Da circa tre anni subisce le angherie e gli spregi da parte di una coppia di vicini di casa, adesso indagata per il reato di stalking. La vittima non è una persona, bensì un cane, anche se a essere perseguitati sono pure la padrona e i suoi figli, continuamente minacciati e violati nella loro vita privata. Succede in Veneto, più precisamente a Padova. Dal 2009, secondo quanto riportato da un articolo pubblicato su ilgiornale.it, il povero quattro zampe sarebbe “stalkizzato” tramite getti d’acqua fredda, rumori molesti sulla rete che divide le case e vari altri artifizi studiati apposta per terrorizzare reiteratamente l’animale. Finito sotto choc per i comportamenti dei vicini, il cane sarebbe adesso talmente impaurito da tutte queste “violenze”, da essere indotto a cambiare il proprio comportamento. Quasi trema nel sentire anche solo i passi dei due “persecutori” nei pressi di casa. A testimoniare tutto ciò, la relazione di un veterinario, finita agli atti. Insomma, secondo questo documento, l’animale sarebbe stressato, depresso e perseguitato proprio come accade quando un umano è vittima di un caso di stalking. Forse ancora di più. «Ingiuriano e minacciano me, la mia famiglia e pure il cane», racconta la padrona dell’animale, dell’età di 48 anni e con un matrimonio fallito alle spalle. Da qui la denuncia. Ora – si legge su il Corriere del Veneto – l’inchiesta è solo all’inizio ed è possibile che, se da un lato penalmente il reato di stalking non possa vedere un cane come parte offesa, dall’altro la coppia denunciata rischi anche l’accusa di maltrattamento di animali. «Se un cane si sente minacciato, chiaramente cambia il suo comportamento – spiega il professor Danilo Mainardi, etologo di fama internazionale – manifesta paura, è choccato. È anche vero che, tormentando il cane, ne soffra anche la padrona. C’è poi che ormai il cane è giudicato un membro aggiunto di una famiglia allargata, e quindi una persona che lo considera alla stregua di un figlio – termina l’uomo – può soffrire dei maltrattamenti fatti al proprio animale, in questo caso mediatore della situazione». Per il momento, il confine che divide lo stalking dal semplice maltrattamento negli animali è molto sottile. Proprio per questo motivo, si spera che presto la giurisprudenza possa dotarsi di strumenti più efficaci per agire in casi di questo genere. Anche perché, come accade per l’uomo, lo stalking è una persecuzione e il cane-vittima un vero e proprio perseguitato.