Se in altri Paesi i nostri amici a quattro zampe hanno di solito la possibilità di passeggiare o correre tranquilli all’interno degli spazi verdi, stessa cosa non si può dire ancora in molte città d’Italia. Lo testimonia la rivolta partita, sabato scorso, a Lodi contro i sindaci che con ordinanze o regolamenti del verde mettono limiti alla libertà di sgambata degli amici animali. La protesta è stata condotta, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, dall’ex ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, assieme a un numero incredibile di animalisti di ogni età e ceto sociale con quattro zampe al seguito: il corteo ha sfilato con Lav e Amici Animali lungo le vie centrali della città, attraversando zone proclamate off limits per i cani dal regolamento di polizia urbana. Zone rosse di Lodi, ad esempio, sono il Parco Isola Carolina e i giardini intitolati al Barbarossa. In poche parole, così agendo, i manifestanti hanno voluto sfidare l’art.65, comma 3, del regolamento – strenuamente difeso dal sindaco del comune lombardo, Lorenzo Guerini (Pd) – che esplicitamente vieta a Fido i “parchi e giardini pubblici”. La sanzione prevista per i trasgressori può variare dai 25 ai 500 euro. Il primo cittadino dice che si tratta di «una decisione del consiglio comunale. Non una ordinanza del sindaco. E solo il Consiglio può decidere di tornare indietro». Dall’altra parte la Brambilla, che già da ministro del Turismo aveva firmato con l’Anci un accordo per favorire l’accesso dei cittadini accompagnati da animali d’affezione a tutti i luoghi pubblici e aperti al pubblico, dichiara: «La legge dello Stato e il buon senso sono dalla nostra parte. Non ci fermeremo. Questi divieti sono illegittimi». Come si apprende da un articolo pubblicato su ilgiorno.it, disposizioni simili a quelle adottate dal Comune di Lodi, palesemente illegittime, sono state impugnate con successo innanzi a parecchi Tribunali amministrativi regionali. Stessa cosa si vuole fare nella cittadina lombarda, «alla prima sanzione amministrativa». «Milioni di italiani – spiega l’onorevole Brambilla – convivono con gli animali domestici e hanno tutto il diritto di volerli accanto a sé in ogni momento della vita quotidiana. Un diritto che non può certo essere violato da un regolamento comunale e da un sindaco. Per questa ragione, i cittadini non intendono più sopportare simili soprusi che sono del tutto illegittimi». A sua volta Gianluca Felicetti, presidente nazionale della Lav, è convinto che «l’educazione civica non passi da ordinanze e divieti».