L’anno scorso sarebbero stati oltre 11.000 i cani di razza rubati, con una media di 31 furti il giorno. Ѐ quanto emerso dalle denunce presentate alle procure, ai comandi delle forze dell’ordine e alla polizia locale, oltre che dalle segnalazioni giunte all’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) nel corso del 2011. I più ambiti – si legge in una nota pubblicata su http://aidaa-animaliambiente.blogspot.it/ – sarebbero i cani da caccia, che rappresentano di fatto il 40 per cento delle segnalazioni arrivate. In particolare, per quanto riguarda questo tipo di quattro zampe, le razze preferite dai ladri sembrerebbero essere quelle del setter inglese e del bracco italiano. I furti si sono concentrati prevalentemente nelle regioni del Centro Italia, come Lazio, Toscana e Umbria, e del Nord-Est, oltre che in alcune provincie della Lombardia e del Piemonte. In quest’ultimo caso si tratterebbe, per l’appunto, di cani di razza. A essere rubati sarebbero soprattutto fattrici e cuccioli. Il furto può avvenire sia nelle grandi città sia su commissione. Nel primo caso, le città più colpite – o meglio i parchi – sarebbero quelle di Milano, Roma, Torino, Bari e Napoli: il fenomeno riguarda prevalentemente cani di grossa taglia e, in particolare, cani pastori tedeschi, pitbull e dogo argentini, spesso usati per la riproduzione di esemplari poi destinati, non tanto alla vendita, quanto ai combattimenti clandestini. Su commissione, invece, i furti dei cani di razza di piccole dimensioni (in particolare, yorkishire, pincher e maltesi) avvengono direttamente nelle abitazioni o in alcuni casi perfino negli allevamenti. Nelle regioni del Sud Italia, soprattutto in Sicilia, Campania e Puglia, un fenomeno che starebbe prendendo sempre più campo è quello per cui molti cani randagi sono prelevati direttamente dalle strade e poi mandati nei Paesi del Nord Europa, dopo essere stati microchippati. Per quanto riguarda i randagi, è di queste ultime ore la notizia da parte del Ministero della Salute del divieto assoluto di utilizzo dei trovatelli a quattro zampe ai fini scientifici o sperimentali, per l’attuazione della direttiva comunitaria 2010/63/UE, relativa alla protezione degli animali impiegati a fini scientifici, il cui testo prevede una deroga per casi eccezionali. Infine – si legge sempre nel blog dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa) – un fenomeno limitato, ma sicuramente molto particolare, riguarda i boxer, i cui furti (complessivamente sono stati segnalati una quarantina di casi) avvengono quasi sempre su commissione e nella maggior parte dei casi nei parchi cittadini.