Il trasferimento è cominciato e 420 cani randagi lasceranno canili in cui venivano accuditi secondo le norme e con cura per andare in strutture più adatte, almeno secondo il presidente della comunità montana Alto Agri di Potenza, soltanto perché meno costose. C’è però chi vuole vedere chiaro dietro questa operazione che ha molti lati oscuri. L’inizio della vicenda risale a un anno fa, le strutture che li ospitano hanno il solo difetto di essere più care di quella che ha vinto la nuova gara d’appalto, un maxi canile a Cassano allo Ionio, in provincia di Cosenza, disposto a mantenere gli animali con soli 1 euro e sessanta centesimi al giorno , tariffa che comprende spese di alimentazione, assistenza veterinaria, accalappiamento dei cani nei territori della Comunità. Per gli esperti con una tale cifra non è possibile mantenere in modo dignitoso i cani, che sembrano destinati, dopo un viaggio stressante, a un trattamento dubbio. I randagi vengono trattati come rifiuti tossici, sballottati da un canile all’altro, senza che vengano attuate le politiche previste dalla legge per arginare il fenomeno del randagismo. Nei prossimi giorni i randagi saranno trasferiti secondo un calendario serrato, mentre le richieste di chiarimenti alla Regione rimbalzano contro un muro di gomma.