Non poteva mancare una parte sui prezzi e sulla comprensione dei pedigree, poiché in tanti vorrebbero il miglior cane disponibile sulla piazza, al minor prezzo possibile, magari persino in regalo!
Un cane, però, ha un prezzo e questo prezzo è condizionato dalla razza di appartenenza, dalla genealogia e dal metodo di allevamento. Le differenze tra una razza e l’altra sono legate a fattori come la domanda (e la moda!) e le difficoltà che insorgono ad allevarla. In questo caso è la legge della domanda a fare il prezzo. L’acquirente può informarsi sui prezzi medi di mercato e rapportarli al prezzo proposto per il cucciolo desiderato: ricordiamoci, però, che non tutte le cucciolate e non tutti i cuccioli sono uguali, il costo va relazionato alla qualità del cane proposto. Le spese di acquisto vanno viste in una prospettiva di lungo periodo, il cane starà con noi molti anni: conviene investire qualcosa in più per avere qualche garanzia per il futuro, sia in termini di brutte sorprese a livello di temperamento e attitudine sia di risparmio in assistenza veterinaria. L’eccezione che conferma la regola sono i soggetti scontati, poiché presentano difetti considerati gravi dallo standard, ma non invalidanti ai fini venatori, come un pelo non conforme per consistenza o per colore, il monorchidismo, i difetti di chiusura come il prognatismo, eccetera.
Ipotizzando una razza a caso, partendo dall’inizio, vanno calcolati i soldi investiti sui genitori per i controlli sanitari, per il conseguimento di brevetti o qualifiche in esposizione e in prove in Italia e all’estero (rientrano in questa casella viaggi, tempi e costi necessari alla preparazione per le attività sportive o per le esposizioni) e le ordinarie spese di mantenimento come alimentazione, cure mediche, gravidanza, eccetera. Se l’allevatore non possiede lo stallone scelto per la monta e questo vive distante, dobbiamo aggiungere alle spese del trasporto della cagna, il costo della monta ed eventuali spese legate alla fecondazione artificiale. È ovvio che i cuccioli di Fido x Fida dovrebbero costare di meno che i cuccioli del mega campione intergalattico ZZZ accoppiato con la super campionessa JJJ. Con questo non si sta dicendo che i figli di due cani anonimi siano peggiori dei figli di due cani famosi, ma che la notorietà ha un prezzo. Alla stessa stregua, alimentare i cuccioli con un mangime da 60 euro a sacco è diverso che alimentarli con uno che di euro ne costa 20 e via di questo passo. Più l’allevatore spende per la cucciolata, più i prezzi salgono: questo non significa che gli aumenti siano ingiustificati.
Riproduciamo il computo dei costi pubblicato da Maurizio Pagella sul forum del Bracco italiano. I calcoli di Maurizio si riferiscono a una cucciolata di cani di taglia media composta da 6 esemplari. Nel calcolo dei costi non sono stati inclusi i costi (ivi comprese le spese di viaggio e addestramento) per laureare la fattrice campionessa di lavoro (e/o di bellezza), il tempo necessario a preparare il cane, lo stripping (necessario in molte razze a pelo duro), il costo dei controlli per le malattie ereditarie (varia da razza a razza).
Prospetto dei costi per la gestione di una cucciolata di Maurizio Pagella (allevatore amatoriale di Bassotti tedeschi a pelo duro)
Costo della monta 800 E
Spesa media viaggio per raggiungere lo stallone 150/300 E (media 200 E)
Visita veterinaria della fattrice 30 E
Vermifugo per la fattrice prima del parto 16.5 E
Esame feci fattrice 20 E
Eventuali integratori 15 E
Monitoraggio calore (vetrino + progesterone x almeno quattro volte) 100 E
Controllo ecografico cuccioli al 40/50 E
Eventuali punture di ossitocina per espulsione placenta a parto terminato 25 E *non sempre necessarie
Eventuale parto cesareo 180 E
Visita veterinaria di controllo (almeno una) 25 E
Alimentazione particolare della fattrice per l’allattamento 130 E *Il costo varia in base alla taglia e al numero dei cuccioli allattati
Vermifugo per la fattrice dopo il parto 16.5 E
Vermifugo ai cuccioli in tre fasi a 30 a 45 a 60 gg., (costo per cucciolo circa 10 E) x 6 ipotetici cuccioli 60 E
Vaccino e richiamo (costo per cucciolo 70 E) 420 E
Microchip identificativo (costo per cucciolo 30 E) 180 E
Cura per eventuale coccidiosi nei cuccioli 20 E cad. x 6 cuccioli 120 E* non sempre necessaria
ENCI Modello A 10 E B Enci 17E (per cucciolo) x 6 cuccioli = 112 E
Svezzamento cucciolo dal 20esimo al 30esimo gg. + 400gr./gg. x 30 gg. mangime puppy 300 E
Totale costo della cucciolata con pagamento della monta: 2.890 E
Costo per singolo cucciolo: 482 E
Se ipotizzassimo una cucciolata di 4 cuccioli il totale sarebbe: 2.890/4 = 722.5 E
*Nel calcolo non sono inclusi: eventuali condroprotettori, eventuale vaccino herpes virus, costi preparazione cane alla caccia, alle prove di lavoro, ai brevetti, costi relativi al conseguimento del campionato di bellezza e/o di lavoro, tempo impiegato per raggiungere questi traguardi, toelettatura, esami per le malattie ereditarie, tempo necessario ad accudire, pulire e socializzare i cuccioli, detersivi per tenere pulita l’area adibita alla crescita dei cuccioli, cassa parto. Se inserissi nel calcolo, anche, tutte queste cose un buon cucciolo… non avrebbe prezzo!
Come leggere il pedigree
Avendo ribadito in più occasioni l’importanza del pedigree, è utile fornire indicazioni su come leggerlo. In Italia i pedigree sono emessi dall’ENCI e possono essere di due tipi: ROI (ex Loi) o RSR (ex Lir). Il ROI è il libro origini standard, il RSR (Registro Supplementare Riproduttori) è un registro supplementare aperto a esemplari di alcune (e solo alcune!) razze sprovvisti di pedigree. Tra i cani più diffusi per i quali è aperto il RSR vanno ricordati il Segugio italiano, il Segugio maremmano, il piccolo Lepraiolo italiano e il Jack Russell Terrier. In linea di massima, il RSR è aperto a cani appartenenti a razze riconosciute di recente o scarsamente rappresentate. I discendenti di un cane RSR saranno, anche, loro iscritti a questo registro fino alla terza generazione inclusa, dopodiché si apriranno anche a loro le pagine del ROI.
Venendo al ROI, è d’obbligo ricordare che dal 2010 esiste un altro sottotipo di pedigree (riconoscibile per mezzo di un bollo speciale), quello riservato ai cuccioli i cui antenati hanno seguito gli schemi del progetto chiamato “Riproduzione selezionata”. Per essere riproduttori selezionati, fattrici e stalloni devono superare verifiche morfologiche, attitudinali e sanitarie stabilite razza per razza. Il regolamento è visibile qui: http://www.enci.it/documenti/RSR2006.pdf
In questo paragrafo prenderemo in esame il pedigree di un cane iscritto al ROI.
Nella parte alta del pedigree, troviamo i dati anagrafici del cane: razza di appartenenza, nome, sesso, data di nascita, numero di iscrizione al ROI o al RSR, numero di microchip, colore del mantello e nome dell’allevatore. I colori dei mantelli seguono una codifica ufficiosa legata alla razza: per esempio un Kurzhaar marrone avrà sul pedigree un mantello “marrone”, mentre un labrador dello stesso colore sarà definito “cioccolato”.
Nella parte sottostante, troviamo i nomi dei genitori dei nonni, dei bisnonni e dei trisnonni. Prima di ogni nome, troviamo un numero e una sigla che indicano il numero di iscrizione ai libri origine, attraverso la sigla riusciamo a capire se si tratta di un registro italiano o straniero. Dopo il nome, a volte, si trovano dei titoli (solitamente esteri) e in alcune razze delle sigle particolari: S/D nel bassotto sta per esempio per “standard a pelo duro”; PS nello schnauzer sta per “pepe & sale” o T nel pastore belga sta per tervueren e così via.
Uno o più nomi ripetuti significano che il cane è stato allevato in consanguineità più o meno marcata. Alcuni allevatori ricorrono alla consanguineità per fissare più facilmente determinate caratteristiche, altri si rifiutano di accoppiare parenti anche se alla lontana. Non è questa la sede per discutere i pro e i contro di questa pratica che, va ricordato, non è scevra di rischi.
Nel pedigree troviamo due tipi di cani, quelli anonimi e quelli che invece portano l’affisso (termine generico con cui si indicano affissi e suffissi) che, come un cognome, ne indica le origini. Se su un pedigree leggiamo solo il nome, per esempio “Fido” ci troviamo di fronte a un cane anonimo. Nulla vieta, però, che questo Fido abbia dei genitori con nome e cognome, la mamma potrebbe chiamarsi Diana della Rosa Canina e il papà Apollo della Valle degli Orti. I cognomi sparsi nel pedigree sono utili o inutili? In linea di massima, sono molto utili perché dietro di loro sappiamo che c’è un allevatore e possiamo capire che tipo di cane questo allevatore (o meglio questi allevatori, dal momento che in un pedigree compaiono sovente più affissi) aspira a creare. Per esempio, se cerchiamo un Deutsch Drahthaar allevato secondo la filosofia tedesca, potrà essere buona cosa che nel pedigree del cucciolo compaiano cani con affissi tedeschi o con affissi italiani noti per lavorare secondo il metro di giudizio tedesco. O ancora, se la razza in questione è allevata in buona parte per esposizioni e compagnia (Setter irlandese, Labrador, Cocker, Whippet, cani da pastore di varie razze…) attraverso lo studio degli affissi potremo sapere se il nostro futuro cucciolo ha antenati che, invece, hanno partecipato a prove di lavoro o che sono stati allevati da allevatori interessati all’aspetto sportivo-lavorativo della razza.
Un po’ più a destra c’è un colonna in cui possono esserci degli asterischi: se vediamo l’asterisco, lo dobbiamo abbinare al cane cui si riferisce scorrendo lungo la linea, orizzontalmente. Con gli asterischi si indicano i campioni italiani e internazionali di bellezza, lavoro o assoluti (campionato di bellezza più campionato di lavoro). L’ultima colonna a destra funziona in maniera identica ma indica altri titoli, ne indichiamo alcuni: Ch. Trialler (setter & pointer), Ch. Sociale, Ch. Estero, Ch. Europeo e Ch. Mondiale di Bellezza, Ch. Riproduttore. Il titolo di Ch. Trialler lo si conquista, ottenendo determinati risultati nelle prove di “Grande Cerca”, mentre per ottenere il Ch. Sociale servono dei risultati diversi da una razza all’altra e definiti dal club che ne ha la tutela. Un Campione Sociale è, secondo i parametri del club di razza, un cane completo e ottimo rappresentante della razza sia dal punto di vista della morfologia sia del lavoro. Per questo motivo, si tratta di un titolo particolarmente interessante così come lo è quello di Ch. Riproduttore. Uno stallone e una fattrice ricevono questo titolo, se i loro figli ottengono determinati risultati in esposizione o in lavoro: il cane ottiene, pertanto, questo titolo se ha messo al mondo prole di qualità. Il titolo di Ch. Riproduttore indica il buon lavoro fatto da un allevatore e non deve essere percepito come meno altisonante rispetto ad altre qualifiche. Nella stessa zona del pedigree sono segnati i brevetti di lavoro che interessano le razze che competono in UD (Utilità e Difesa) e sono IPO, Brevetto, Selezione (questo riguarda il pastore tedesco) e lo ZTP.
Non basta accoppiare campioni per ottenere cani campioni, le stellette sui pedigree non sono necessariamente indice di qualità, ci dicono però che gli antenati del nostro cane hanno affrontato un preciso percorso di verifiche morfo-attitudinali, questa è senz’altro una buona notizia! E se stellette e titoli scarseggiano? Niente paura, non è detto che ci si trovi di fronte a un cane di bassa qualità: per diventare campioni servono tempo, denaro e volontà di raggiungere questo traguardo. Nulla vieta che i cani senza stellette (e/o senza affisso) siano stati eccellenti esemplari e parte di un progetto allevatoriale serio, semplicemente è più complesso esserne certi vista l’assenza di dati ufficiali.
Sempre nell’ultima colonna a destra vengono riportati i risultati delle radiografie per la displasia dell’anca e del gomito. Non esistono spazi specifici in cui vengono elencati gli esiti dei controlli per altre patologie, come l’atrofia progressiva della retina (PRA) e altre malattie ereditarie identificabili attraverso il test del DNA. È però possibile accedere ad alcuni di questi dati, guardando i pedigree on line presso il sito dell’ ENCI (www.enci.it). I pedigree on line sono costantemente aggiornati e comprendono una sezione con i dati anagrafici del cane, sui risultati, su suoi discendenti e vi sono le schede relative alle verifiche sanitarie e genetiche effettuate. Per esempio, attraverso questi pannelli, possiamo sapere se il DNA dell’esemplare è stato depositato.
Se siete arrivati a leggere fino a qui, vi sarà ormai chiaro che un pedigree ricco di informazioni vale molto di più dei pochi euro richiesti dalla burocrazia per poterlo stringere in mano: si tratta della storia genetica del vostro cane e del primo mattone sui cui costruire eventuali future cucciolate.
Rossella Di Palma