Hanno ucciso un cane, bastonandolo sulla testa e sulla schiena e successivamente lapidandolo. Poi l’animale è stato lasciato agonizzante sul prato, fino a quando uno degli aguzzini non l’ha finito fratturandogli il cranio con una grossa pietra. Tutto questo davanti a un bambino e senza un apparente motivo. Sotto accusa due allevatori, padre e figlio, di Breno in provincia di Brescia. Per fortuna, grazie a una sequenza di diciannove immagini scattate – il 18 luglio scorso – da un escursionista di passaggio sul sentiero che da Bazena porta verso il lago della Vacca, in Valcamonica, i carabinieri hanno iniziato a procedere d’ufficio per identificare gli autori del gesto, che ora rischiano di rispondere del reato di uccisione di animale. Le fotografie sono state pubblicate in forma anonima su un giornale locale e in poco tempo sono rimbalzate da un sito all’altro, raccogliendo l’indignazione e lo sdegno di numerosi utenti, desiderosi di un intervento quanto più veloce possibile da parte dei gruppi animalisti. Il Partito protezione animali ha già annunciato un presidio di protesta a Breno: “Quello scempio offende i valori e la sensibilità della popolazione camuna che, siamo sicuri, ci sosterrà per manifestare il suo sdegno”, dichiara Fabrizio Catelli, presidente del Ppa. Dal suo canto, l’Ente nazionale protezione animali (Enpa) chiede pene esemplari e una riflessione collettiva sull’allarme sociale “di un’esibizione – afferma Carla Rocchi, presidente dell’associazione – di ferocia e crudeltà gratuita”. Inoltre, L’Ente ha già presentato una denuncia alla Procura della Repubblica di Brescia: “Le foto scattate dall’escursionista e l’articolo di Bresciaoggi hanno portato alla luce un crimine ancor più brutale e ripugnante, perché – spiega Rocchi – compiuto davanti a un minore. Per questo, nell’esposto, il nostro ufficio legale ha contestato non soltanto i reati di maltrattamento e uccisione di animali, ma anche quelli relativi all’abuso psicologico ed alla violenza assistita su minore”.