Ormai non è più così strano incontrare al parco proprietari muniti di sacchettino o marsupio porta cibo (dai croccantini ai famigerati würstel), con la mano pronta a pescarvi dentro per qualunque cosa di buono faccia il loro cane.
Molto spesso è il gioco a essere utilizzato come premio, soprattutto per quei cani che mostrano particolare interesse per gli oggetti.
Più raro, invece, è incontrare qualche nostalgico che usa le coccole per premiare il proprio cane e consolidare, così, un comportamento corretto, convinto (e come dargli torto!) che la relazione sia la più efficace piattaforma educativa.
Siamo proprio sicuri che tutto si risolva qui? Che il processo di apprendimento si esaurisca al rinforzo, sia esso gioco, cibo o carezza?
Dentro di noi sappiamo benissimo che non è così, che la mente del cane è molto più ricca, che la sua vita è piena di riflessioni, scacchi affrontati e risolti, osservazioni della realtà, decisioni prese sulla base di valutazioni complesse.
Ci sono un sacco di altri modi attraverso i quali un cane può sentirsi gratificato: 1) la soddisfazione di aver risolto un problema lo fa sentire più sicuro di sé, aumentando il suo senso di autostima e di autoefficacia; 2) riuscire a evitare un conflitto, con un altro cane o con una persona, porta alla soddisfazione di sentirsi competente e integrato nel contesto sociale; 3) sentirsi accolto e accettato nel proprio gruppo di riferimento fa sentire il cane piacevolmente al sicuro e appagato; 4) rilassarsi dopo una giornata piena di avvenimenti interessanti e stimolanti può dare al cane una sensazione piacevolissima; 5) l’entusiasmo di chi gli sta attorno nel fargli i complimenti per un comportamento particolarmente intelligente rende il cane molto orgoglioso di se stesso; 6) il coinvolgimento in un’attività collaborativa, fare qualcosa insieme a chi ama, è uno dei più grandi piaceri per un cane.
Questi sono solo alcuni esempi delle grandi soddisfazioni che il nostro amico possa provare in moltissime occasioni e che noi possiamo sfruttare per impostare un percorso educativo che lo aiuti a sviluppare le competenze utili per integrarsi nel contesto in cui vive.
Vi sono diversi modi per apprendere. Il più conosciuto è quello che considera le conseguenze delle proprie azioni (se fai il bravo, ti meriti un premio), ma il cane apprende anche per imitazione: vedere qualcun altro che manifesta un comportamento può invogliarlo a ripeterlo; questo avviene più marcatamente nei cani più giovani, e l’imitazione è tanto più probabile quanto più forte è la referenza nei confronti del modello (quello più forte di tutti è la madre) e quanto più facilmente il cane può riconoscersi in esso (è più immediato per il cane imitare chi gli assomiglia, come un conspecifico, piuttosto che chi ha una morfologia molto diversa come, ad esempio, un essere umano). Si può procedere, anche, attraverso l’analisi di un problema, osservando e valutando, e tirando fuori in un secondo tempo la soluzione elaborata; oppure condividendo lo stato emozionale di chi gli vive accanto, che influenza in modo determinante lo stile con il quale affronta le diverse situazioni quotidiane
L’apprendimento stesso favorisce l’apprendimento, poiché maggiori capacità cognitive il cane sviluppa, maggiori competenze possiede, maggiore è la sua flessibilità cognitiva e più facile sarà per lui imparare cose nuove ed elaborare efficaci modalità di analisi. Più ricca di eventi, emozioni, esperienze è la vita del cane e maggiore sarà la sua capacità di riflessione e valutazione corretta delle diverse situazioni. Più ampio è il ventaglio di gratificazioni che gli proponiamo e più facilmente sceglierà di manifestare un comportamento collaborativo.
Siamo proprio sicuri che tutto si risolva con la banale somministrazione di un bocconcino?