Tornando alla dieta l’attenzione va rivolta verso quattro ingredienti:
1)Fibra e derivati. La fibra insolubile pur agendo sulla glicemia può portare ad effetti indesiderati come scarsa appetibilità, dimagramento, feci voluminose e meno compatte, gas
2)Grassi. La carenza di insulina porta ad una alterazione del metabolismo dei grassi che può esitare in un aggravarsi di una pancreatite già in atto.
3)Proteine. Un eccesso proteico nella dieta può contribuire ad una patologia renale che è la nefropatia diabetica. Nel momento in cui ad un esame urine si riscontrino si riscontrino sia glucosio che proteine queste ultime devono essere diminuite nella dieta.
Altro aspetto importantissimo è quello legato al fatto che il cane possa essere affetto da malattie concomitanti che possono determinare una resistenza alla terapia insulinica: soggetti con infezioni batteriche della cute o dell’apparato urinario determinano una diminuzione delle difese immunitarie e di conseguenza vanno trattate in concomitanza del diabete; nelle femmine intere si raccomanda la sterilizzazione visto che la persistenza dell’ormone progesterone durante la lunga fase del ciclo porta a resistenza all’insulina; il Morbo di Cushing (iperadrenocorticismo), patologia delle ghiandole surrenali, è anch’esso causa di resistenza all’insulina.
Un “decalogo” molto semplice potrebbe essere così riassunto:
1) Alimento appetibile
2)Alimento bilanciato: dopo ogni somministrazione di insulina deve contenere un contenuto standard di caloria.
3)Alimento con alto contenuto di fibra e pochi grassi e tenore adeguato di proteine
4)Alimento che deve essere somministrato in concomitanza o subito dopo l’insulina in due pasti identici al giorno
5)Alimento che deve essere rivolto prima ai fabbisogni di eventuali malattie concomitanti al diabete controllando la glicemia con la terapia insulinica.
La gestione di un paziente diabetico deve essere quindi molto “attenta” sia da un punto di vista terapeutico che nutrizionale tenendo conto che non può essere una terapia e alimentazione standardizzata ma valutata individualmente a seconda dell’individuo affetto dalla patologia.