Con l’arrivo della primavera è arrivato anche il pericolo forasacchi per i nostri amici a quattro zampe. Si tratta delle ariste delle graminacee selvatiche secche che, attraverso una serie di dentelli posti su di essi, possono penetrare – con non pochi danni – in profondità ad ogni movimento del proprio animale.
1. LA PREVENZIONE
Per evitare che Fido entri in contatto con i forasacchi, sarebbe opportuno non frequentare le zone pericolose, come quelle con erba alta oppure secca, senza dimenticare di prestare attenzione anche ai bordi dei marciapiedi in città. Al ritorno dalle passeggiate, è bene controllare e spazzolare sempre il proprio pet e, se particolarmente peloso, magari sottoporlo a una buona toelettatura. Ai cani con le orecchie lunghe, è consigliabile mettere degli appositi “paraorecchie”.
2. I SINTOMI
Come accorgersi se il nostro amico a quattro zampe è venuto a contatto con qualche forasacco? Purtroppo questo può infilarsi davvero ovunque. Se – si apprende da un articolo pubblicato su meteoweb.ue – colpisce occhi, naso, orecchie, zampe o bocca, possono rispettivamente verificarsi: 10-15 starnuti di seguito, a volte così violenti che l’animale può arrivare a sbattere il muso a terra, provocando anche la fuoriuscita di sangue dalle narici; scuotimento della testa, strusciando l’orecchio sulle pareti o sul pavimento, per liberarsi del fastidio; se a essere colpite sono le zone interdigitali o i cuscinetti plantari, il cane zoppicherà vistosamente; se i forasacchi interessano la bocca, si verificheranno tosse ed espettorato sanguinolento, mentre in caso di occhi, forte lacrimazione, gonfiore e occhio semichiuso.
3. CHE COSA FARE
Nel caso il proprio amico a quattro zampe abbia preso un forasacco, toglierlo solo se in superficie e non già conficcato profondamento nella pelle del proprio animale, per evitare che si spezzi o che si crei infiammazione nella parte interessata. Dopodiché, rivolgersi immediatamente al proprio veterinario di fiducia, che saprà come meglio agire per estrarlo. È possibile che faccio ricorso, in base alla gravità del caso, a un vero e proprio intervento chirurgico in anestesia locale.