Sempre più i casi di tumore nel cane e nel gatto, una vera epidemia grazie a una serie di comportamenti sbagliati nella gestione dei nostri amici a quattro zampe. Alimentazione: eccesso di carboidrati, additivi, aflattossine, tossine batteriche, ecc. Antiparassitari: accumulo nel tempo di sostanze potenzialmente tossiche. Vaccinazioni: eccesso di vaccinazioni. Farmaci: eccesso di farmaci (antibiotici, antinfiammatori, ecc.) con squilibrio della linea TH1-TH2.
La chemioterapia riduce le masse tumorali di dimensione (spesso grazie all’azione momentanea antinfiammatoria di fans e cortisone), ma distrugge completamente il midollo e le difese immunitarie dell’organismo, col risultato che quest’ultimo rimarrà debilitato ed esposto ad ammalarsi di nuovo per anni o anche per il resto della vita. In molti casi il tumore ritorna più violento di prima! La chemioterapia guarisce i tumori dei testicoli e ha discreti risultati nella terapia delle leucemie e dei linfomi, nel resto dei tumori i risultati sono abbastanza deludenti.
Per aggredire un tumore occorre combattere l’acidità tessutale del tessuto tumorale, per favorire l’azione degli enzimi proteolitici che hanno il compito di eliminare le cellule morte e regolare la crescita cellulare. Si deve sostenere il sistema immunitario per difendere e aggredire il tumore, occorrono antiossidanti per sostenere le cellule sane e quelle deputate alla difesa, alcalinizzare il tessuto tumorale con infiltrazioni di bicarbonato di sodio lì dove è possibile.
La chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende “immune” il tumore da altri trattamenti. La scoperta – del tutto inattesa – è stata pubblicata sulla rivista “Nature” ed è frutto di una ricerca statunitense sulle cellule del cancro alla prostata, tesa ad accertare come mai queste ultime siano così difficili da eliminare nel corpo umano, mentre sono estremamente facili da uccidere in laboratorio.
Sono stati analizzati gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata. Sono stati scoperti “evidenti danni nel Dna“, nelle cellule sane intorno all’area colpita dal cancro. Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B, che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali. La scoperta che “l’aumento della WNT16B…interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali…era del tutto inattesa“, ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle nello stato di Washington.
La novità conferma – tra l’altro – un elemento noto da tempi tra gli oncologi: i tumori rispondono bene alle prime chemio, salvo poi ricrescere rapidamente e sviluppando una resistenza maggiore a ulteriori trattamenti chemioterapici.
La scoperta delle proprietà antiangiogenica dei farmaci antitumorali ha portato a sviluppare un nuovo approccio terapeutico, ovvero la chemioterapia metronomica, che comporta la somministrazione di chemioterapia a basse dosi con frequenza anche quotidiana. Questa terapia impedisce la crescita o distrugge i vasi sanguigni del tumore, oltre a inibire la crescita tumorale e causare la distruzione del tumore. Inoltre, quest’approccio basato sull’impiego di basse dosi di chemioterapici può ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia tradizionale (tossicità del midollo osseo, vomito e la tossicità su altri organi, mucositi, ecc.).
La medicina integrata veterinariasi occupa di sostenere il paziente oncologico attraverso il potenziamento e la modulazione del sistema immunitario, promuovendo l’apoptosi cellulare e la riduzione dell’angiogenesi, portando il tumore in uno stato latente (cronico) che, in alcuni casi e con il tempo può, essere riassorbito e distrutto dalle cellule infiammatorie.
Dott. Alessandro Prota
Esperto in Medicina Naturale Veterinaria
Consulenze on line 339/3201159