Questa è una di quelle storie che ti scaldano il cuore e che – forte della magia del periodo festivo in cui ci ritroviamo – fa pensare ancora di più a un vero e proprio miracolo di Natale. Abby, una meticcia cieca di otto anni raccolta dal canile quando ancora era un cucciolo, ha vagato per una settimana tra la neve e a 40 gradi sotto lo zero, dopo aver smarrito la strada di casa. La vicenda è accaduta in Alaska, poco prima della festività natalizia. La cagnetta – come si legge in un articolo pubblicato su meteoweb.eu – sembrerebbe essersi persa durante una tempesta di neve, nella proprietà di famiglia a Chena Hot Springs Road, lo scorso 13 dicembre. Le speranze di ritrovarla erano pressappoco nulle, invece la cagnolina – con grande sorpresa di tutti – è riuscita a ritornare a casa, grazie all’aiuto di un veterinario e allevatore di cani, che attraverso la Rete l’ha riconsegnata alla sua famiglia: “Ѐ stato un miracolo, non ci sono altre parole”, dichiara al quotidiano “The Fairbanks Daily News-Miner” la proprietaria, McKenzie Grapengeter, con la voce rotta dall’emozione. “Mai avremmo sperato che tornasse sana e salva”, aggiunge la donna. Il 19 dicembre la coraggiosa cagnetta si è imbattuta in una muta di cani da slitta. “Ha corso con noi per circa un chilometro mentre rientravamo ma poi è uscita fuori dal tracciato; e siccome avevo con me tanti cani non ho potuto raccoglierla”, racconta Mark May, il veterinario che l’ha poi salvata. Il giorno dopo, con grande meraviglia di tutti, la cagnolina è arrivata alla casa dell’uomo, quasi a voler chiedere una “zampa” d’aiuto: “Potevamo pensare a un gatto, e invece davanti alla porta c’era un cane e per giunta cieco. Era seduto lì, arrivato dopo chilometri nella neve, credo solo con l’aiuto del fiuto: gli ho aperto e l’ho fatto entrare”. Per fortuna, la cagnetta non mostrava alcun segno di congelamento, era solo tanto affamata e infreddolita. Ѐ proprio un miracolo che non sia morta durante il suo vagare nella neve, oltretutto con una temperatura così rigida. Grazie alla presenza del microchip, Abby è stata identificata e riportata ai suoi proprietari, una famiglia con tre bambini tutti con meno di dieci anni. Ciò è stato possibile attraverso la grande mobilitazione di amici e vicini su Facebook, a riprova di come il web possa oggigiorno essere un utile strumento a servizio dell’uomo.