La multinazionale americana Marshall, considerata la più grande fabbrica di cani da laboratorio che esista, non può attuare il progetto di ampliamento dei propri stabulari nello East Riding of Yorkshire, in Inghilterra. Ѐ la decisione a quanto pare definitiva del Segretario di Stato per le comunità ed i governi locali della cittadina inglese. A darne comunicazione, il Coordinamento Fermare Green Hill, al quale si devono le campagne di sensibilizzazione riguardanti il grande allevamento di beagle destinati alla vivisezione, Green Hill per l’appunto, che si trova a Montichiari in provincia di Brescia. Questa nuova bocciatura va a confermare una già precedente opposizione, rilasciata lo scorso giugno dal consiglio provinciale di Hull nello East Riding of Yorkshire. Nonostante questo diniego, Marshall non aveva rinunciato ai suoi piani inglesi, così come sta cercando di fare in tutti i modi con l’azienda di Montichiari. Adesso invece questo nuovo flop, che senz’altro costituisce un ulteriore bastone tra le ruote per una delle peggiori multinazionali dello sfruttamento animale esistenti al mondo. Secondo quanto riportato dal Coordinamento Fermare Green Hill, recentemente Marshall aveva comprato l’allevamento B&K, l’ultimo a conduzione familiare nel Regno Unito. Ciò allo scopo di ampliare la lista dei clienti inglesi e ottenere la base su cui costruire cinque nuovi capannoni. L’intenzione era, anche, quella di far fronte ai continui boicottaggi delle compagnie di trasporto, che in molti casi hanno rinunciato all’invio dei cagnetti fuori dai confini della Gran Bretagna, e ai noti problemi dell’allevamento italiano gemello, ovvero l’ormai famoso Green Hill di Montichiari. Ma la multinazionale americana si trova adesso costretta a rinunciare ai propri piani di ampliamento e molto probabilmente in maniera definitiva: dopo quelli italiani, infatti, nemmeno i stabulari inglesi potranno essere potenziati. In realtà, secondo il direttore inglese di Marshall/B&K, il divieto imposto dalle autorità inglesi andrebbe a mettere il rischio il benessere degli animali. I cani continueranno a essere allevati, ma in capannoni “superati”, mentre quelli nuovi sarebbero stati al massimo livello di tecnologia. Curioso e strano da sentir dire, proprio da chi li vuole destinare alle peggiori torture e alla morte. Non c’è, infatti, molta differenza tra capannoni vecchi e nuovi, se poi i poveri animali che vi stanno dentro devono essere sottoposti a vivisezione. Quello ottenuto in Inghilterra è da considerarsi, invece, un ottimo risultato. Adesso prosegue la mobilitazione per l’allevamento di Montichiari, affinché se ne possa ottenere finalmente la chiusura.