I tumori maligni (cancro, sarcomi, leucemie, linfomi) sono provocati da gravi mutazioni genetiche subite dal dna delle cellule (aberrazioni cromosomiche). Il tumore maligno è quindi, in sostanza, una patologia insorta per carenze croniche di vitamine (la cui mancanza non ha permesso la riparazione del danno genetico o la morte per apoptosi della cellula malata) con la combinazione di fattori cancerogeni : inquinanti ambientali ,additivi alimentari ,farmaci, vaccinazioni in eccesso ,antiparassitari . La cura di tali tumori deve basarsi quindi sul ripristino dell’apporto vitaminico in alte dosi, allo scopo di provocare il suicidio spontaneo (apoptosi) delle cellule tumorali.
La chiave di volta per la cura “metabolica” del cancro e degli altri tumori maligni si basa su due direttrici. Prima direttrice: sottrarre al tumore ciò che lo alimenta (ma senza arrecare danno al paziente). Seconda direttrice: dare al tumore ciò che lo uccide (ma senza arrecare danno al paziente). La prima direttrice si basa quindi sulla sottrazione di Proteine (aminoacidi essenziali), vitamina B12, acido folico, glucosio e altre sostanze, anche ormonali, che possano indurre le cellule tumorali a replicarsi. La seconda direttrice è invece sostanzialmente basata sull’utilizzo di grandi quantità di vitamine naturali, allo scopo di sfruttare l’azione di apoptosi di queste sulle cellule tumorali, l’arresto di replicazione delle cellule tumorali, l’azione di anti-angiogenesi sui capillari neoplastici, l’inibizione del Pif prodotto dalle cellule del cancro, l’arresto della crescita del tumore.
Risposta immunitaria contro il tumore. Terapie che utilizzano rimedi fitoterapici (aloe, essiac, vischio) chinoni citochine omeopatizzate o di altra natura per stimolare i globuli bianchi sia contro le cellule del cancro sia contro le cellule della leucemia. Queste stesse terapie metaboliche considerano la febbre come una forma di ipertermia naturale dello stesso paziente che, in analogia alla ben nota iper-termia radiante delle apparecchiature ospedaliere, provoca la necrosi spontanea delle cellule tumorali, essendo le masse neoplastiche poco vascolarizzate al loro interno, e quindi particolarmente vulnerabili agli effetti ipertermici della stessa febbre.
Detossificazione del fegato mediante vitamine ad attività epato-protettiva, e capaci inoltre di permettere l’eliminazione delle stesse sostanze tossiche (depurate dal fegato) attraverso la bile (attività coleretica e colagogica), senza riassorbimento di queste tossine da parte dell’intestino eliminando rapidamente le tossine liberate dalla massa tumorale (infiammata e quindi anche ingrandita dalla risposta immunitaria), riducendo così il dolore proveniente dalla stessa massa tumorale. Il fegato è l’organo-principe della terapia metabolica qui enunciata, ed è pertanto necessario il suo attento monitoraggio ematico (SGOT, SGPT, gamma-glutamil-transferasi, gilirubina totale, diretta e indiretta, fosfatasi alcalina ecc.)
La terapia metabolica combatte la dis-biosi intestinale, cioè il sovvertimento della normale flora batterica intestinale (flora batterica saprofita), responsabile dei fondamentali processi di assimilazione delle sostanze nutritive (vitamine naturali) contenute nei cibi vegetali (frutta, verdura, cereali, legumi, ortaggi). Pertanto essa si baserà anche sull’utilizzo di fermenti lattici intestinali, allo scopo di ripristinare quella sim-biosi tra corpo e germi saprofiti, allo scopo di consentire un buon equilibrio nutrizionale di assimilazione delle vitamine da parte dell’animale.
Mantenimentoo della glicemia a bassi livelli, evitando picchi glicemici. Il glucosio è necessario alla cellula tumorale per ottenere energia e per replicare il proprio dna.
Esclusione dall’alimentazione di sostanze di crescita per le cellule tumorali. In particolare sono esclusi gli aminoacidi essenziali, l’acido folico, la vitamina B12 e il glucosio.
Esclusione dall’alimentazione di sostanze inibenti il fenomeno di apoptosi. Nonostante l’utilizzo di vitamine in alta dose, è ben noto che diversi fattori influenzano in senso negativo la capacità delle vitamine di provocare l’apoptosi. Di questi fattori, i più importanti sono tre: alterazione della parete cellulare, dovuta ad acidi grassi saturi, anziché insaturi (di qui la necessità di somministrare vitamina F (acidi grassi essenziali) oppure Omega 3, escludendo tutti i cibi contenenti acidi grassi saturi); rigonfiamento della cellula a causa dell’elevato contenuto di sodio (di qui la necessità di escludere il sodio e i cibi
contenenti elevati valori di esso); basso ph cellulare, con impossibilità delle vitamine di agire, come dimostrato in diversi lavori scientifici sull’apoptosi (di qui la necessità di somministrare, sempre sotto controllo medico, sostanze alcalinizzanti come ad esempio il bicarbonato di potassio con vitamina C.
Dott Alessandro Prota
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