Negli ultimi due anni si sta assistendo a un lento ma continuo cambiamento della figura dell’educatore cinofilo, ovvero del ruolo che questo professionista svolge.
Sempre di più i proprietari desiderano vivere la relazione con il loro cane anche al di fuori delle mura domestiche, condividendo con lui il proprio tempo libero e talvolta non quello soltanto. Questo determina la necessità, per il binomio cane-proprietario, di possedere nuove competenze e di sapersi muovere tranquillamente in contesti molto complessi come, ad esempio, quelli previsti in un ambiente urbano.
Fino a poco tempo fa, il percorso educativo prevedeva un certo numero di incontri finalizzati a insegnare al proprietario la corretta gestione del proprio cane, incontri che si svolgevano in campo e/o a domicilio in modo strutturato oppure flessibile secondo la metodologia scelta dall’educatore.
Anche le problematiche comportamentali erano affrontate esclusivamente secondo questo schema, ricorrendo a un percorso riabilitativo molto focalizzato sul problema e cercando di risolverlo in modo diretto.
Oggi, però, sta nascendo un nuovo approccio, che affronta il tema dell’educazione e delle problematiche comportamentali del cane inserendo elementi che alleggeriscono il percorso, rendendolo più piacevole e divertente, e aumentandone l’efficacia.
Infatti, sia nel caso del proprietario sia in quello del cane, l’apprendimento avviene in chiave ludica: è più facile per tutti seguire un percorso arricchito da attività divertenti, ricreative e sociali, che si svolgono in ambienti piacevoli e rilassanti, pur senza perdere di vista gli obiettivi prefissati. Il metodo tradizionale, invece, prevede un percorso costituito da una serie di incontri in cui sono esposte le nuove regole d’interazione, dove la relazione tra cane e il proprietario può essere messa in discussione in modo diretto e dove l’attenzione è posta soprattutto sugli errori commessi nel passato. Tutto ciò in ambienti che propongono poche novità, come l’ambiente domestico, il campo cinofilo o la passeggiata quotidiana.
La parola d’ordine diventa quindi “defocalizzazione”, che vuol dire affrontare un percorso educativo o lavorare su un problema potenziale o già presente non in modo diretto, ma attraverso la costruzione di situazioni divertenti, in cui l’elemento critico non è il centro dell’attività, bensì è presente come elemento di sfondo.
Ecco, quindi, che dopo un paio di incontri mirati a fornire le prime competenze di base, il cane e il proprietario sono coinvolti in situazioni divertenti quali, ad esempio, PASSEGGIATE A SEI ZAMPE in ambienti sempre diversi e piacevoli, dove possono rilassarsi e trascorrere l’intera giornata con altri cani e altri proprietari, grazie alla presenza e al coordinamento dell’educatore cinofilo; GIOCHI DI SQUADRA, che prevedono attività molto semplici, affrontabili da qualsiasi cane e qualsiasi proprietario, sotto la guida attenta di educatori cinofili esperti che forniscono il supporto necessario; CACCE AL TESORO con il cane; ATTIVITÀ OLFATTIVE e, tutto quanto possa favorire la socializzazione e crei le opportunità per affrontare situazioni quotidiane che, senza le competenze necessarie, possono diventare critiche.
Ѐ la presenza dell’educatore cinofilo, il quale propone le attività più adatte a ciascun binomio a secondo le competenze possedute e le problematiche che ritiene necessario affrontare, che offre quel valore aggiunto capace di trasformare una semplice attività in un’attività didattica, intervenendo, correggendo, sostenendo, fornendo indicazioni e commentando.
Veronica Papa