Dieci lettori di microchip per combattere l’abbandono dei cani e la cattiva abitudine di diversi padroni di lasciare i propri pelosetti sciolti per strade e parchi o di non raccogliere i loro bisognini dai marciapiedi. I dispositivi sono stati consegnati dall’assessore comunale all’Ambiente di Roma Capitale, Marco Visconti, ai vigili urbani del Pics, la sezione Pronto Intervento del Centro Storico della Polizia Municipale locale. Un’ottima iniziativa, che si spera possa essere presto proposta in altre città. «Si tratta di un progetto pilota. Roma è la prima città che fornisce ai vigili questo tipo di strumentazione che consentirà di verificare se i cani sono dotati di microchip, come previsto obbligatoriamente dalla legge. Microchippare un cane – spiega l’assessore – è importantissimo poiché consente di riconsegnare al legittimo proprietario un cane smarrito, ma soprattutto è un valido deterrente contro il fenomeno dell’abbandono». Dall’agosto del 2008 i proprietari di cani hanno l’obbligo di inserire un microchip ai propri pelosetti, ma solo in pochi rispettano questa regola. «Il microchip è uno strumento piccolissimo: 11 millimetri di lunghezza per 2 millimetri di diametro che – spiega il delegato alla salute degli animali del Campidoglio, Federico Coccia – viene iniettato sotto la cute dell’animale mediante un ago monouso sterile. L’intervento è rapido e indolore. Passando il lettore dietro l’orecchio sinistro comparirà il numero identificativo del cane dal quale, tramite l’anagrafe canina, si può risalire al proprietario». Con i lettori consegnati ai vigili urbani romani risulterà, così, più facile individuare il padrone di un pelosetto, in caso di smarrimento o, come purtroppo spesso accade, di abbandono volontario. Non solo. «In quest’ambito rientra anche la campagna per contrastare il fenomeno delle deiezioni canine avviata a gennaio. In un mese di attività – spiega l’assessore Visconti – sono stati eseguiti 634 controlli e 85 sanzioni, tante se consideriamo che in tutto il 2007 vennero elevate solo nove multe». Ѐ allarme tra i cittadini. In questi giorni, infatti, presso l’associazione per la tutela giuridica della natura e dei diritti degli animali Earth, e non solo, c’è stato un picco di richieste da parte di persone preoccupate. «La domanda più frequente pervenuta dai cittadini – dichiara Valentina Coppola, presidente di Earth – è stata relativa alle modalità e ai costi di inserimento del chip». Si vede che il provvedimento sta avendo l’effetto voluto e che almeno queste persone stanno provvedendo a regolarizzare i propri cani.