L’impegno e la tenacia di migliaia di animalisti e di diversi parlamentari romeni, appartenenti alle opposizioni, hanno sorprendentemente portato a una delle vittorie più importanti nella storia della tutela dei diritti degli animali. In Romania, infatti, la Corte costituzionale ha bocciato la legge ammazza-cani, che in poche parole autorizzava l’eutanasia dei milioni di randagi che popolano le strade del paese, lasciando ai sindaci delle città la libertà di applicare o meno il provvedimento, dopo una consultazione popolare. La legge era stata voluta dal presidente romeno Traian Basescu e dal ministro Elena Udrea, oltre che dalla lobby politico-economica del partito di maggioranza, legata da forti interessi al problema del randagismo, da sempre visto come fonte di molto denaro. Questa presa di posizione ha naturalmente scaturito, a suo tempo, una grande indignazione e l’immediata mobilitazione di alcuni esponenti dello stesso Parlamento romeno, appartenenti alle opposizioni, e di numerosissimi difensori degli animali e associazioni animaliste, sia a livello nazionale che internazionale. La legge ora è stata rigettata per incostituzionalità e rinviata al Parlamento per una sua attenta revisione, anche se di fatto in Romania le mattanze dei poveri cani randagi continuano ugualmente a esserci e, anche, in maniera piuttosto crudele, a prescindere dalla legge in vigore. A tal proposito, da anni le associazioni animaliste, in primo luogo Save the dogs che fa capo al presidente Sara Turetta, suggeriscono di prevenire e lottare il problema del randagismo tramite un apposito piano, che possa comprendere la creazione di un’anagrafe canina e la sterilizzazione obbligatoria dei cani randagi e di proprietà. La loro richiesta, però, non è mai stata ascoltata e presa in considerazione. Con la decisione presa recentemente dalla Corte costituzionale romena, che costituisce un precedente di fondamentale importanza, non si può non tornare, però, a sperare per i poveri cani randagi spesso abbandonati a un crudele destino. Ne devono tenere in considerazione, infatti, le Commissioni che adesso dovranno rivedere il problema del randagismo in Romania. Inoltre, la Convenzione dei diritti degli animali da compagnia, in vigore dal 1987 e ratificata dalla stato romeno, sembra essere molto chiara per quanto riguarda i rimedi da prendere nella lotta del randagismo, come, anche, sottolineato da Sara Turetta, presidente dell’associazione Save the dogs: secondo questo accordo, infatti, la riduzione del numero dei cani randagi può avvenire solo tramite la sterilizzazione, ma in casi particolarmente gravi, come ad esempio un’epidemia di rabbia.