È stato trovato su un autobus della linea 500 di Atac, a Roma. Tra i sedili, abbandonato e infreddolito. Questa la storia di un meticcio bianco e nero, Filippo – così è stato battezzato in onore di San filippo Neri, patrono degli autoferrotranvieri – preso in consegna dal personale dell’azienda romana, rifocillato, curato e poi accompagnato al canile rifugio Muratella.
Una storia che sta facendo il giro del web, anche in seguito all’appello lanciato dall’Atac, dopo il ritrovamento del cane, affinché chi fosse interessato ad adottarlo si mettesse in contatto con il rifugio. Ne è derivata una valanga di richieste di adozione. Ed è così che il canile Muratella ha poi pubblicato un post, in cui ha voluto evidenziare come “l’eco mediatico” sia stato decisivo per l’ottenimento di questo grande riscontro: “Che cos’ha di speciale Filippo? Il fatto di essere stato trovato su un autobus lo rende diverso da chi perdendosi è stato trovato in un parco, per strada, nel parcheggio di un supermercato? Lo rende forse diverso da chi è stato legato a un palo con il libretto vicino, legato al cancello del canile nella notte, perso accidentalmente e mai più cercato o sequestrato per un maltrattamento? No. È un cane come tanti, che è finito nel box di un canile e cerca una casa e una vita serena”.
E ancora: “L’unica differenza è che ne hanno parlato i giornali: è diventato “famoso”. È orribile da dire, ma è così. E purtroppo è una storia che in canile si ripete ogni volta che un cane ha la fortuna di far finire la sua storia nel tam-tam mediatico”.
Infine, l’augurio che la stessa fortuna di Filippo possa capitare agli altri trovatelli a quattro zampe: “Vorremmo cogliere l’occasione per stimolare una riflessione in tutti voi che ne state facendo richiesta: siete tanti, come tanti sono i cani invisibili che ogni giorno si svegliano e si addormentano nelle nostre gabbie di cemento. Filippo è uno e potrà trovare una sola famiglia. Tenetevi stretta l’empatia che avete provato leggendo la sua storia e venite in canile, per adottare uno dei tanti “Filippo” che magari oggi si chiamano Pedro, Rocky, Nerone, Billy… e non si offenderanno se vorrete chiamarli Filippo. In onore non più del santo patrono, ma di quel cane che vi ha portati a lui”.