Non è delle migliori la situazione in si trova la maggior parte dei canili in Italia. Stando ad alcuni dati dell’Associazione italiana difesa animali e ambiente (Aidaa), infatti, i rifugi in cui vengono quotidianamente accolti i cani abbandonati e senza una famiglia si troverebbero allo stremo, con all’incirca quarantamila poveri quattro zampe che rischiano di morire letteralmente di fame. Il tutto per colpa dell’omesso o ritardato pagamento delle rette – seppur minime – che spettano ai cani randagi detenuti nei canili pubblici, nei rifugi privati e di determinate associazioni. Soldi che in totale ammonterebbero a oltre 400 milioni di euro. Tale allarme l’Aidaa lo aveva già – si continua a leggere nel blog ufficiale dell’associazione – lanciato verso la fine dello scorso anno, sostenendo che almeno 200 canili e rifugi per cani italiani sono a rischio fallimento in quanto i comuni non pagano i contributi necessari per le migliaia di cani che ospitano al loro interno e di cui si prendono ogni giorno cura. “Ora a distanza di sei mesi dal primo allarme – si continua a leggere nella nota pubblicata dall’Aidaa – la situazione è notevolmente peggiorata, ci sono ben 400 rifugi che dichiarano di essere alla vigilia della chiusura se i comuni, o in loro veci lo stato o le regioni, non intervengono in tempi rapidi per ripianare i debiti contratti in questi anni”. Sono davvero pochi quelli che pagano entro i tempi prestabili. Seconda una stima effettuata su mille comuni, infatti, solamente 35 comuni e tutti nel Nord Italia rientrerebbero in questa casistica. Poi ci sarebbero 300 comuni che pagano le rette entro i 18 mesi, mentre oltre 650 sono in ritardo con i pagamenti da più di due anni fino anche, in certi casi, a sei-sette anni. “Appare evidente – fanno sapere dall’associazione animalista – che questi ritardi portano i canili al collasso e molto spesso, in particolare dal Sud Italia, oltre a favorire una situazione di canili lager e in assenza di adozioni sul territorio, si sta sviluppando un vero e proprio mercato delle “adozioni” pilotate e più o meno regolari verso la Germania e i paesi del Nord Europa”. Nel Meridione molto spesso, infatti, i problemi sono maggiormente accentuati. Dei quarantamila cani che per adesso rischiano di morire di fame, ad esempio, 28.000 si trovano proprio nei canili del Sud. Adesso occorre davvero che si proceda al pagamento delle rette in tempi rapidissimi.