Il primo problema che deve affrontare un proprietario che vuole migliorare il suo rapporto con il cane si presenta già nella scelta tra i tanti metodi e sistemi proposti oggi.
Immaginate, ad esempio, che il problema principale da risolvere sia l’insubordinazione di un cane di carattere molto indipendente e disobbediente – piuttosto che quello dell’aggressività o della preparazione per fini sportivi – e che il proprietario sia una persona con poca personalità e scarsa predisposizione alla leadership. In questo caso certamente non avrebbe senso intraprendere un programma tradizionale di rafforzamento del carattere, favorendo la possessività, come assolutamente sconsigliabile l’incentivazione di ogni forma di aggressività; avrebbe più senso rafforzare gli anelli deboli della catena, lavorando prima per accrescere la fiducia in sé del conduttore, poi rafforzare la collaborazione e la reciproca fiducia tra proprietario e cane. Questo perché una catena è tanto più forte quanto lo è il suo anello più debole e solo dopo il rafforzamento di tale anello a catena forte si può eventualmente proseguire con un programma più completo.
Ora immaginiamo un appassionato che decide di partecipare alle competizioni: in questo caso, il problema più frequente è rappresentato dagli attacchi. Spesso, per paura che il cane non superi queste prove, prima ancora di aver attentamente valutato da una parte le reali attitudini caratteriali del cane e dall’altra la personalità del conduttore e la sua capacità di esprimere e far riconoscere al cane la sua leadership, viene intrapreso – quale prassi normale – un addestramento che incoraggia il rafforzamento dell’aggressività, della possessività e dell’indipendenza. Un programma, questo, che in seguito si rivelerà controproducente perché il cane, avendo maturato il concetto di possessività e autonomia, automaticamente lo tradurrà in quello d’indipendenza e in seguito, inevitabilmente, porterà a una mancanza di controllo non solo negli attacchi, ma il cane considererà suo diritto l’autonomia e la responsabilità a decidere anche negli altri esercizi, come in quelli di obbedienza.
Quello che mi preme far notare è che, indipendentemente dalle convinzioni personali e dalle metodiche generali, ho scoperto che intraprendere l’attività di educatori non è un dogma rigido assoluto che va applicato sempre come l’abbiamo appreso, bensì una teoria che si basa principalmente sulla conoscenza e sull’integrazione di molte altre scienze e settori di studio, compresi biologia, genetica, chimica, fisica, e anche economia (per esempio: il principio della riduzione dei guadagni). Se si riesce a comprendere le basi e i principi di ognuna di queste discipline, allora insegnare – ma soprattutto educare – diventa più chiaro e si migliora la capacità di comprendere cosa è vero e cosa è una sciocchezza.
Sicuramente adottare questa filosofia significa mettersi in discussione. Cosa che è certamente molto più facile a dirsi che a farsi, perché prima si deve imparare a pensare in modo indipendente. Il mio percorso è durato quindici anni: in poche parole, anche io proprio come molti di voi ero confuso da tutte le informazioni e dalla disinformazione. Proprio questa confusione, però, è stata la molla che mi ha indotto a fare le mie ricerche in vari settori della scienza, applicando poi i vari principi che li governano e creando così una diversa comprensione dell’educazione e della formazione alla comunicazione con il cane.
Questo è un concetto biologico (non psicologico o sociologico). La biologia, indipendentemente dalle credenze più comuni, si avvale del fatto che i principi che la governano sono uguali per l’uomo come lo sono per i vegetali e per tutti gli animali che se ne nutrono. Anche se nel loro aspetto esteriore gli esseri viventi sono molto diversi per attitudini e caratteristiche, condividono tutti una costituzione di base simile, essendo formati dagli stessi componenti elementari diffusi anche nel regno minerale; si tratta di poco più di una ventina di elementi chimici, che nei viventi sono organizzati in strutture più complesse.
Proprio secondo questo principio, per quanto a prima vista sembri inaccettabile e assurdo, tutti indistintamente possediamo gli stessi principi di base; volente o non volente, siamo soggetti a “reagire” agli stessi principi e alle stesse leggi di base che governano la vita, istinto o legge di sopravvivenza. Per questo, in sintonia con le leggi della biologia, propongo questo nuovo sistema, più specificatamente non solo un metodo olistico e naturale di relazione con il proprio cane, ma un sistema che colma una lacuna che va ben oltre il fatto di essere soltanto un metodo efficace: diventa anche un caposaldo essenziale per uno stile di vita salutare nel suo senso più lato, illustrando come con questa nuova filosofia si possa conquistare un’ampia conoscenza nella comunicazione e nello stesso tempo mantenere anche una forma psicofisica eccellente.
Il programma è articolato in diversi punti: conoscenza, comunicazione, storia evolutiva, uomo, cane, comportamenti, nutrizione, meditazione, attività fisica, offrendo informazioni teoriche e pratiche di grande concretezza. Seguendo questo programma, imparerete come migliorare i vostri comportamenti, reagire e comunicare correttamente, applicare le varie tecniche – da quelle comportamentali a quelle della comunicazione – e nello stesso tempo conoscere i sistemi e la validità del loro grande potenziale nel combattere stress e regolare il sistema nervoso con le pratiche mentali. Un metodo che si è dimostrato valido sia per i possessori di cani sia per chi non ne possiede uno.
Driussi Gianfranco
Tratto dal libro “ IL CANE – Conoscerlo per conoscere te stesso”, di cui è l’autore
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