Per iniziare davvero nel migliore dei modi la prima visita dovrebbe essere quella fatta PRIMA dell’adozione del cucciolo, perché moltissimi problemi possono essere evitati scegliendo il cucciolo nel posto giusto, soprattutto se lo acquistate. Per un neofita però orientarsi non è affatto semplice e spesso l’unico parametro valutato per scegliere dove acquistare un cucciolo è il costo. Credetemi, è una pessima idea: non di rado i soldi risparmiati nell’acquisto li spenderete dal veterinario. Se state cercando un cucciolo andate a fare due chiacchiere col veterinario, spiegategli cosa desiderate e lasciatevi consigliare.
La stragrande maggioranza delle volte, però, la prima visita venite a farla con gli occhi a forma di cuore e col cucciolino già in braccio. Inevitabilmente, alla mia domanda “Dove avete preso il cucciolo?”, vedo comparire nei vostri volti dei grossi punti interrogativi: la domanda deve sembrarvi quantomeno fuori luogo. Durante la visita sono principalmente due le cose che andrò a valutare: lo stato di stato di salute e, quindi, la presenza di patologie infettive o parassitarie, ed eventuali anomalie congenite che possono essere ancora asintomatiche, ma che potranno dare problemi in futuro.
Le mie preoccupazioni aumenteranno di fronte ad un cucciolo proveniente da negozi, da allevamenti poco seri o da privati improvvisati che crescono i cuccioli in contesti di scarsa igiene, spesso vaccinandoli male o non vaccinandoli affatto e che ben si guardano dall’effettuare gli indispensabili controlli ufficiali sui riproduttori, necessari per evitare di far nascere cuccioli con gravi patologie geneticamente trasmissibili. Un sintomo banale, come un lieve scolo dal naso in un cucciolo allevato con tutte le attenzioni del caso non mi allarma troppo, ma lo stesso sintomo in un cucciolo proveniente da posti di dubbia serietà mi preoccupa invece molto: potrebbe essere l’inizio di una patologia estremamente grave, forse mortale.
LA VISITA CLINICA
Fatte queste premesse, possiamo ora iniziare la visita clinica vera e propria. Partiamo dalla testa: gli occhi devono essere lucidi e vispi, puliti e senza scoli, con le ciglia correttamente orientate e le mucose rosate. Né scoli ci dovranno essere dal tartufo che sarà leggermente umido. Sottolineo leggermente. Non sapete quanti proprietari arrivano allarmati, immaginando chissà quali flagelli infettivi perché il naso del loro cane non è umido…e invece sono tartufi perfettamente normali!
La bocca deve avere mucose rosate, tonsille non evidenti e bianchi dentini da latte decidui che verranno sostituiti dai denti definitivi a partire dalle otto settimane sino ai sette mesi circa. Talvolta può succedere che i canini da latte non cadano, ma rimangano in sede nonostante i canini definitivi siano già spuntati: vanno tenuti sotto controllo per qualche settimana e, se la situazione non si risolve, sarà necessario procedere alla rimozione dei canini decidui.
Passiamo alle orecchie, uno dei primi indicatori della qualità dell’allevamento da cui proviene il cucciolo: all’esterno non devono presentare croste o aree senza pelo e all’interno il condotto auricolare deve essere rosato, pulito (un poco di cerume è normale) e non dolenti. Non di rado sono invece sporchissime e terribilmente pruriginose. Ecco i primi inquilini del vostro cucciolo: Otodectes, acari dell’orecchio tipici del cane. La diagnosi è piuttosto semplice: il parassita viene identificato al microscopio, osservando l’abbondante cerume nero e secco che caratterizza le otiti da acari. Più raramente possono esserci otiti da malassezia o da batteri, nei cuccioli le otiti da acari sono indubbiamente le più frequenti. Anche in questo caso la diagnosi si effettua al microscopio.
Continuo la visita, valutando le dimensioni della fontanella del cranio, soprattutto nelle razze nane con testa molto grossa, palpo poi i linfonodi sottomandibolari, la trachea, i linfonodi prescapolari e le zampe anteriori. E qui ci fermiamo un attimo perché alcune razze, tra cui ad esempio i Retriever che sono molto di moda in questo momento, sono predisposti ad avere patologie a carico del gomito. La displasia del gomito è molto invalidante e solitamente si riscontrano delle anormalità già alla visita clinica, ma per valutare la corretta conformazione dell’articolazione è necessario eseguire un’indagine radiografica.
Arriviamo ora al torace: ausculterò cuore e polmoni per rilevare eventuali patologie in atto o aritmie e soffi cardiaci. Anche qui particolare attenzione alle razze portatrici di patologie cardiache congenite ed ereditarie, soprattutto se i genitori non sono stati controllati. I cuccioli possono avere un soffio detto “innocente”, perché sparisce con l’età. Non è pertanto da considerarsi patologico e non deve allarmarvi. Il riscontro, invece, di un soffio cardiaco patologico deve essere indagato al più presto con una visita cardiologica specialistica.
Spostiamoci ora in addome: con la palpazione manuale identifico gli organi interni valutandone la corretta conformazione e posizione e il contenuto di stomaco e intestino. È chiaro che si tratta di una manualità che fornisce solo una valutazione grossolana, ma che può talvolta rilevare gravi anomalie congenite.
Non è infrequente che i cuccioli abbiamo parassiti intestinali: se numerosi possono provocare dimagramento, dissenteria accompagnata talvolta da muco e sangue, prurito anale e anemia. Se l’infestazione è modesta, può non essere presente alcuno di questi sintomi, per questo è sempre necessario eseguire un esame delle feci per assicurarsi che davvero il vostro cucciolo non abbia parassiti intestinali, anche perché alcuni di questi possono essere trasmessi all’uomo (zoonosi). Personalmente, ad eccezione d’infestazioni davvero importanti, tendo a non sverminare i cuccioli troppo presto, posticipando la prima somministrazione di vermifugo a qualche giorno prima del vaccino: recenti studi hanno, infatti, dimostrato che i cuccioli che non vengono completamente a contatto con parassiti intestinali sviluppano più facilmente allergie e atopie in età adulta. Insomma, anche i parassiti hanno una loro funzione. È chiaro però che infestazioni imponenti in cuccioli molto piccoli possono essere pericolose: sarà, quindi, sempre il vostro veterinario di fiducia a valutare il singolo soggetto e a programmare il piano di sverminazione più adeguato al vostro cucciolo.
Prima di lasciare l’addome, verificherò anche l’eventuale presenza di ernie ombelicali, che vanno valutate attentamente per stabilire se sono trascurabili o se hanno bisogno di una correzione chirurgica.
Possiamo ora proseguire, ispezionando il bacino e il perineo, con un occhio di riguardo ai testicoli nel maschio dei quali controllerò il corretto posizionamento nello scroto. Se uno o due testicoli non sono già scesi, procederò alla palpazione del canale inguinale per individuarli lungo il percorso di discesa che si completa solitamente verso i due-tre mesi, ma che può tardare sino ai sei. Oltre questa età, è necessario effettuare un’ecografia addominale alla ricerca del testicolo ritenuto (criptorchide) e, una volta identificato, procedere alla rimozione chirurgica dello stesso. Questo sia per motivi prettamente sanitari, poiché i testicoli criptorchidi svilupperanno presto o tardi patologie neoplastiche, sia per ragioni etiche: il criptorchidismo è una patologia genetica ereditaria, quindi questi maschi riproducendosi genereranno cuccioli criptorchidi. Proprio per questo motivo associo sempre alla rimozione del testicolo criptorchide anche l’asportazione del testicolo sano.
Per le medesime ragioni etiche mi rifiuto di eseguire interventi di riposizionamento del testicolo criptorchide. Ci sono anche importanti motivazioni sanitarie: l’intervento è solitamente destinato a fallire: se il testicolo non è sceso nello scroto, ma è rimasto in addome è perché la sua conformazione anatomica è alterata, quindi anche riposizionando il testicolo artificialmente, dopo qualche tempo, questo risalirà in addome. E, se fortunatamente così non fosse, il testicolo criptorchide, anche quando riposizionato tenderà col tempo a diventare tumorale. L’intervento di riposizionamento è quindi assolutamente sconsigliabile.
Passiamo ora alle gambe: palpazione dei linfonodi poplitei e valutazione delle articolazioni con un occhio di riguardo alle anche nei cani di taglia grande per i quali valgono le considerazioni fatte per i gomiti, con la differenza che la displasia dell’anca può rimanere asintomatica o paucisintomatica per molti anni ed è quindi necessario effettuare dei radiogrammi per valutare la corretta conformazione dell’articolazione anche nei cani che non zoppicano. Nei cuccioli di piccola taglia e in alcune razze di grande taglia, invece, mi soffermerò sulle ginocchia, essendo questi cani predisposti alla lussazione della rotula, patologia di solito non particolarmente invalidante, ma che talvolta può necessitare di un intervento chirurgico volto a ripristinare l’allineamento anatomico dei vari segmenti ossei per permettere il corretto scorrimento della rotula.
Per concludere valuterò lo stato di salute della cute e del pelo, ponendo attenzione alla presenza di eventuali parassiti quali pulci e zecche o, frequenti nei cuccioli, acari responsabili della rogna o ancora di micosi.
SVERMINAZIONI E PIANO VACCINALE
Ora che la visita clinica si è conclusa, ho un quadro più chiaro del punto di partenza e possiamo quindi passare alla programmazione delle sverminazioni, del piano vaccinale e di eventuali altre visite o interventi che si siano resi necessari in funzione di quanto è stato rilevato dalla visita clinica.
Le sverminazioni saranno programmate in funzione dell’esito dell’esame delle feci, tramite il quale è possibile identificare i parassiti presenti nell’intestino del nostro cucciolo. In linea di massima ci sono due categorie di parassiti: i così detti “vermi”, che possono essere chimivori (cioè si nutrono delle sostanze nutritive di cui si nutre anche il cucciolo, come gli ascaridi, tondi o i cestodi piatti) o ematofagi (cioè si nutrono del sangue del cucciolo che si procurano lesionando la mucosa intestinale, come gli anchilostomi) oppure i protozooi, come i coccidi e la giardia. I protocolli di sverminazione prevedono utilizzo di molecole diverse con specifiche posologie, a seconda dell’esito dell’esame delle feci. Una volta che il cucciolo è stato correttamente sverminato e l’esame delle feci è risultato negativo, si pianificano i successivi controlli in funzione del rischio di infestazione al quale è sottoposto ogni singolo cane, valutato in base ai comportamenti a rischio quali l’abitudine a mangiare carcasse e feci o l’utilizzo per la caccia piuttosto che l’attuazione di profilassi per la filariosi cardiopolmonare (alcuni delle molecole usate a questo scopo hanno anche azione adulticida sui alcuni parassiti intestinali) o l’alimentazione unicamente commerciale.
Anche i protocolli vaccinali andranno valutati su ogni singolo cane: la valutazione dello stile di vita, l’identificazione dei fattori di rischio ed eventuali necessità quali viaggi all’estero sono alcuni dei parametri dei quali si dovrà tenere conto.
In un cucciolo è importante anche valutare lo stato vaccinale della madre: conoscendo il livello di anticorpi della fattrice prima del parto, è possibile calcolare con maggiore precisione quando il livello anticorpale nei cuccioli è ottimale per ricevere la prima dose di vaccino che se effettuata troppo presto annulla la protezione anticorpale fornita dalla madre e al contempo non è in grado di stimolare una corretta risposta immunitaria nel cucciolo. Vaccinando, invece, troppo tardi, si lascia il cucciolo scoperto da protezione anticorpale per giorni o settimane sottoponendolo al rischio di contagio.
Molto importante è anche il tipo di vaccino usato: ogni vaccino, in funzione del tipo e del numero di antigeni che contiene, è adatto a diverse situazioni. Anche le malattie per le quali un cane può essere vaccinato variano in funzione dei fattori di rischio ai quali è sottoposto ogni singolo cane. Si fa presto a dire vaccino, ma in realtà si va ben oltre una banale puntura annuale. A proposito di annuale, una precisazione sulla necessità di richiamare il vaccino una volta l’anno. Ci sono ormai diversi studi che avvalorano l’ipotesi che i comuni vaccini conferiscano un’immunità che va oltre l’anno canonico, si parla a volte di cinque anni o più. Tuttavia in Italia si continua a vaccinare una volta l’anno, perché? Le ragioni sono diverse: innanzi tutto i produttori stessi dei vaccini non garantiscono un’immunità superiore all’anno, rendendo impossibile per il veterinario vaccinare con una cadenza diversa. È per le stesse ragioni i cani che devono partecipare a esposizioni o competizioni sportive, che devono viaggiare su navi, treni o mezzi pubblici in generale o che devono andare all’estero (rabbia) o che devono stare in soprattutto burocratiche, ma purtroppo per ora non abbiamo molte alternative.
Siamo, quindi, arrivati alla fine di questa prima visita e siamo pronti per l’inizio di una lunga e meravigliosa convivenza col nostro nuovo amico a quattro zampe!
Maria Lentini
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