Proprio alcuni giorni fa abbiamo assistito alla liberazione dei poveri beagle tenuti chiusi a Green Hill, l’azienda di Montichiari che allevava cani da laboratorio, e pure al blocco della spedizione di una cinquantina di scimmie provenienti dalle isole Barbados e destinate alla vivisezione, grazie a un esposto formulato dall’associazione Animalisti Italiani. Adesso nuove speranze, per i cani e tutti gli altri animali utilizzati come cavie per la ricerca, arrivano dall’Abruzzo: qui è stata, infatti, approvata una legge riguardante la diffusione di metodologie alternative alla sperimentazione animale e contro la vivisezione. Una grande vittoria è stata portata a segno nella lotta per la tutela dei nostri amici a quattro zampe e non solo. La legge, che apre un nuovo scenario nel panorama legislativo nazionale, è stata presentata dai consiglieri regionali Walter Caporale (Verdi) e Riccardo Chiavaroli (PdL), e sottoscritta pure dai consiglieri Nicoletta Verì e Antonella Petri. «L’Abruzzo – afferma Walter Caporale, consigliere regionale e presidente nazionale di Animalisti Italiani Onlus – per la prima volta conquista la medaglia d’oro, essendo la prima regione italiana a riconoscere ufficialmente la possibilità di finanziare anche metodi di ricerca che non fanno uso di animali». Tale obiettivo sarà perseguito, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa GeaPress, grazie all’istituzione di un Osservatorio Regionale sulla Sperimentazione Animale (ORSA), che avrà il compito di promuovere le metodologie alternative alla sperimentazione in vivo, ma anche di cercare di tutelare il benessere degli animali ancora coinvolti. Inoltre, si procederà con la realizzazione di un sistema informativo regionale, che riesca a trattare la documentazione riguardante i protocolli di sperimentazione animale in Abruzzo. «Un bel giorno per tutti», come anche per il consigliere Caporale, che dichiara di essere «felice, orgoglioso, commosso ed entusiasta come abruzzese per l’approvazione di una legge che potrebbe fare dell’Abruzzo la terra “cruelty free” dalla sperimentazione animale in Italia, quindi – continua a spiegare l’uomo – attrarre tutti quegli Istituti ed Enti che vogliono fare ricerca senza sfruttare e torturare esseri viventi». Non solo. Grazie a questa legge si prospettano nuove opportunità lavorative, oltre che la possibilità per la nostra società di crescere civilmente e culturalmente: «Nuove possibilità di lavoro per i giovani, siamo – dice Caporale – proiettati nel futuro e le nuove tecnologie ci offrono possibilità che dobbiamo saper cogliere». Vengono fissati, così, «nuovi criteri di civiltà e di diritti», considerato pure «che la sperimentazione sugli animali spesso non ha riscontri scientifici diretti sulle persone».