capirla. Non possiamo eliminare l’aggressività, se non cambiamo l’emozione che la causa.

Alcuni “esperti” del settore consigliano qualsiasi tecnica avversiva per eliminare l’aggressività, ma se non viene cambiata l’emozione base, tutto ciò comporta solo un’inibizione del sintomo, che potrebbe essere pericoloso a lungo andare. Le emozioni che causano una risposta aggressiva solitamente sono paura e frustrazione. Paura in maggior parte dei casi di qualcosa di strano, di una strana situazione, di una persona strana, e ancora paura di perdere qualcosa che ha valore per l’animale, di qualcosa che è stato associato come doloroso, ecc. Queste paure possono provenire dal fatto che il cane non ha mai imparato che il “mondo” in generale è un posto sicuro (quindi scarsa socializzazione), o a seguito di esperienze precedenti negative o dolorose, durante le quali il cane ha imparato che una persona o cosa sono pericolose.

Per quanto concerne la frustrazione, solitamente queste reazioni sono viste in cuccioli che non hanno imparato a gestire le loro frustrazioni ancora all’interno della cucciolata quindi ancora in tenera età, o che sono stati cresciuti in un contesto che crea e provoca frustrazione. Mancanza di esercizio fisico e di stimoli sia mentali che fisici può portare alla crescita di frustrazione nel cane. Oppure caratteristiche innate di una data razza, che non vengono sfogate o incanalate in attività sostitutive, possono portare a un alto livello di eccitazione (arousal) che poi porta a un alto livello di frustrazione.

Ad ogni modo, la paura è una delle emozioni principali che governa una risposta di aggressività. Con questo non s’intende che tutti i cani siano paurosi, ma che ci siano situazioni che inducono il cane a scacciare l’ipotetica minaccia mediante l’uso dell’aggressività. Tale reazione viene auto rinforzata, poiché efficace, Viene, quindi, ripetuta e perfezionata in tutti quei contesti che la richiede.

La paura è ciò che conduce un cane spaventato e non socializzato a mordere persone considerate strane, differenti o sconosciute. Paura di essere manipolato può indurre un cane a mordere, poiché non ha imparato (da cucciolo) che essere manipolato è positivo e non per forza provoca dolore; oppure essere in una situazione senza via di scampo può indurre il cane a optare al morso per sfuggire.

Quindi, molte paure o combinazioni di paure possono indurre i cani a mordere; una volta che il cane morde impara che funziona. Inoltre, in seguito anche di una reazione a livello celebrale per cui il senso di “vittoria” rilascia delle endorfine che danno all’animale uno stato di benessere, sarà più predisposto a riproporre la reazione.

Secondo la teoria dell’apprendimento, il senso di sollievo che il cane prova quando la minaccia si ferma o si allontana è definito appunto “rinforzo” e ogni comportamento che subisce un rinforzo è generalmente più facile che venga ripetuto.

Con riferimento all’esempio fatto sopra di una persona che cammina nel buio, il senso di sollievo quando si scopre che non c’è nessun malintenzionato è cosi forte, che ci induce a fare qualsiasi cosa pur di sentirci al sicuro.

I cani non vogliono mordere, poiché comunque usare l’aggressività potrebbe portare a delle ferite, all’indebolimento dell’animale e/o alla morte, pertanto è sempre l’ultima sponda.

Imparare a leggere i segnali

Prima che l’aggressività diventi una reazione assodata nell’affrontare una data situazione, impariamo a leggere i segnali che la anticipano.

Come in tutte le cose “prevenire” è sempre meglio che “curare”. Non esiste aggressività e non aggressività, c’è sempre qualcosa fra le due.

Nonostante ci siano razze che si eccitano facilmente e altre meno, ci sono sempre dei segnali di avvertimento prima di mordere. Il cane avverte sempre con dei segnali quando non è a suo agio, il problema è che la maggior parte delle persone non è in grado di interpretarli e soprattutto fra queste i bambini.

Gli esseri umani comunicano vocalmente e per questo diventa difficile interpretare il linguaggio del cane che è prevalentemente corporeo. Molti proprietari si accorgono che qualcosa non va, quando il cane arriva al “ringhio”, e questo quando molte è già troppo tardi. Non tutte le razze e i cani ringhiano, ma se arriviamo a tal punto significa che il cane sta facendo di tutto (praticamente sta urlando) per fare capire che si trova in una situazione di alto disagio. I primi segnali di disagio sono sbadigliare (quando non espresso se appena svegliati da un sonnellino con il classico stiracchiarsi), leccarsi le labbra o il naso, girare la testa verso destra o sinistra, abbassare lo sguardo e poi riportarlo sull’oggetto o persona che provoca disagio, incurvarsi, farsi piccoli, tirare le orecchie all’indietro, scodinzolare nervosamente con l’aggiunta delle suddette reazioni.

Questi sono segnali educati per far capire che il cane è in una situazione altamente stressante, se questi segnali vengono ignorati, il cane cerca di allontanarsi e muoversi lentamente in direzione opposta se possibile. A questo punto si vedono altri segnali ancora più evidenti quali: coda fra le gambe, curvatura del corpo molto accentuata, corpo teso, completamente a terra o seduto curvo con una zampa alzata.

Non abbiamo percepito i segnali?

Se nuovamente ignorati i sopraddetti segnali, le reazioni del cane aumentano, sguardo fisso nei confronti della minaccia, si riesce a vedere il contorno bianco della pupilla, tensione di tutto il corpo, seguito da ringhio o snap all’aria, dopodiché avviene il morso!

Agli occhi del cane gli avvertimenti sono stati molti, ma purtroppo non interpretati e pertanto non ha avuto altra scelta che passare all’attacco. In questo modo, abbiamo purtroppo insegnato al cane che non lo ascoltiamo se non quando ci morde, cosi la prossima volta il cane salterà tutti i preliminari e passerà direttamente al morso. Diventa fondamentale non arrivare al punto da soffocare l’animale e di conseguenza le sue emozioni. Possiamo trovare anche in Facebook migliaia di foto di bambini che abbracciano cani e cani che esprimono chiaramente che non sono contenti in quel contesto. Se il cane non ha morso ancora in certe situazioni, è solo dovuto dal temperamento dello stesso e dalla alta soglia di reazione.

Poco spesso i proprietari insegnano al proprio cane come sentirsi sicuri e il primo passo per avere un cane a proprio agio in tutte le situazioni della vita è la socializzazione. Se parliamo, invece, di un cane d’allevamento, un compito molto ambito è quello dell’allevatore nel far nascere esclusivamente cuccioli da fattrici equilibrate che non abbiano i “difetti” di razza esaltati e, quindi, non fermarsi esclusivamente sull’aspetto fisico. In seguito l’allevatore dovrà occuparsi della socializzazione per i primi due mesi di vita del cucciolo, compito altrettanto impegnativo da fare.

 I primi mesi sono fondamentali per lo sviluppo comportamentale del cane e pertanto fin da subito il cucciolo deve essere seguito con un programma educativo specifico per evitare lo sviluppo di paura e frustrazione che, come visto sopra, sono alla base dell’aggressività. Questo tipo di programma dovrebbe far sì che il cucciolo si abitui gradualmente, in sicurezza e in modo positivo a diversi tipi di cani e persone, affinché un domani “guardi” a questi con interesse e non con paura. Allo stesso modo il cucciolo deve essere abituato a essere maneggiato, toccato, palpato, spazzolato, ristretto nei movimenti (come in caso di un esame del sangue) ecc., allo scopo di abituarlo a situazioni che potrebbero portare a delle frustrazioni. Questo tipo di programma dovrebbe essere portato avanti per tutto il primo anno di vita del cane dall’allevatore prima e dal proprietario poi, solo così potremmo essere sicuri di avere un cane adulto sereno che non deve ricorrere all’aggressività per difesa o protezione.